A QUATTRO ANNI DAL DISBOSCAMENTO EFFETTUATO E' - COMUNQUE - PRIMAVERA IN VAL ROSANDRA. Domenica
6 marzo alle ore 10 presso il rifugio Premuda, per sollecitare un
recupero del sito protetto in Glinščica / Val Rosandra, nel rispetto
della Costituzione italiana.
Domenica 6 marzo alle ore 10 presso il rifugio Premuda, si ritroveranno i partecipanti alla verifica avvenuta un anno fa sul Sito d'importanza europea sottoposto a un disboscamento selvaggio, in Glinščica / Val Rosandra; per spostarsi poi a monte del ponte di legno, nella Zona di protezione speciale ove sussisteva la bellissima "foresta a galleria".
La necessità di monitorare il sito e proteggere le piante pregiate dalle invasive, era stata affermata dagli scienziati Poldini Dolce Nimis Bressi Colla e Gasparo, che abbozzarono all'amministrazione le linee di un Piano di ripristino fondato
su monitoraggio, prevenzione, coltivazione, formazione e inserimento nei progetti Interreg.
Spiace constatare che il recupero in oggetto non risulti, per quanto oggi a conoscenza nelle intenzioni della Regione e nemmeno del Comune, il quale non ne introduce il concetto nel Piano di Conservazione della Valle, in corso di redazione.
A questo indirizzo il primo degli articoli in argomento
Domenica 6 marzo alle ore 10 presso il rifugio Premuda, si ritroveranno i partecipanti alla verifica avvenuta un anno fa sul Sito d'importanza europea sottoposto a un disboscamento selvaggio, in Glinščica / Val Rosandra; per spostarsi poi a monte del ponte di legno, nella Zona di protezione speciale ove sussisteva la bellissima "foresta a galleria".
La
tutela dell'ambiente rappresenta un principio basilare del nostro
paese. La suprema Corte ha stabilito che è fissata dagli articoli 9 e 32
della Costituzione Italiana, e che assume il valore dl diritto
fondamentale, qualificandolo come "valore costituzionalmente protetto".
Il
23 maggio di quattro anni fa, un incontro in Comune a Dolina tra
amministrazione e scienziati naturalisti, produsse un accordo verbale
per l'avvio di un Piano di recupero nell'area protetta,
rimasto disatteso per le resistenze legate al processo sulla vicenda.
La necessità di monitorare il sito e proteggere le piante pregiate dalle invasive, era stata affermata dagli scienziati Poldini Dolce Nimis Bressi Colla e Gasparo, che abbozzarono all'amministrazione le linee di un Piano di ripristino fondato
su monitoraggio, prevenzione, coltivazione, formazione e inserimento nei progetti Interreg.
Fu
ipotizzato anche un intervento di pulizia da ailanto e robinie col
coinvolgimento di abitanti e "cittadini". Il recupero del Sito distrutto
era stato solecitato pure con una mozione dalla Provincia nell'aprile
2012.
Spiace constatare che il recupero in oggetto non risulti, per quanto oggi a conoscenza nelle intenzioni della Regione e nemmeno del Comune, il quale non ne introduce il concetto nel Piano di Conservazione della Valle, in corso di redazione.
L'importante
procedura d'infrazione europea in corso, e ancor più la mobilitazione
dei cittadini a difesa di un diritto riconosciuto, fanno sperare che la
primavera favorisca un ripensamento generale e l'avvio del risanamento,
che richiede inevitabilmente i tempi lunghi ma certi della natura.
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