Vista la bandiera Arcobaleno campeggiare dietro il
palco e le notizie sulla discussione sull'Ucraina all'europarlamento,
riporto di seguito l'intervento - preparato in assemblea - che il tempo a
disposizione non ha permesso di presentare. Cordiali saluti
Per un Progetto di Pace de L'Altra Europa - Assemblea di Bologna - 17/1/2015
di Alessandro Capuzzo - Comitato di Trieste
Il
Gruppo tematico pace-europa-mediterraneo-immigrazione è forse l'unico
nei mesi scorsi ad aver funzionato veramente, in particolare sul tema
Immigrazione con le iniziative di Spinelli Rivera ed altri. Il Comitato
triestino vi ha contribuito inoltrando la petizione Stanisič sui visti
ai cittadini Bosniaci Serbi e Macedoni (a proposito, a che punto è
l'interrogazione?) e la proposta Calcinari/Spinelli sulla "Giornata dei
Diritti umani, per la Cittadinanza europea e lo Ius soli nell'Unione".
L'appello
"Nous sommes Charlie" in testa alla convocazione dell'Assemblea, chiama
all'unione intorno ai Diritti quale antidoto alla guerra e al terrore,
mentre alcuni passi nel Manifesto propongono un'attiva politica europea
di Pace e una cultura di contrasto a violenza e corsa agli armamenti.
Nel panorama italiano la cosa appare assai complessa, essendo il Movimento diviso, grosso modo in tre aree di riferimento:
- LaTavola ed il Coordinamento Enti locali Pace, promuovono la Marcia Perugia Assisi ed agiscono in prevalenza nell'Educazione alla pace con le scuole.
- La Rete della Pace formata per lo più da Associazioni ed Organizzazioni (Movimento nonviolento, MIR, Cgil, Agesci, Arci, Tavolo ICP, Acli ecc.) nazionali e locali, ha promosso l'Arena di pace a Verona nell'aprile 2014 ed il PdL d'iniziativa popolare per un Dipartimento della Difesa Civile in Italia, in corso di raccolta firme.
- La rete Controlaguerra, attiva nella controinformazione sui conflitti che ci coinvolgono pesantemente da vent'anni, ed impegnata nello smascherare le menzogne di guerra.
Questa complessa
situazione (non sono più tempi da Movimento "seconda potenza mondiale"
tipo 2003) richiede un livello di interazione politica, e sarebbe forse
risolvibile attraverso una compensazione per aree di interesse, ora
comunque del tutto prematura.
Il
problema però può essere affrontato - analogamente a quanto sta facendo
L'Altra Europa - uscendo dalla logica nazionale, per impostare contatti e
progetti sulla linea che la stessa mailing list
pace-europa-mediterraneo-immigrazione suggerisce.
A
iniziare dal Social Forum Mondiale di Tunisi, dove già Ipri-reteccp,
Arci e tante altre realtà sono impegnate in workshops ed iniziative a
tema; e dove si può promuovere un incontro come Gruppo parlamentare
europeo.
Questo livello di discussione è
mancato al Peace Event Sarajevo 2014 (di cui sono stato nel gruppo
promotore) e a dispetto dell'ottima organizzazione e partecipazione,
polemiche diverse ingessate sul filo bosgnacco o filo serbo, con rimandi
alla Nato sono echeggiate sia in Italia che in Germania.
Il
dilagare della guerra costringe ad agire: Stéphane Hessel ha detto "la
Rivoluzione o sarà nonviolenta, oppure non sarà" ! Lavoriamo quindi ad
un progetto d'organizzazione della attività nonviolente a livello
euromediterraneo, nei vari campi della società dei vari Paesi ? Energie e
competenze non mancano; bisogna costruire la forza politica, e reperire
i mezzi necessari.
Forse Tunisi può segnare un inizio.
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