domenica 13 dicembre 2015

Incontro pubblico "difendiamo la Costituzione" - resoconto


In sintesi una breve cronaca dell' Assemblea di giovedi 10 dicembre- data di ricorrenza della Dichiarazione universale dei Diritti Umani- che ha fatto il punto sulle contromisure da prendere per contenere e spezzare l' attacco alla Costituzione Repubblicana, portata avanti con inusitato decisionismo dal premier Renzi, una persona che, nelle parole usate dal professor Barberis nel suo intervento, "in un paese normale avrebbe potuto al massimo fare il rappresentante per le PR in un biscottificio..."

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Nella sala del CRAL dei Lavoratori Portuali, che nel loro piccolo si sono difesi bene a suo tempo dal venire privati di questa struttura, quando essa come tante altre divenne oggetto di mercato ed occasione di svendita per soddisfare cupidigie altrui,




si sono cosi' confrontati su questo tema Francesco Campanella senatore ex M5S ora del gruppo parlamentare "Altraeuropa con Tsipras", il prof. Mauro Barberis docente di diritto all' Università di Trieste e -soprattutto- Lidia Menapace. la cui vita, sin dalla gioventù ha coinciso ed ha camminato, con la lotta per la rinascita democratica dell' Italia e dell' Europa, oppresse dal nazifascismo e martoriate dalla guerra.

Una lotta, la sua, ed un impegno politico e civile, esemplare e di specchiata coerenza, il cui percorso prosegue - oggi nelle file dell' ANPI- con rinnovato vigore e tenacia.



Nel suo intervento, oltre ad auspicare la costituzione, la piu' larga ed inclusiva possibile del Comitato Locale, Lidia ha brevemente ricordato le discriminanti sui cui la Costituzione del 1947 era stata pensata, e successivamente stabilita: il superamento della monarchia, l'effettiva uguaglianza delle persone (non solo giuridica, ma il voto alle donne fu il primo passo in quella direzione) , il fondamento ideale dato dal lavoro come strumento di emancipazione sociale, ed infine la sovranità popolare.

Per difendere oggi la Costituzione che Renzi vuole distruggere, proprio a partire da questi capisaldi, occorre quindi non solo la consapevolezza del pericolo, per le conseguenze che ne deriverebbero e che le persone patirebbero- purtroppo alcuni danni sono già stati fatti (jobact, cd "Buona Scuola", Sblocca Italia, Italicum/legge elettorale,soppressione province, abolizione senato, etc), ma saper reagire adeguatamente, da qui la necessità di costruire i Comitati per la Difesa della Costituzione, città per città, come vere espressioni popolari, costituiti da persone in carne ed ossa, cittadini/e, comitati associazioni, organizzazioni sindacali, partiti, insomma associazioni e realtà sociali, rappresentativi - e non testimoniali o autoreferenziali-della complessità che la società civile oggi declina nelle piu' svariate articolazioni.

"C'è un connubio inscindibile tra Repubblica e Costituzione - ha continuato Lidia - che si invera anche in momenti celebrativi che però vanno sottratti alla retorica e recuperati per le finalità con cui originariamente vennero istituiti, il 2 giugno ad esempio, non puo' essere la giornata delle Forze armate, ma tornare ad essere una giornata di festa popolare,di esaltazione dei valori di pace e libertà per cui la democrazia venne riconquistata. Come si fa a Parigi il 14 luglio. Pensiamo ad una giornata in cui nelle città si occupano gli spazi verdi, i giardini, si fanno i pranzi, si invitano al desco i migranti, ci siano accoglienza e spirito di fraternità,sottraendosi a logiche celebrative, retoriche o peggio, che snaturano e impediscono di pensare all' idea di liberazione e progresso civile per cui allora quella Costituzione era nata. In ogni città dobbiamo coinvolgere l'ANPI per cominciare tutti assieme un percorso sino ad arrivare nei prossimi mesi ad una CONVENZIONE NAZIONALE per un grande referendum che sconfessi con un sonoro NO la controriforma di Renzi".

Per il sen. Campanella il momento politico è "molto brutto" ed il giudizio politico sull'operato di Renzi, che sulla Costituzione non si limita a manomettere, ma punta ad una sua mutazione regressiva, è di preoccupazione anche per la debolezza, o la pochezza, di quanti gli si oppongono nelle istituzioni, essendo di fatto il Parlamento ormai espropriato di ogni potestà e facoltà, legislativa, normativa, di controllo.



La cosiddetta riforma che riguarda la legge elettorale ed il senato sono un IRCOCERVO, chè nemmeno di sterzata "liberale" si puo' parlare, visto il disegno che vi è dietro.

Sulla legge elettorale di Renzi, che è una sorta di Porcellum 2.0, basti dire che consegnerebbe il paese, con un peso percentuale di consenso ricevuto da una coalizione, anche al di sotto del 50% di quanti oggi si recano a votare (ma la stima è in ulteriore discesa), e con un premio di maggioranza abnorme, di fatto ad un premier, ad un uomo solo al comando, che potrebbe - anzi senza condizionale, potrà - influire sugli altri organi istituzionali dello Stato, dal CSM al Senato,alla Presidenza della Repubblica.

Una sorta di Premierato da cui sarebbe bandita ogni forma di democrazia, di bilanciamento dei poteri, di controllo degli altri organi costituzionali, mentre intanto continuano, con particolare accanimento, tutte quelle revisioni giuridiche che, auspici i poteri forti del paese, convergono sull'obiettivo di quella MUTAZIONE DELLA REPUBBLICA che Renzi si è prefissato di realizzare."

Ovviamente - ha continuato il sen. Campanella nella sua esposizione - "in assenza di una informazione che dia veramente notizia di quanto avviene, dunque in assenza anche di qualche critica compiuta su questa vicenda, tutto il nostro lavoro diventa piu' difficile, e la comprensione dell' opinione pubblica o latita o non si traduce in ripulsa o critica o opposizione per quanto accade. Poi magari si legifera sull' onda di indignazioni popolari o per emotività sociali piu' o meno giustificabili, vedi la recente legge sull' omicidio stradale col risultato di fare leggi pessime con risvolti grotteschi".

Il prof. Barberis, docente all' Università di Trieste ha infine ricordato come siano già partiti i ricorsi contro l' Italicum, e sulla necessità di fermare il cd " riformismo", che tale non è, ma certamente è una forma ossessiva/ compulsiva di manifestazione patologica dell' esercizio del governare, servirà un impegno di lunga lena.



"Oltretutto quelle di Renzi sono riforme che non migliorano le condizioni di vita delle persone ma, anzi in alcuni casi, acuiscono situazioni già di disagio, e che però portano a far credere all' opinione pubblica che il premier stia lavorando per i cittadini, se si ricorda la sua dichiarazione sull' argomento (" faremo una riforma al mese") si è portati a pensare non ad una sua generica avversione verso l' immobilismo (statuale, burocratico, istituzionale, che forse per alcuni periodi della vita politica nel paese c'è stato) ma appunto una ossessione che poi si traduce negli attentati alla Costituzione che registriamo."

Il giudizio del prof Barberis, infine è che la legge elettorale presenti piu' di una caratteristica di incostituzionalità, che il Senato, nel disegno renziano, assomigli piu' a un dopolavoro che a un organo costituzionale che eserciti la funzione legislativa, e che, lungi da dare voce e visibilità al regionalismo, comporterà una abdicazione, ed uno snaturamento della funzione originaria con cui i padri costituenti lo avevano concepito. " Quindi dovremmo andare a contestare questa deriva con il referendum."

All' incontro, cui hanno partecipato una cinquantina di persone, erano presenti il segretario della NCCdL CGIL Adriano Sincovich, che ha garantito l' appoggio ed il sostegno alle prossime iniziative e per il percorso referendario,mentre il neosegretario dela FIOM CIGIL, Sasha Colautti, ha spiegato alla platea come ormai, in piu' di qualche realtà industriale, la Costituzione e la democrazia, restino fuori dai cancelli, Alessandro Capuzzo del Comitato Pace, - tra gli organizzatori dell' evento, assieme a Geni Sardo del Comitato Nazionale de"L'AltraEuropaconTsipras",- dopo aver ricordato i pericoli di guerra, ed i venti che soffiano in questa direzione anche per diretta responsabilità del governo, ha letto la dichiarazione di adesione degli avvocati Mocnik e Campanotto - quest' ultimo presente in sala ha portato un breve cenno di saluto ricordando la specificità ed il valore, per una regione plurilingue come la nostra, dell' art.6 della Costituzione-, di condivisione dello spirito dell' iniziativa nazionale e delle finalità ch' essa si propone ; ancora : MariaTeresa Mecchia, intervenuta a nome del Comitato LIP di Trieste ha stigmatizzato le difficoltà in cui oggi si trovano, grazie alla pessima legge sulla scuola, docenti, genitori e studenti, anche a reagire sui punti piu' detestabili della "riforma" imposta da Renzi, quindi Luciano Ferluga del Comitato DaniloDolci ha ricordato l' appuntamento del 1 gennaio, per la pace,e Paolo Angiolini, lavoratore RAI, dello SLC CGIL ha convenuto sugli ostacoli che oggi incontra una voce fuori dal coro che voglia misurarsi a descrivere ed a informare compiutamente e criticamente, in rapporto con l' attuale assetto massmediatico.

La sollecitazione è infine stata quella di darsi da fare, per dare gambe e per costruire un programma di lavoro per le prossime tappe che il Comitato dovrà affrontare, a breve quando sarà stabilito il percorso referendario.

I lavori sono stati moderati da Stefano Borini, già segretario della Fiom Cgil.

Una sola, incresciosa sbavatura,che per dovere di cronaca, non si puo' omettere, ma che va riportata: è successo infatti che nell' organizzazione, nella parte relativa alle modalità di svolgimento dei lavori e del tempo concesso ai relatori ed agli intervenuti, non si sia trovato il tempo per dare la parola al segretario provinciale del PRC, oltretutto l' unico segretario di partito presente nella sala, di un partito perdipiu', che da tempi non sospetti si è sempre esposto e che da sempre ha fatto propria la battaglia per la difesa della Costituzione.

Sbadataggine o inconveniente che sia stato, chi scrive si sente in dovere di esprimere,con queste ultime righe, il non formale rammarico per quanto accaduto e l' augurio che in futuro, episodi del genere, non abbiano da ripetersi.

Nella convinzione che abbiamo bisogno della voce e della presenza di tutti e tutte, perchè la democrazia poi si invera anche in questi piccoli ma non secondari dettagli.


Marino Calcinari
APCS
Associazione Politica per la Costituente della Sinistra

giovedì 3 dicembre 2015

giovedì 10 dicembre 2015, ore 17 - difendiamo la Costituzione




La Costituzione è sotto attacco

difendiamola con il referendum




INCONTRO PUBBLICO

giovedì 10 dicembre 2015, ore 17

Trieste, Stazione Marittima, Molo Bersaglieri

Sala CRAL (accesso sul lato sinistro)









Relazioni introduttive:

Lidia Menapace – partigiana
Gli elementi fondanti della Costituzione italiana uscita dalla Resistenza”

Franco Campanella – senatore Lista Tsipras
I lavori parlamentari e la demolizione sistematica della Carta”

Mauro Barberis – docente di diritto presso l’ Università degli Studi di Trieste
Il riformismo compulsivo di Renzi”

Intervento:
Adriano Sincovich – Segretario della NCCdL CGIL di Trieste

Moderazione:
Stefano Borini – FIOM CGIL

Segue dibattito aperto al pubblico




Lidia Menapace, portavoce della Convenzione permanente di donne contro le guerre. Partigiana, femminista, co-fondatrice del Manifesto, già senatrice della Repubblica eletta nel 2006. Autrice di numerosi libri, i più recenti dei quali: Un anno al senato – Lucido diario di fine legislatura (2008), A furor di popolo (2012) e Io, partigiana (2014).



Francesco Campanella, senatore di Altra Europa con Tsipras. Funzionario della Regione siciliana, sindacalista della FP Cgil. Eletto in Sicilia col M5S, espulso perché critico. Eletto nel Comitato Nazionale dell'Altra Europa con Tsipras.
Componente della prima commissione Affari Costituzionali del Senato. Ha il sito web www.francescocampanella.org




Mauro Barberis, ordinario di Filosofia del diritto all'università di Trieste, è autore di una trentina di libri fra cui Libertà (1999), Europa del diritto (2008) e, con Luigi Ferrajoli, Dei diritti e delle garanzie (2013). Tiene blog sui siti del Fatto Quotidiano e di Micromega. Ha firmato il ricorso anti-Italicum presso il Tribunale di Genova.


Comitato Difesa della Costituzione Trieste - La Via Maestra
www.facebook.com/costituzionetrieste
comitatodifesacostituzione.ts@gmail.com

lunedì 30 novembre 2015

Marcia per l'ambiente - Domenica 29 novembre ore 15 in piazza della Borsa a Trieste

si sono ritrovate centinaia di persone per manifestare, riunirsi , parlarsi e promuovere conoscenza e solidarietà, mobilitazione e sostegno alle tante iniziative e battaglie che da tempo si conducono per prevenire i disastri ambientali ed il caos climatico.


A Trieste circa  una trentina di associazioni e comitati hanno promosso ed aderito all' iniziativa: Avaaz, ACLI, AIAB-FVG, ARCI, Bottega del mondo, BIOEST, FederConsumatori , Legambiente ;i sindacati NCCdL CGIl e CCdl -UIL, il Comitato pace e Convivenza Danilo Dolci , COPED- Cammina Trieste, e poi ancora  il Forum regionale Acqua Bene Comune, Konrad, Marevivo, Rete della Conoscenza, SlowFood, UISP, UDS, WWF, la Kmecka Zveza, , l' ISDE, la FIAB Trieste Ulisse, etc.
Una manifestazione vivace e colorata , con ecociclisti, giovani , lavoratori e pensionati, famiglie e tanti  cartelli plurilingue , un gioioso assembramento che ha ricoperto la fontana del Nettuno , con le note delle canzoni dei Drifting Wawes , che  protetti dal gazebo del Circolo verdazzurro di Legambiente - posizionato quasi  davanti alle gigantesche colonne doriche che dal 1806 sorreggono l' atrio di palazzo Molari - hanno accompagnato il prosieguo della manifestazione  fino alle 17.30.
Le richieste avanzate nella piattaforma politica , che ha unito le migliaia di altre manifestazioni svoltesi contemporaneamente in tantissime città, italiane, europee, con respiro globale , sono riassumibili nell' obiettivo di rimettere in discussione quell' obsoleto modello di sviluppo fondato sulla distruzione ambientale, sullo scempio della natura,  sullo sfruttamento delle energie fossili, sul produttivismo, sull' ipercompetitività , il consumismo, la distruzione e lo spreco  delle risorse.
Non v'è dubbio che la 21esima conferenza ONU sui cambiamenti climatici , che si terrà da domani 30 novembre sino all' 11 dicembre , non potrà non prendere posizione sui guasti che ormai la degenerazione di questo  modello produttivo sta realizzando a livello planetario,  e che la sola riduzione della emissione dei gas serra non basta. 
L' anidride carbonica emessa nel mondo nel 2014 risultava pari a  oltre 42 miliardi di tonnellate , - erano "solo" 35,3 q  l'anno precedente-( cfr: AFP,joint research center -european commission, Noaa, cop21 paris.org) e questo fatto avrà  conseguenze, in termini di surriscaldamento globale  purtroppo facilmente prevedibili: non solo l' innalzamento del livello degli oceani,  ma la sua  acidificazione , la modifica della circolazione oceanica di profondità con l' erosione delle barriere coralline , e poi  la diffusione delle siccità , la carenza d' acqua in zone già esposte a problemi di degrado e desertificazione, lo scongelamento del permafrost ,  quindi altri drammi, ambientali e soprattutto umani, con milioni di persone in fuga dalla loro terra e dal  modello del neoliberismo globale .                             
Oltre 10 miliardi di tonnellate di  anidride carbonica , delle 42 precedentemente citate , ad esempio,  sono state prodotte dalla sola Cina , ma logicamente è insostenibile il mantenimento di un modello di produzione che comporta costi sociali ed ambientali di impatto cosi' devastante .Ed infatti, non a caso il presidente della RPC Xi Jinping  ha da tempo preannunciato una correzione di rotta per contenere le emissioni.Ma , appunto, la sola riduzione  non sarà sufficiente se analoghe misure , aldilà dell' esito della COP21 , non saranno prese a livello ,locale, non solo dai paesi sovrani , ma dalle comunità, dagli enti locali , da chi governa e/o amministra il territorio. E se non si passerà ad un altro modello di civiltà, ad un' altra qualità dello sviluppo.  
Il  sistema industriale, produttivo e di consumo, del  nostro paese , concorre all' inquinamento atmosferico ed al caos climatico in misura contenuta, ma non per questo giustificabile, solo 0,3 mld di tons di CO2..ma è uno di quei  paesi ( con Germania, Francia Polonia, Inghilterra) a produrre i 70 % delle emissioni di tutta la Ue. Con quali posizioni l' Italia si reca a questa conferenza?  la domanda  non è retorica, ma considerato il tipo di scelte politiche sin qui fatte in materia ambientale dal governo Renzi non è   proprio il caso di dormire sonni tranquilli.

Marino Calcinari
Associazione Politica per la Costituente della Sinistra
"TSXTsipras" 

domenica 29 novembre 2015

Stop TTIP: il dibattito pubblico del 27 novembre 2015


All' assemblea di ieri venerdi 27 novembre, nell' Aula magna della sede Universitaria di Via Filzi , oltre settanta persone hanno seguito, per oltre due ore, le riflessioni e gli aggiornamenti sulla vicenda TTIP, un appuntamento doveroso dopo la settimana di mobilitazione dello scorso ottobre, e di continuità verso le prossime scadenze di lotta per la prossima primavera.


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La coordinatrice nazionale Elena Mazzoni ha infatti ricordato che la battaglia prosegue, e che solo grazie alla caparbietà ed alla determinazione di milioni di cittadini europei, il tentativo di far passare, in tempi rapidissimi, e sulla testa delle persone, l' accordo capestro delle multinazionali, è stato smascherato, e che la sua approvazione, nei termini originari in cui esso era stato pensato, non è piu' così scontata.



Le recenti manifestazioni di Bruxelles e di Berlino, gli oltre tre milioni di firme raccolte, la capillarità del lavoro dei Comitati STOP TTIP sui territori, anche in Italia, sono il lievito che può far crescere la consapevolezza di poter esigere esigere, per il prossimo futuro, uno scenario di sviluppo diverso, in un quadro di regolamentazione delle politiche economiche e di effettiva tutela dei diritti del cittadino. 

Sui lavori assembleari saranno resi disponibili, a breve, i testi delle relazioni svolte dalla prof.ssa Roberta Nunin, docente di diritto del lavoro, 



e dalla dott.ssa laura Chies, docente di politiche economiche. 



All' assemblea non hanno potuto partecipare i consiglieri comunali a causa della convocazione d'urgenza del Consiglio sul PRG, ma un intervento non formale - anche a nome della Giunta e del sindaco Cosolini - è stato portato ai partecipanti dall' assessore Roberto Treu. 



Il suo intervento - cosi' come tutte le altre domande ed interventi dei presenti -, il dibattito , che pur nella ristrettezza del tempo a disposizione si è riusciti a sviluppare, l' intero svolgimento dei lavori, sono stati videoregistrati e questo materiale verrà socializzato sulla rete; e tramite le associazioni e le organizzazioni culturali, sociali e politiche che hanno dato vita al Comitato Cittadino, esso sarà conseguentemente diffuso ai rispettivi contatti.

Nel corso dell' assemblea sono state raccolte altre adesioni al Comitato e un centinaio di euro di sottoscrizione, una piccola ma significativa risorsa che servirà a coprire, in parte, i costi dell' iniziativa ma che cercheremo di consolidare con altre, più efficaci e visibili forme di autofinanziamento. 



Ricordiamo che, sinora, possiamo contare solo sul contributo individuale dei nostri aderenti, e sulla liberalità di alcune delle associazioni che formano il Comitato. L' invito, non formale, è dunque quello di dare una mano, di sostenere e partecipare al lavoro politico, necessario per far crescere, anche a Trieste, un punto di riferimento per questa battaglia di civiltà, una battaglia gravosa e difficile ma che ha respiro europeo e coltiva l'ambizione di ottenere risultati. 

Per il Comitato STOP TTIP TRIESTE 
(Legambiente-FederConsumatori-Konrad-Bioest-UDS-APCS) 
Marino Calcinari

MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

INVITO
Domenica 29 novembre dalle ore 15 alle 17 in piazza della Borsa
MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA

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Anche a Trieste domenica 29 novembre – come in altre migliaia di località di tutto il mondo – molte persone e associazioni si riuniranno per sensibilizzare i concittadini e le autorità sulla lotta ai cambiamenti climatici e per la riduzione delle emissioni di gas serra.

Il vertice mondiale di Parigi COP21, che si svolgerà dal 30 novembre all'11 dicembre, dovrà produrre accordi vincolanti per bloccare l'innalzamento della temperatura globale. In caso contrario, la vita delle persone, gli ecosistemi, intere città e territori sono minacciati da disastri naturali, alluvioni, carestie e dai conflitti e migrazioni che ne nasceranno.

La Coalizione Italiana per il Clima, che riunisce centinaia di associazioni, e la comunità di Avaaz, a cui partecipano migliaia di giovani, stanno organizzando la marcia a Roma e in tutta Italia.

A Trieste la Coalizione ed Avaaz hanno deciso di unire le forze, per cui l'evento viene organizzato insieme.

Le 26 associazioni che promuovono l'iniziativa sono:

Avaaz, Acli, AIAB-FVG, Arci Servizio Civile, Arci Trieste, BdM Senza Confini Brez Meja, Bioest, CCdL-UIL, CGIL, Centro Italo-Sloveno Trieste, Comitato Pace e Convivenza Danilo Dolci, COPED-CamminaTrieste, Federconsumatori, FIAB Trieste Ulisse, Forum regionale Acqua Bene Comune, ISDE, Kmečka Zveza, Konrad, Legambiente, Marevivo, Rete della Conoscenza, Slow Food, Studenti per l'ambiente, UISP, Unione degli Studenti, WWF, ZSKD

La presenza di associazioni così diverse: ambientali, culturali, sindacali, ricreative, sportive, studentesche, testimonia il fatto che il problema dei cambiamenti climatici riguarda tutti noi e viene visto come uno dei problemi più urgenti con cui si confronta l'umanità.

A Trieste la “marcia” sarà una grande festa con animazione, giochi, letture, musica, destinato soprattutto ai giovani, ai bambini ed alle famiglie, per partecipare tutti a questo momento di importanza storica.

Interverranno gli animatori di Arci Trieste, i gruppi musicali Drifting Waves e Azoto liquido, i giovani di Acli e Arci Servizio Civile leggeranno i testi sui cambiamenti climatici, un gruppo di ciclisti di Fiab Trieste Ulisse testimonierà di come ci si può muovere e divertirsi senza produrre gas a effetto serra.

gruppo facebook: Marcia per il clima a Trieste

mercoledì 25 novembre 2015

L’abbattimento dell’aereo russo è un atto di guerra


L’Altra Europa con Tsipras

Il salto di gravità dell’offensiva terroristica guidata dall’Isis continua a dare i suoi terribili frutti velenosi. 
Oltre a spingere la Francia verso l’instaurazione di uno stato di emergenza che porta alla sospensione dei diritti civili e verso logiche di coinvolgimento degli altri paesi europei in atti di guerra, con il beneplacito formale degli organi della Ue, scatena antichi contrasti, rivalità e regolamenti di conti. 
Il governo turco - che ha finora utilizzato la guerra al terrorismo per farla contro i Curdi che si battono contro l'Isis difendendo loro territori che la comunità internazionale continua a negargli, riconquistando città e posizioni che sembravano perse - ha deciso con un atto di guerra vero e proprio di abbattere un aereo russo. 
Non si tratta qui di disputare di quanto e se il velivolo russo abbia violato lo spazio aereo turco. Si tratta di fermare una spirale che ci può portare verso il baratro di una guerra generale. La Turchia ha chiesto la convocazione immediata del Consiglio della Nato Nord. Dal canto suo Putin reagisce parlando di crimine e di conseguenze tragiche. 
Chiediamo che l’Onu si occupi immediatamente della questione per fermare il crescendo dello scontro e le sue possibili ripercussioni militari su larga scala. L’Unione europea è chiamata direttamente in causa e deve svolgere finalmente un’iniziativa di pacificazione. Altrimenti assisteremo al trionfo contemporaneo delle strategie terroristiche e di guerra secondo una spirale che ben conosciamo e che ha già portato milioni di morti dalla prima guerra del Golfo, passando per la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia, fino alla tragedia siriana.
Un contributo decisivo deve e può giungere dai popoli di tutto il mondo, dai movimenti per la pace, da parte di tutti coloro che sono contro il terrorismo e la guerra, due aspetti della stessa barbarie.

Ufficio stampa

giovedì 19 novembre 2015

19 e 20 novembre - iniziative comitato Danilo Dolci


Con gentile preghiera di dare notizia delle due iniziative qui sotto riportate e supportate dalle motivazioni del documento di seguito trascritto. 
Per il Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci, Luciano Ferluga
  
Prima iniziativa:
Perché Parigi? Perché le ingiustizie producono le guerre? Perché le guerre producono anche il terrorismo? 
Quali responsabilità ha l’occidente sulle tragedie del nostro tempo? 
Discutiamone insieme giovedì 19 Novembre 2015 alle ore 18:30 nella sala del centro ItaloSloveno di via Valdirivo 30 - Trieste. 
Interverrà don Mario Vatta -della Comunità di San Martino al Campo e un rappresentante della comunità islamica di Trieste. 
Seguirà alle ore 20 e30 la proiezione del film “L’ospite inatteso” di Tom McCarthy della rassegna  “Cinema e Migranti- Popoli in cammino”. 
L’evento è promosso dal Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci e dal Circolo cinematografico Charlie Chaplin.


Seconda iniziativa:
No alle guerre - No al terrorismo - No all’odio religioso e razziale
8 giorni dopo il massacro di Parigi
A Trieste “Un ponte illuminato”
per ricordare le vittime e condannare le guerre e il terrorismo nelle varie parti del mondo.
Venerdi 20 novembre alle 17.30 al “ponte curto
di via Cassa di risparmio.
Portate una candela.Iniziativa del Comitato Pace Convivenza e Solidarietà “D.Dolci”  



Motivazioni: 
Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell'attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l'angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. 

La guerra è dentro le nostre società. E' dentro il nostro quotidiano. E' dentro il nostro modello di sviluppo. La nostra società si arricchisce con la produzione di armi che servono per fare le guerre che poi condanniamo e che vorremmo reprimere con nuove armi e nuove guerre. Una spirale che va fermata e sostituita con una diversa idea di società e di convivenza universale, fondata sugli stessi valori che oggi sono stati brutalmente attaccati in Francia: libertà, uguaglianza, fratellanza. 

Proviamo rabbia e delusione per il fallimento delle istituzioni, nazionali e internazionali cui tutti noi abbiamo delegato la sicurezza, il rispetto dei diritti umani, che non hanno fatto leva su diplomazia e cooperazione per prevenire e gestire i conflitti. 

Non vogliamo nuove spedizioni ed avventure militari. 

Vogliamo costruire la pace e fermare la spirale di violenza e di follia umana con il diritto, le libertà, il dialogo, la solidarietà, la cooperazione, la giustizia sociale, il lavoro dignitoso, il rispetto dell'ambiente, la costruzione di una difesa comune europea, a partire dalla difesa civile non armata e nonviolenta con l'istituzione dei Corpi Civili Europei di Pace. 

Non è più tempo di ipocrisie, di tolleranza e favoritismi politici, di deroghe ai principi fondanti della nostra società, di premiare gli interessi propri sottomettendo gli interessi universali, di giustificare le occupazioni, i regimi autoritari per non disturbare i mercati o il prezzo del petrolio. 

Basta produrre e vendere armi per fare le guerre. Basta dire che non esiste alternativa alla guerra. 

Il razzismo e i predicatori d’odio vanno fermati per impedire che la paura e la violenza dilaghino e che in nome della sicurezza siano demolite progressivamente le nostre libertà e le conquiste democratiche. 

Va contrastata concretamente la deriva politico culturale che spinge l’Europa verso un ritorno al passato, dove erigere muri e indicare lo straniero, il migrante, il rifugiato, come nemico, serve per raccogliere consensi elettorali e distrarre l’opinione pubblica dai problemi interni. 

L’islamofobia rischia di diventare un sentimento diffuso e di alzare dentro le nostre società muri invalicabili, producendo discriminazioni e divisioni. 
Spingendo una parte della popolazione, soprattutto le giovani generazioni, a ricercare identità e appartenenza tracciando confini invalicabili tra differenze religiose e culturali concepite come inconciliabili tra loro. 

Bisogna fare presto per fermare questa follia umana, con gli strumenti che già abbiamo a disposizione: le armi del diritto e della democrazia. Per evitare che l’Europa, il pianeta intero e i suoi abitanti vengano travolti in una spirale distruttiva irreversibile, a partire dagli impegni che gli stati debbono assumere alla COP21 che si terrà proprio a Parigi, dal 30 novembre prossimo, vero banco di prova del cambiamento necessario ed indispensabile. 

Abbiamo bisogno di fare società, tessere relazioni sociali, ricostruire spazi collettivi di confronto e di scambio culturale. 

Questo è il nostro impegno per ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita e i propri affetti a causa delle guerre che non ha voluto e della follia che non ha potuto fermare. 

Per questo invitiamo tutte le organizzazioni sociali a organizzare a partire da quanto prima iniziative, momenti di riflessione, assemblee nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei circoli, nelle sedi sindacali, nelle parrocchie per definire dal basso e facendo partire territorio un piano di azione contro il terrorismo, le guerre e il razzismo.


sabato 7 novembre 2015

Il caso TTIP - dibattito, 27 novembre



Il Comitato Stop TTIP di Trieste

presenta


Il caso TTIP

Accordo di libero scambio tra USA e Unione Europea

Tutto affidato al mercato: salute, acqua, scuola, ambiente, alimentazione……

La metamorfosi: da cittadini con diritti a clienti delle multinazionali






Dibattito pubblico aperto a cittadini e amministratori


Relazioni di Roberta Nunin e Laura Chies dell’Università degli Studi di Trieste

Con la partecipazione di Elena Mazzoni - coordinatrice del Comitato nazionale Stop TTIP

Presenta Lino Santoro - Comitato Stop TTIP di Trieste
Modera Simonetta Lorigliola - direttrice del mensile Konrad naturalmente liberi


Trieste 27 novembre 2015 dalle 17 alle 19.30

Aula Magna - Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università degli Studi di Trieste

Via Filzi 14, Trieste  


Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) ovvero il Parternariato Transatlantico su Commercio e Investimenti è un trattato in via di negoziazione tra Stati Uniti e Unione Europea che dovrebbe integrare le due economie per favorirne la crescita nel lungo periodo. In realtà i vantaggi si concentrerebbero nelle mani di pochi poiché l’obiettivo reale è la riduzione delle barriere non tariffarie ovvero di leggi e di regolamenti che oggi esistono per la tutela dei diritti dei cittadini sul piano politico-sociale ed economico. 

I negoziati sono svolti senza trasparenza e sotto l’influenza costante delle lobby economico-finanziare. La governance antidemocratica è confermata dal proposto Regulatory cooperation council (Consiglio per la Cooperazione Regolativa) che dovrebbe armonizzare verso il basso le normative europee, come il principio di precauzione, che è necessario per prevedere il possibile impatto negativo di un’attività o di un prodotto su ambiente e salute. 

L’obiettivo principale del TTIP è la mercificazione e la privatizzazione di beni e servizi, la sottrazione ai cittadini dei beni comuni come l’acqua, il territorio, la cultura, il welfare

I servizi pubblici non sono oggetto dei negoziati viene affermato, ma negli accordi la definizione di servizio pubblico è confinata solo all’amministrazione della giustizia, all’ordine pubblico e alla regolazione delle rotte aeree internazionali.
Istruzione, sanità, servizio idrico, servizio postale, comunicazioni sarebbero alla mercè delle multinazionali. Gli standard in campo ambientale, alimentare, chimico, biotecnologico, agricolo, cosmetico verrebbero armonizzati in difesa degli interessi delle grandi lobby degli affari. L’armonizzazione avrebbe un pesante impatto occupazionale e sociale, sarebbero ridotti i diritti dei lavoratori, la democrazia contrattuale e limitati gli spazi delle rappresentanze sindacali.

Sebbene la relazione votata dal Parlamento europeo sia contraria all’inclusione dell’ISDS (Investor to State Dispute Settlement: Meccanismo di risoluzione delle controversie fra Stato e investitori) che tutela gli interessi delle imprese, le proposte di inserire questo arbitrato fra investitore e governo limiterebbero la sovranità degli Stati su leggi e programmi in materia di sanità pubblica, di sostenibilità ambientale, di diritti dei lavoratori. Le Corti di arbitrato sono tribunali privati e semisegreti il cui giudice riceverebbe parcelle proporzionali alle compensazioni miliardarie che le imprese chiederebbero agli Stati per aver limitato la loro capacità di investimento in settori di pubblico interesse.