Ricordo inoltre la riunione di
venerdi 9 gennaio alle ore 18 in Casa del popolo di Ponziana , dove
all' OdG verrà discusso anche questo argomento.
Marino Calcinari
Vi invitiamo martedì 13 gennaio alle ore 18:00 presso la saletta di Via Rittmeyer 6 a Trieste per verificare la disponibilità a dare vita ad un comitato cittadino permanente contro il Jobs Act.
Quello che segue è il testo dell'appello con i primi firmatari.
Appello a gruppi, associazioni, partiti, singole/i interessate/i
La legge di stabilità e il decreto
legislativo n. 1 sul Jobs Acts, entrambi varati alla vigilia di Natale dal
Parlamento e dal governo, danno attuazione ai diktat sul lavoro che Draghi e l’allora
presidente della BCE Trichet dettavano all'allora governo Berlusconi nella
lettera inviata il 5 agosto 2011, diktat definiti nell’incontro avvenuto lo scorso
agosto tra l’attuale presidente della BCE Draghi e il presidente del Consiglio
Renzi a Città della Pieve.
Perfetta continuità dunque tra
Berlusconi e Renzi e, come aggravante per quest’ultimo, si ingannano con
disinvoltura gli elettori del Pd dello scorso aprile dando attuazione a un
attacco senza precedenti dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle
lavoratrici e indirizzando le risorse pubbliche a vantaggio dei profitti e
delle rendite finanziarie.
Entrando più nel dettaglio, la legge di
stabilità riduce drasticamente la tassazione (IRAP) alle imprese, utilizza gli
11 miliardi di spesa aggiuntiva in deficit a totale vantaggio della classe
padronale, taglia contemporaneamente la spesa pubblica (17 miliardi) con enormi
ripercussioni, sulla sanità, sul trasporto pubblico locale, sui servizi
sociali, sulla scuola, l’unversità e la ricerca.
Lo schema di decreto legislativo n. 1
sul Jobs Acts, offrendo piena libertà sui licenziamenti individuali e
collettivi, va al di là degli stessi sogni del presidente della Confindustria
Squinzi.
L’ esperto giurista del lavoro
Piergiovanni Alleva, responsabile tra i vari incarichi della consulta giuridica
della CGIL, così scrive sul Manifesto il 29 dicembre: “In cosa consiste,
infatti, la «rivoluzione copernicana» di cui straparla Matteo Renzi a proposito
dei contenuti del decreto attuativo? Puramente e semplicemente nel consentire
al datore di lavoro che voglia per qualsiasi motivo (anche il più ignobile)
sbarazzarsi di un lavoratore di «inventarsi» una inesistente ragione economico
produttiva per procedere al licenziamento, e di farlo senza timore che il suo
carattere pretestuoso venga smascherato in giudizio perché anche in tal caso
gli basterebbe pagare la classica «multarella» (per ogni anno di servizio due
mensilità con il massimo di 24) per lasciare comunque il lavoratore sulla
strada nella condizione disperata discendente dalla disoccupazione di massa. Tutto il resto del
decreto attuativo, compresa la dibattuta questione della reintegra nel caso di
licenziamenti disciplinari illegittimi, è soltanto fumo negli occhi, perché
tutti i datori imboccheranno, invece, la comodissima strada del «falso» motivo
economico produttivo.”
E’ evidente che Renzi e soci non
smetteranno di fare danni, sono previsti a breve altri decreti attuativi, prossime
tappe, tanto per iniziare, altre riforme economico-strutturali per “cambiare l’umore degli italiani” come l’applicazione
del jobs act al pubblico impiego con la riforma della Pubblica amministrazione
e l’attuazione della riforma sulla “buona scuola” con lo smantellamento
definitivo del sistema d’istruzione pubblico.
Bisogna provare a fermarli subito. Nel
corso dell’autunno appena trascorso ci sono stati segnali positivi per una
ripresa della mobilitazione sociale: abbiamo assistito, anche a Trieste, ad un
rinnovato protagonismo sociale, con giornate di mobilitazione molto
partecipate, fenomeno che non si vedeva da molto tempo. Questo “capitale” di
lotta non va sprecato, al contrario, dobbiamo provare a costruire la
mobilitazione sociale già nelle prossime settimane con tutti i mezzi che
abbiamo a disposizione, assemblee nei luoghi di lavoro, informazione con web
tv, pronunciamenti, mobilitazioni di categorie diffuse sul territorio,
creazione di casse di resistenza e di sostegno alle lotte, su modello di quanto
realizzato dalla FIOM nel 2003, fino alla convocazione a breve scadenza di un
nuovo sciopero generale, anche prolungato.
Solo un cambiamento del clima politico e
sociale di tale portata renderà concreta la possibilità di mandare a casa
definitivamente questo governo di servitori della troika e dei padroni. La
possibilità di abrogare queste leggi tramite referendum, come suggerito dallo
stesso Alleva, puo’ e deve essere presa in considerazione, ma tenendo presente
che le scorciatoie giuridiche da sole non bastano al cambiamento.
Vi proponiamo quindi un primo incontro per
verificare la disponibilità a dare vita ad un comitato cittadino permanente contro il Jobs Act.
Vi invitiamo martedì 13 gennaio alle ore 18:00 presso la saletta di Via
Rittmeyer 6 a Trieste.
Elenco dei primi firmatari:
Il sindacato è un’altra cosa, rivendicazioni per una Cgil indipendente
Democratica, che lotta
R.o.s.s.@ – Movimento anticapitalista e libertario
Sinistra Anticapitalista, SAC
Partito Comunista d’Italia, PCdI
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