Il Comitato Stop TTIP di Trieste
presenta
Il caso TTIP
Accordo di libero scambio tra USA e Unione Europea
Tutto affidato al mercato: salute, acqua, scuola, ambiente, alimentazione……
La metamorfosi: da cittadini con diritti a clienti delle multinazionali
Dibattito pubblico aperto a cittadini e amministratori
Relazioni di Roberta Nunin e Laura
Chies dell’Università degli Studi di Trieste
Con la partecipazione di Elena Mazzoni - coordinatrice del Comitato nazionale Stop TTIP
Presenta Lino Santoro - Comitato Stop
TTIP di Trieste
Modera Simonetta Lorigliola - direttrice
del mensile Konrad naturalmente liberi
Trieste
27 novembre 2015 dalle 17 alle 19.30
Aula
Magna
- Scuola
Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
dell’Università degli Studi di Trieste
Via
Filzi 14, Trieste
Il TTIP (Transatlantic Trade and
Investment Partnership) ovvero il Parternariato Transatlantico
su Commercio e Investimenti è un trattato in via di negoziazione
tra Stati Uniti e Unione Europea che dovrebbe integrare le due
economie per favorirne la crescita nel lungo periodo. In realtà i
vantaggi si concentrerebbero nelle mani di pochi poiché l’obiettivo
reale è la riduzione delle barriere non tariffarie ovvero di leggi e
di regolamenti che oggi esistono per la tutela dei diritti dei
cittadini sul piano politico-sociale ed economico.
I negoziati sono
svolti senza trasparenza e sotto l’influenza costante delle lobby
economico-finanziare. La governance antidemocratica è confermata dal
proposto Regulatory cooperation council (Consiglio per la
Cooperazione Regolativa) che dovrebbe armonizzare verso il
basso le normative europee, come il principio di precauzione,
che è necessario per prevedere il possibile impatto negativo
di un’attività o di un prodotto su ambiente e salute.
L’obiettivo
principale del TTIP è la mercificazione e la privatizzazione di beni
e servizi, la sottrazione ai cittadini dei beni comuni come
l’acqua, il territorio, la cultura, il welfare.
I servizi
pubblici non sono oggetto dei negoziati viene affermato, ma negli
accordi la definizione di servizio pubblico è confinata solo
all’amministrazione della giustizia, all’ordine pubblico e alla
regolazione delle rotte aeree internazionali.
Istruzione, sanità, servizio idrico,
servizio postale, comunicazioni sarebbero alla mercè delle
multinazionali. Gli standard in campo ambientale, alimentare,
chimico, biotecnologico, agricolo, cosmetico verrebbero armonizzati
in difesa degli interessi delle grandi lobby degli affari.
L’armonizzazione avrebbe un pesante impatto occupazionale e
sociale, sarebbero ridotti i diritti dei lavoratori, la democrazia
contrattuale e limitati gli spazi delle rappresentanze sindacali.
Sebbene la relazione votata dal
Parlamento europeo sia contraria all’inclusione dell’ISDS
(Investor to State Dispute Settlement: Meccanismo di
risoluzione delle controversie fra Stato e investitori) che tutela
gli interessi delle imprese, le proposte di inserire questo arbitrato
fra investitore e governo limiterebbero la sovranità degli Stati su
leggi e programmi in materia di sanità pubblica, di sostenibilità
ambientale, di diritti dei lavoratori. Le Corti di arbitrato sono
tribunali privati e semisegreti il cui giudice riceverebbe parcelle
proporzionali alle compensazioni miliardarie che le imprese
chiederebbero agli Stati per aver limitato la loro capacità di
investimento in settori di pubblico interesse.
Volantino in formato stampabile QUI
Pieghevole in formato stampabile QUI
Il video del volantinaggio QUI
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