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Si è svolta ieri, giovedi 5 febbraio
a Monfalcone, la presentazione del libro di Carlo Latini e Valerio
Calzolaio dedicato alla storia del PDUP.
All' iniziativa
organizzata dal circolo SEL di Monfalcone, in collaborazione e col
sostegno del Circolo del Manifesto di Trieste " Raffaele Dovenna" e
dell' APCS "TSxTipras"hanno partecipato una trentina di persone tra cui
l' assessore al lavoro della Regione FVG, Loredana Panariti e l' on.
Serena Pellegrino (SEL), componente della Commissione Ambiente alla
camera dei Deputati.
Non solo una iniziativa di
carattere culturale ma un momento di esposizione ed ascolto finalizzato
a riflettere sulla comprensione di problematiche e temi di stretta
attualità, che quella piccola ma non minoritaria formazione politica
della sinistra comunista seppe evidenziare ed analizzare sin dagli anni
70, come le TESI del manifesto sulla maturità del comunismo, e poi piu'
compiutamente nel breve periodo in cui si organizzò e strutturò come
partito in maniera definitiva dal 1979 al 1984: il femminismo, il tema
della pace e del disarmo, oltre la logica dei blocchi,la proposta del
servizio civile e di un nuovo modello di difesa, , l' ecologismo, la
critica al produttivismo, l' antinuclearismo,la ricerca di una politica
energetica fondata sulle energie rinnovabili.
Un
piccolo partito che si richiamava al comunismo ,ma che, nella
consapevolezza del fallimento del modello del socialismo reale,non
indulgeva a nostalgiche rivisitazioni ideologiche, ma già allora cercava
e praticava le vie inusuali e difficili della rifondazione della
sinistra.
Perchè PdUP per il comunismo?
"PARTITO
perchè la lotta proletaria contro lo sfruttamento capitalistico non
puo' vincere senza una organizzazione ed una strategia;
DI
UNITA' perchè non vuole aggiungere una nuova organizzazione a quelle che
già esistono , ma operare per la ristrutturazione di tutta la sinistra,
con un dibattito chiaro, ma una costante tensione unitaria;
PROLETARIA
perchè la rivoluzione deve essere opera del proletariato stesso ,
della sua lotta, della sua presa di coscienza, della sua diretta
partecipazione politica;
PER IL COMUNISMO perchè oggi il
contenuto reale di una alternativa già presente nei bisogni e nelle
esperienze delle masse , è l' abolizione del capitalismo, cioè del
profitto, come regola dell' attività produttiva, dell' individualismo
come principio regolatore del consumo e della organizzazione civile,
della delega come forma di gestione del potere."
( da un tatzebao di quegli anni)
Ed
" essere per la rifondazione della sinistra alla fine degli anni
sessanta e settanta in parte voleva dire finalizzare un sommovimento
generale , dare un senso piu' compiuto a un 'egemonia culturale "di
sinistra" : i valori della solidarietà, e della giustizia sociale, la
visione della politica come affermazione di un interesse generale, la
diffusione della cultura e dello spirito critico come risorse preziose ,
la rottura di ordini precostituiti opprimenti e burocratici."
(pagg.369)
Una attualità che rimane e che le
vicende della Grecia, di questi giorni, testimoniano in maniera netta,
inequivocabile, paradigmatica: la mutazione del capitalismo fordista in
finanzcapitalismo passando attraverso le due fasi evolutive del
reganismo/tatcherismo prima , della globalizzazione poi.
La
periodizzazione che caratterizza lo svolgimento narrativo di quella
nostra vicenda politica si giustifica con la necessità di far
comprendere l' evoluzione di quel fenomeno che cambio' il volto dell'
Italia, e non solo di essa.
Carlo Latini , già dirigente del
Pdup ed oggi presidente dell' istituto Gramsci , nel suo intervento ,
ricorda alcuni fatti che si svolsero nel 1980 e che cambiarono il corso
della storia: la sconfitta alla Fiat e la " scoperta " di una
componente moderata della fabbrica , estranea ed ostile alle lotte
operaie ( ottobre 1980), poi: la prima trasmissione di canale 5 ,
emittente privata, il 30 settembre, il 4 novembre l' elezione di Regan.
In
un quadro politico che declinava il suo aspetto piu' involuto, ottuso e
corrotto ( craxismo, P2 ,Caf , etc) il Pdup non si sottrasse al dovere
politico di condurre battaglie , in parlamento e nel paese, dure ed
intransigenti .
E nel 1981 il PdUP fu nel
movimento per la pace contro i missili a Comiso, contro chi voleva
abolire la legge 194,fu a fianco del PCI nel solco dell' alternativa
democratica alla DC , e nello strappo verso l' URSS, una posizione ,
questa , che il gruppo originario del manifesto , aveva già assunto all'
inizio del suo percorso politico.
Com' era allora
questo partito? per Luciana Castellina , che Latini cita per la
prefazione , il PdUP era "un' organizzazione molto severa, che non ha
nulla concesso all' approssimazione, ma ha costruito una propria
collettiva cultura , imponendo innanzitutto a se stessa , una
riflessione critica costante sul proprio fare." E che ha
prodotto una ricchissima anticipatrice analisi dei mutamento in corso
come risulta dagli scritti, dai documenti tematici, dai tanti contributi
pubblicati via via sul manifesto e gli altri bollettini, riviste e
periodici con cui il Pdup si attrezzò in tutto quel periodo.
Franceschino
Barazzutti, che fu consigliere regionale del PDUP dal 1978 al 1983 ha
ricordato come, in Regione , i consiglieri del PCI guardassero con
attenzione e piu' spesso con preoccupazione le posizioni politiche che
lui e Giorgio Cavallo , consigliere di DP , prendevano nel merito di
TUTTI i singoli problemi, " ci rispettavano" - dice- " perchè sapevano
che eravamo seri. E determinati""
Il PDUP nel
FVG fu un piccolo partito di quadri ( come allora si usava dire ) che
aveva non piu' di cinquanta iscritti, ma che- ancora citando le parole
di Luciana Castellina- sentiva la stessa responsabilità di una grande
forza,, rifuggiva il minoritarismo, evitava le facilonerie estremiste e
si dava il senso di responsabilità.
Gianni Iacono, oggi
avvocato e consigliere comunale di SEL ricorda che ricevette la sua
prima tessera del PDUP a 15 anni da Vittorio Moioli , nel 1980, e che
quella scelta, impegnativa, fu a tutti gli effetti una scelta di vita .
Edoardo
Gallovics, operaio, delegato di fabbrica e RSU , da alcuni anni in
pensione ha ricordato le motivazioni con cui allora decise di aderire
al Pdup, e come anche dopo il suo scioglimento, con l' ingresso o per
alcuni il ritorno, nel PCI, non abbia mutato le proprie convinzioni."
Dopo
il 1984 - ha detto- ho aderito per un periodo al MPA, il Movimento
Politico per l' Alternativa , e nel 1992 a Rifondazione Comunista , dove
milito tuttora"
In effetti, la scelta del
1983, che Lucio Magri impose al partito in regione fu mal digerita : non
ripresentarsi alle elezioni regionali ma dare indicazione di voto o
stare nelle liste del PCI, fu una scelta che pochissimi di noi allora
approvarono e condivisero , ma nondimeno causò non poche amarezze.
Franceschino
Barazzutti, di quella vicenda ha conservato anche le tracce cartacee (
alcune poi sono rintracciabili nel sito del circolo del manifesto di
Trieste :
www.circolomanifestotrieste.wordpress.com).
La
nostra fu comunque una bella storia , che non si concluse con la
confluenza nel PCI , ma proseguì nell' 89 , nella battaglia con cui ci
impegnammo per difendere la sopravvivenza del PCI, prima , per
ricostruire e rifondare una forza comunista dopo,e quella storia, come
si vede dalla quotidianità, dalle vicende politiche di oggi può
proseguire. La Grecia dimostra che si possono battere la rassegnazione
e l' assuefazione , che il neoliberismo non è l' ultima spiaggia dell'
umanità .
A tale scopo anche un libro che non sia solo
strumento di conservazione della memoria , ma anche strumento di
conoscenza per le battaglie da fare oggi, torna immensamente utile.
La
riunione si conclude con una piccola cena e con l' impegno a proseguire
una comune collaborazione politica e culturale col circolo di SEL di
Monfalcone .
Marino Calcinari
APCS
"TSXTSIPRAS"