e potremo incontrarla in due occasioni, il 6 e 7 novembre:
Alla presentazione del suo libro
"Io partigiana - La mia resistenza" (Edizioni Manni)
Giovedì 6 novembre 2014
ore 16.00, Sala CRAL ApT
Trieste, Stazione Marittima, Molo Bersaglieri 3
Ad un incontro dal titolo
"Femminismo o barbarie"
Venerdì 7 novembre 2014
ore 17:00 Aula Magna della Scuola Interpreti
Trieste, Via Filzi 14
modererà Assunta Signorelli
Vi alleghiamo le locandine sia in pdf che in immagine, pubblicizziamo dove possibile!
Scarica il pdf da QUI
o click sull'immagine per ingrandirla:
Scarica il pdf da QUI
o click sull'immagine per ingrandirla:
venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
Nicolò Ollino: se non ora, maledizione, quando?
Al lavoro per una Sinistra, e basta
Buongiorno a tutti/e
in ordine cronologico, fatti recenti:
martedì 28 ottobre 2014
Note sul documento Revelli di Guido Viale
L’Altra Europa è nata e
si è sviluppata mettendo in campo alcune idee (non nuove, ma chiare
e coerenti tra loro: la centralità dell’Europa per qualsiasi
processo di trasformazione politica, il rifiuto dell’austerità e
la necessità di ripudiare il debito, l’inclusione nei confronti di
migranti e minoranze di ogni genere, la conversione ecologica come
unica prospettiva in grado di affrontare in forme adeguate la crisi
ambientale e quella economica e occupazionale, il carattere
apartitico della lista); poi raccogliendo adesioni intorno a questa
piattaforma, dandole un simbolo che abbiamo cercato e fortunosamente
trovato in Tsipras, per poi, immergendoci nella società – nelle
piazze, nelle assemblee, nei luoghi di lavoro - per raccogliere le
firme e farci conoscere; infine gestendo senza mezzi una campagna
elettorale affidata prevalentemente, se non esclusivamente, agli
incontri diretti e al passa parola. E’ a questa pratica che noi
dobbiamo la nostra esistenza e la nostra consistenza come corpo
sociale ed è ad essa, senza ovviamente escludere tutti gli altri
mezzi che riusciremo ad attivare, che dobbiamo attenerci o ritornare
se vogliamo crescere e consolidarci.
Sull'organizzazione - Nota di Marino Calcinari
Alcune note sul testo di Revelli.
( contributo al dibattito collettivo)
E' vero che Renzi si impadronisce del
PD dopo averne corroso , dall' interno, le labili ed inconsistenti
fondamenta ( 136 voti a favore, 16 contrari, due astenuti a
conclusione del dibattito nella Direzione Nazionale) , ma si trattava
di una “morte annunciata” le cui origini possono essere fatte
risalire ben piu' addietro nel tempo .
lunedì 27 ottobre 2014
Sabato 25 ottobre - Ecco l' ALTRAITALIA che vogliamo
Ecco l' ALTRAITALIA che vogliamo e di cui ha bisogno il paese.
Due photo gallery visibili qui:
Quella di ieri 25 ottobre a Roma è stata una giornata straordinaria, una prova esemplare di partecipazione democratica, una prova di forza contro un governo ignobile, una prova di maturità per ricostruire la sinistra alternativa, ed innanzitutto per l'obiettivo immediato che quella manifestazione richiedeva, una controproposta di politica economica, alternativa al progetto di Confindustria, e contro l'austerità, il job act, lo sblocca Italia, le privatizzazioni, che Renzi vorrebbe imporre per decreto e far digerire al paese.
E' bene dire, a scanso di equivoci, che se qualcuno intendeva guardare alla manifestazione per "fare la conta" alla Cgil - ed alla sinistra, quella vera, che sta fuori dal palazzo - sarà rimasto deluso, e se, come par di capire leggendo oggi i commenti delle veline governative, questo qualcuno ancora coltiva l' illusione di comando e rappresentanza reale del paese, la manifestazione di Roma ne avrà alquanto ridimensionato le aspettative; quella bellissima, vivace e corale manifestazione di lavoratori e popolo, nella sua plurale compattezza e nella sua orgogliosa dignità ha rappresentato e dimostrato ben altro:
che non solo ogni aspettativa di normalizzazione dirigista ed autoritaria andrà a cozzare contro questa opposizione, che sarà anche frammentata e divisa, ma non è ancora rassegnata, nè priva di capacità, organizzative e politiche per indicare un altro cammino al corso degli eventi, nè essa è disponibile a farsi irreggimentare nella caserma dell' austerità espansiva immaginata dall' ordoliberismus merkeliano,di cui Renzi applica l' italiota caricatura, semmai questa opposizione che ieri ha ripreso forma e voce, potrà farsi essa stessa protagonista di un cambio di passo, se sarà capace di imporre, dentro ed oltre la mutazione antropologica del PD e i ritardi e le contraddizioni della CGIL, un' altro sbocco alla crisi del paese, su altre coordinate ed altre scadenze di lotta,ma in sintonia con quanto sta emergendo dai movimenti di opposizione e di aperta avversione che contrassegnano la geografia della precarietà, della disuguaglianza, dell' emergenza democratica, che sono oggi le stigmate piu' drammatiche che la crisi ha aperto nel nostro paese.
La manifestazione di Roma ha reso evidente l' esistenza e la compresenza di due fattori che ne segnano positivamente i confini e ne determinano il valore:
- l' irriducibilità della parte migliore di questo paese a lasciarsi amministrare, guidare, strumentalizzare dai populismi - sia di governo che d' opposizione, ed entrambi autoritari - è cresciuto, e quindi uno sbocco di alternativa, e di uscita a sinistra della crisi, sia pur difficile, non è in un contesto europeo, oggi impossibile.
- la capacità di resistenza nel mondo del lavoro/e non lavoro, della precarietà, della solidarietà e dell' internazionalismo, sin qui maturata, oggi infine puo' essere, non solo un elemento di valorizzazione e/o autodifesa identitaria di indistinte moltitudini, semmai a Roma s'è visto il contrario: ciascuna realtà organizzata è sfilata con tanto di sigla, nome e cognome, di appartenenza politica e sindacale ma anche di territorio, di luogo di lavoro,di categoria, etc, proprio a negazione di chi quella alterità di massa, con le politiche sul lavoro (e sulla scuola, sul welfare, etc) vorrebbe annichilire. In ciò contrapponendosi quella realtà rappresentava se stessa come la buona politica ed effettivamente è oggi quel presidio della democrazia che va rafforzato ed allargato su alcune discriminanti di campo.
E non c'è dubbio che il lavoro, e la democrazia, non nella loro genericità, ma nel contesto delle politiche concrete con cui il governo cerca di alterare il tessuto della democrazia rappresentativa, del giuslavorismo democratico e progressista sia oggi il tereno dello scontro cin cui questa capacità di resistenza è chiamata a misurarsi. Sicuramente essa va ben aldilà di quante persone (ed erano in effetti tantissime) ieri hanno materialmente calpestato il selciato dell' Urbe, giungendo, con disagio, e fatica, da tutte le parti d' Italia.
Spetta quindi alla sinistra che c'è, in primo luogo alle organizzazioni sindacali, raccogliere la domanda che quella piazza poneva sui terreni ben definiti di tutela del lavoro e della dignità delle persone, di rispetto per la democrazia e di misure legislative in linea con la Costituzione.
Il corteo che con molta difficoltà ha cominciato a sfilare da piazza Repubblica scendendo per via Cavour intorno alle 9.30 più che per la sua "coreografia" poteva essere letto per le rivendicazioni, le parole d' ordine, i cartelli, le didascalie, le raffigurazioni che parlavano esplicitamente di vertenze, di occupazioni di fabbriche, di siti inquinati, di siderurgia da rilanciare, di esodati non tutelati, che spiegavano come la sinistra debba intendere la produzione e l' organizzazione del lavoro, espungendo dal suo DNA i pestiferi richiami al mercato ed al neoliberismo.
C' erano alcuni lavoratori SLC che protestavano contro la liberalizzazione ed il piano industriale di Poste Italiane, giovani della FIOM che distribuivano un pieghevole che spiegava come " il sindacato deve essere una altra cosa" ( www.sindacatounaltracosa.org ); alcuni lavoratori fiorentini con la pettorina "maledetti toscani"ed altri, pensionati, con un renzi/totem ("opera buffa" la sua) ed altri della FILLEA, il sindacato delle costruzioni con una bara nera ( il job act seppellisce i diritti dei lavoratori)...
Intanto il primo spezzone del Corteo - quello dei lavoratori e delle lavoratrici della Calabria giungeva a Piazza Santa Maria Maggiore, dov' erano stati collocati il gazebo ed il camion della Lista "L'ALTREAUROPA".
Qui i compagni dei Comitati Territoriale che s' erano dati appuntamento già alle 7.30 del mattino, s' erano, col passare del tempo, accresciuti di numero e mentre noi si aspettava il momento di inserirsi nelle strette fila della marea umana discendente da via Cavour, distruibuivamo i volantini ed ascoltavamo i brevi comizi di alcuni nostri/e compagni/e del Comitato Operativo nazionale, sopra tutti, instancabili, Rosa Rinaldi e Roberto Musacchio
Lo spezzone della Calabria ha sfilato, prima di esaurirsi e cedere il passo alla Brianza, oltre quaranta minuti!
Nel frattempo "con Tsipras" s'erano raccolti, verso le 10.50, oltre un migliaio di compagni/e, Luciana Castellina con estrema naturalezza aveva "posato" per una foto ricordo con i/le compagni/e dei Comitati territoriali delle Marche, giunti con un bellissimo striscione, ed altri due nel frattempo venivano srotolati dai compagni romani, quello della "Giusta Causa" (art.18 e reddito per tutti/e) e quello a sfondo rosso di Milano("Antifascista...ecologista") con le scritte bianche, per cui sono stati necessari quattro pali, viste le dimensioni per sostenerlo..
Trieste ha partecipato alla manifestazione portando a Roma oltre 400 persone in sette pullman organizzati dalla NCCDL/ CGIL.
Alcune riflessioni.
Non era scontato, viste le premesse - il silenzio, l' avversione le ostilità che crescevano, non solo dal PD e dalla destra, ma anche al nostro interno, da settori operai e tradizionalmente collegati alla sinistra- un esito positivo ed una risposta soddisfacente,numericamente alta e qualificata per adesioni e partecipazione, all' appello promosso in sede locale dalla CGIL.
In generale va considerato che, in un clima spesso rassegnato se non impermeabile di alcune realtà di lavoro, in sede locale, questo fattore avrebbe potuto depotenziare le capacità di socializzazione e di ascolto sui contenuti, inoltre come fattore di condizionamento, che sino a poco tempo fa aveva inibito una piu' netta e marcata presa di posizione contro il governo, anche locale, va citato il rapporto, sicuramente delicato e difficile, anche per la complicazione di talune scelte per la città non facili (vicenda Ferriera, riforma sanitaria regionale, rigassificatore) tra la CGIL ed il PD, un fatto la cui lettura non puo' essere derubricata ad un "incidente di percorso" ma forse piu'realisticamente ad una verifica reale della distanza politica che qui ed altrove, i neofiti di Renzi hanno costruito, tra la confederazione generale del lavoro ed il "partito del capo".
Però, pure in presenza di questi fattori avversi che poi andavano a pesare materialmente sulla possibilità di motivare ed organizzare le persone, dunque nonostante lo scollamento di alcune realtà di categoria, i silenzi ed i ritardi con cui si è malamente gestita ed affrontata questa fase di passaggio- dal moderatismo bersaniano all' autoritarismo renziano, tanto per semplificare- toccando dunque con mano una consapevolezza, della CGIL locale e non solo, ancora arretrata su alcuni snodi del modello sociale e del ruolo politico cui Renzi vorrebbe far assurgere altre soggettività e figure che la crisi ha prodotto, "rottamando", per usare un suo termine, il lavoro dipendente e la sua rappresentanza, in un quadro insomma segnato ancora da incertezze di collocazione e prospettiva, di contraddizioni tra ruolo sociale del sindacato e proiezione istituzionale di esso, CIONONOSTANTE le persone in carne ed ossa, i lavoratori e le lavoratrici hanno risposto bene, in maniera compatta e consapevole, quantomeno stabilendo in modo esplicito quale debba essere la loro collocazione politica e cosa dovrebbe fare una sinistra degna di questo nome!
Come, e per certi versi in modo piu' determinato e lungimirante del 22 marzo 2003, le persone che sono scese in piazza, a Roma, oggi questo innanzitutto reclamano: sconfiggere Renzi e le sue politiche neoliberiste, eguali e peggiori di quelle praticate da Berlusconi ed in riga con quelle della troika, dunque coerenza a richiedere NON SE OCCORRA DOMANI, ma necessariamente QUANTO IMPONE L'OGGI : LO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE come momento forte di unità, di solidarietà intergenerazionale ed inclusione internazionalista per contrastare l' attacco ai diritti, alla democrazia, alla convivenza civile nel paese.
Poichè infine, queste righe sono solo una brevissima e parziale riflessione a margine di una splendida giornata di mobilitazione di massa, trascorsa insieme a tantissimi compagni e compagne, soprattutto a quelli con cui abbiamo iniziato il cammino ormai, quasi un anno fa, della lista Tsipras,concludo il racconto con due citazioni, la prima è dal testo di un volantino che preannuncia la MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI COMITATI "L'ALTRAEUROPA" a Roma il 29 novembre, la seconda da un volantino della CGIL.(ma per questo, che è un altro argomento, rimando alla lettura del documento di Marco Revelli, anche lui ieri in corteo, visibilmente commosso e soddisfatto.)
- Siamo in piazza perchè, invece della libertà di licenziare venga attuato un New Deal europeo che crei posti di lavoro, e realizzi la riconversione ecologica dell' economia, una nuova economia sociale e la giustizia climatica. Siamo in piazza perchè il lavoro è un diritto scritto sulla nostra Costituzione e non una gentile concessione.E i lavoratori non sono una merce di cui le aziende possono disporre liberamente, se, quando, come e dove vogliono.
- Il problema del paese è il lavoro.Per creare lavoro occorre : cambiare la politica economica. Attuare investimenti pubblici e privati.Diverso lavoro ma stessi diritti, contratti più stabili, tutele universali per crisi e disoccupazione...difendere il CCNL, includere tutto il lavoro, valorizzare la contrattazione decentrata per migliorare le condizioni di lavoro, abolendo l' art.8 della legge 138 che consente le deroghe a leggi e contratti ...qualità e stabilità del lavoro cancellando la selva di contratti esistenti-46 tipologie- che rendono precari vita e lavoro.
Su questo terreno, anche, è possibile ricostruire quel' unità, politica e sociale, di cui la sinistra ed il mondo del lavoro hanno bisogno e che in piazza molti di noi hanno rivendicato, gridato,invocato.
Nel nostro spezzone di corteo, particolarmente numeroso ed allegro, con qualche necessario slogan e sfottò verso il governo e chi lo impersona, c' erano tante bandiere rosse, della lista Tsipras, del PRC, di Azione civile, di SEL.
Dunque per quanto ancora ci si ostini a non vedere o peggio a negare, una evidenza nella nostra storia collettiva, una esigenza c'è, e di essa dovremmo farne tesoro.
Ed è quella che spiega come nessun politicismo per quanto apparentemente realistico ed accattivante, potrà mai comprimere o metabolizzare un cambiamento,nè sopprimere l' aspirazione a costruire, nel percorso politico ed umano che della Lista Tsipras ci siamo dati, un soggetto politico nuovo. Con le forme e le modalità democratiche che avremo l' intelligenza di adoperare.
(ma per questo, che è un altro argomento, rimando alla lettura del documento di Marco Revelli, anche lui ieri in corteo, visibilmente commosso e soddisfatto.)
Il cammino dunque prosegue, un augurio a tutti/e noi.
Marino Calcinari
1mo Novembre 2014: giornata internazionale di mobilitazione "save Kobane"
La Rete della pace aderisce alla giornata internazionale di mobilitazione "save Kobane" per la difesa della popolazione e delle città della provincia di Rojava dall'assedio dell'Isis, indetta per il prossimo 1 novembre alle ore 14:00 che vedrà iniziative in tante città europee.
Revelli - Dalla lista elettorale al Soggetto politico europeo della sinistra e dei democratici italiani
Dalla lista elettorale al Soggetto politico europeo della sinistra e dei democratici italiani
Il testo che segue, scritto da Marco Revelli su incarico del Comitato operativo nazionale, si pone come base di discussione per l'aggiornamento e il rilancio del progetto dell'Altra Europa.
lunedì 20 ottobre 2014
Adesione alla manifestazione della CGIL a Roma
VICENDA COOP: Qualche elemento di conoscenza.
Siamo
in grado di fornire ai nostri contatti, agli amici ed ai compagni
sottoscrittori della Lista Tsipras le visure camerali che riguardano le
tre società collegate alle Coop , su cui alcuni do noi cercarono di
intervenire per fare luce, preoccupati di una situazione che poi, nel
2012 è scoppiata come sappiamo , sino al' epilogo di questi giorni:
Ribadiamo
la nostra intenzione di volere attivarci, nel mentre seguiamo con
attenzione le indagini della Magistratura , a difesa dei lavoratori e
della cittadinanza e per questo invitiamo quanti hanno subito un danno
DI NON ASPETTARE l' esito o la parziale conclusione della vicenda, ma
di mobilitarsi da subito organizzandosi in Comitato per richiedere di
essere risarciti e/o tutelati e quindi non escludendo , sulla falsariga
dell' esempio PARMALAT, di costituirsi parte civile nell' iter
giudiziale che verosimilmente la vicenda dovrà seguire.
Noi
sosteniamo la tesi che nessun posto di lavoro deve andare perduto, chi
ha sbagliato deve pagare,i soci risparmiatori devono essere risarciti,
la filosofia ed il management COOP sicuramente rimessi in discussione,
sostituiti, e che venga quindi ripristinata la vera finalità ,
solidaristica e mutualistica per cui la cooperazione è sorta!
Marino Calcinari
Comitato Territoriale di Trieste per "L'altra Europa con Tsipras"
APSC (Associazione Politica per la Costituente della Sinistra)
Vicenda COOP: Comunicato Stampa
COOPCRACK ?! E poi non dite che non c'erano le avvisaglie..
Non stupisce quanto sta accadendo alle COOP , a suo tempo ne avevamo
parlato (e scritto) e traccia del nostro intervento è ancora
riscontrabile in rete, sul sito del circolo del Manifesto di Trieste,
allorquando alcuni di noi scesero in piazza con i lavoratori e le
lavoratrici minacciate di licenziamento (già, proprio cosi.. le
Cooperative Operaie intendevano licenziare chi, per legge avrebbero
dovuto tutelare! come scritto nell' ARTICOLO 45 della Costituzione
Repubblicana) ed a cui, in questa fase ancora piu' difficile per il loro
futuro , rinnoviamo la nostra solidarietà.
Ma dalle indagini della magistratura triestina sembra emergere un quadro ancora piu' fosco e preoccupante.
Lungi da noi voler fare allarmismi, ma il richiamo ad una precedente
grave vicenda, quella della PARMALAT, non sembra inappropriato,e
dovrebbe pure suggerirci qualcosa.
Se ciò
non fosse forse, allora sarebbe il caso di dire che, fatalmente si è
perduta memoria di cosa voglia dire oggi avere a che fare con la
finanza, il mercato, le speculazioni, l' arricchimento facile, mentre
si continuano a perseguitare i " soliti noti", cioè i poveri cristi, si
mancizzano i lavoratori con 80 euro - mentre si sottrae loro lo stato
sociale, - si condanna tutti alla precarietà a vita e a tirare la
cinghia fino a 67 anni.
(Ma, contro questo futuro da incubo, andremo tutti a Roma il 25 ottobre.)
Ora, del caso Parmalat, val bene ricordare che il crac fu di 14
miliardi di euro e coinvolse 32mila risparmiatori, i reati erano
quelli di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, falso in
comunicazioni , aggiotaggio...e che però i cittadini si organizzarono
da subito e dopo una lunga battaglia ottennero un parziale successo,
riottennero qualcosa come 100 milioni di euro, costituendosi parte
civile contro Tanzi ed i vertici dell'impresa!
A Trieste di quali cifre parliamo? Con quale scenario vogliamo misurarci?
Lasciamo a fare tutto le istituzioni ?
Noi suggeriamo a quanti hanno versato soldi alle COOP a costituirsi
da subito in associazione o comitato, esigere da chi c'è al vertice e
nelle società collegate, azzeramento o meno, chiarezza su fondi e
risparmi, quindi invitiamo clienti e cittadini ad organizzare, assieme
, una giornata di solidarietà militante e di mobilitazione davanti ad
ogni centro e rivendita COOP.
Ricordando
che in ogni caso il salvataggio dell' impresa non puo' avvenire a spese
dei lavoratori, dei cittadini , dei clienti, fino a prova contraria del
tutto innocenti e inconsapevoli.
I silenzi, le complicità, le malversazioni, riteniamo stiano altrove.
PRIMA LE PERSONE, poi le imprese ed i profitti, prima i posti di lavoro, dopo le poltrone.
Marino Calcinari
socio COOP
Comitato Territoriale di Trieste per "L'altra Europa con Tsipras"
APSC (Associazione Politica per la Costituente della Sinistra)
domenica 19 ottobre 2014
venerdì 17 ottobre 2014
Alluvioni: consumo di suolo e dissesto idrogeologico
Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, sono regioni molto diverse tra loro, per posizione geografica e conformazione territoriale, ma sono accomunate dalla tragedia dell'alluvione che le ha colpite. L'impressione è stata quella di assistere allo sgretolamento del nostro paese sotto la forza dell'acqua, e sicuramente la violenza e la quantità delle precipitazioni, spesso concentrate su piccole porzioni di territorio, ha avuto un ruolo importante.
Tuttavia, il minimo comun denominatore di queste regioni è un altro, si chiama consumo di suolo, agricolo e naturale, e mancata manutenzione ordinaria del territorio, ed estende alle amministrazioni locali come ai governi centrali gravissime responsabilità in questa tragedia, come nelle altre che hanno colpito l'Italia negli ultimi venti anni.
Uno sviluppo economico irresponsabile ha puntato tutto sull'edilizia e sulle grandi opere mentre desertificava le produzioni di eccellenza del "Made in Italy", dalla produzione agricola all'industria manifatturiera. Questo ha portato ad una urbanizzazione incontrollata e guidata dalla rendita fondiaria ed immobiliare, eccessiva cementificazione, disboscamento, il mito delle grandi opere infrastrutturali, spesso alimentate dal malaffare, l'apertura di cave ovunque ed un consumo di territorio che non ha pari in Europa.
Ora lo Sblocca Italia promette di dare ulteriore impulso a questa frenesia distruttiva che diventa addirittura criminale in quanto causa di morti e distruzioni: ben 3.890 milioni di euro per asfalto e cemento, solo 110 milioni di euro per la difesa idrogeologica. Per questo chiediamo che lo Sblocca Italia sia bloccato e poi riscritto e modificato, che i soldi previsti per le grandi opere, di nessuna utilità e di grande impatto ambientale, siano dirottati alle Regioni ed usati per risarcire i cittadini e le attività produttive danneggiate, e per finanziare un piano di opere diffuse che metta in sicurezza l'intero territorio italiano.
È necessario partire dai Piani di Gestione del rischio di Alluvione (previstidalla direttiva UE 2007/60) per uscire dalla logica della perenne emergenza, dei piani straordinari, dei commissari speciali, delle procedure "in deroga" e del regolare malaffare per dotare invece il nostro paese di Piani di Bacino Idrogeografici capaci di prevenire e mitigare gli effetti metereologici del surriscaldamento globale, rendendoli nel contempo vincolanti per le scelte urbanistiche.
Il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico possono e devono essere fermati attraverso una rivisitazione complessiva delle politiche produttive ed energetiche del Paese, ponendo in essere una vera conversione ecologica che crei nuovi posti di lavoro e attivit produttive e infrastrutturali veramente rispettose delle vite umane, del territorio, dell eco-sistema, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale.
I Comitati Territoriali de L'Altra Europa
Emilia-Romagna
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Piemonte
Piemonte
Toscana
Veneto
17/10/2014
giovedì 16 ottobre 2014
STOP TTIP - assemblea/seminario informativo 22 ottobre 2014
facendo seguito alla prima assemblea informativa
organizzata lo scorso sabato 11 ottobre alle ore 17.30 in via Tarabochia
3, il Comitato territoriale di Trieste de "L'altra Europa con Tsipras"
organizza una seconda occasione informativa e di discussione:
Assemblea cittadina
STOP TTIP
stop ai predatori del mondo
il giorno 22 ottobre 2014 alle 17.00
all'Università
degli Studi di Trieste, Aula Magna di Androna Baciocchi, 4 (laterale di
via Lazzaretto Vecchio in corrispondenza del n. 12, fra via Belpoggio e
via Corti.)
Con i qualificati interventi di:
- Laura Chies, economista, docente dell’Università di Trieste, Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche
- Riccardo Petrella, economista, presidente dell'Istituto Europeo di Ricerca sulla Politica dell'Acqua a Bruxelles, professore emerito dell'Università Cattolica di Lovanio e della Libera Università di Bruxelles, promotore del movimento dell'Acqua Bene Comune in Italia
- Rosa Rinaldi, del Comitato operativo nazionale de l'Altra Europa con Tsipras.
Introdurrà Marino Calcinari, del Comitato territoriale di Trieste de l'Altra Europa con Tsipras.
Il volantino in formato pdf stampabile è scaricabile QUI
venerdì 10 ottobre 2014
Ai partecipanti alla Barcolana 2014: Buon vento
In occasione della Barcolana, a Trieste arriveranno fra 10 e 20 mila persone use di mare, e ben consce del principio etico e civile che impone la solidarieta' e il soccorso alle vittime di naufragi.
Con questo volantino ci rivolgiamo a loro per dare il nostro benvenuto, ma anche perché sappiamo che sapranno capire l'ignominia della sostituzione di "Mare Nostrum", missione umanitaria di soccorso senza limiti di acque territoriali, con "frontex plus/Triton", operazione di controllo e pattugliamento alle frontiere della Fortezza Europa.
Ai partecipanti alla Barcolana chiediamo di riflettere su questo e porgiamo il nostro augurio di
Buon Vento
click sull'immagine per ingrandire
QUI il volantino in formato stampabile
giovedì 9 ottobre 2014
TUTTE E TUTTI IN PIAZZA PER DIRE "STOP TTIP"
Martedì 14
ottobre, il viceministro all'Economia, Carlo Calenda, ha convocato a
Palazzo Colonna, in piazza SS. Apostoli, un evento con
cena rivolto ai businessmen e all'imprenditoria con i ministri al commercio
UE e i negoziatori del TTIP, il trattato che vuole
trasformare l'Europa e gli Usa in un paradiso delle multinazionali, sopprimendo
le norme in difesa dei diritti dei lavoratori, gli standard ambientali,
mercificando i beni comuni e privatizzando i servizi pubblici
locali.
Tutto ciò si svolge nella
più totale segretezza e opacità, tentando di mettere una pietra tombale anche
sulla democrazia.
Martedì 14
ottobre le donne e gli uomini che lottano per la difesa
e l'estensione dei diritti dei lavoratori, per la salvaguardia
dell'ambiente e la riappropriazione dei beni comuni, per diritti sociali per
tutti e per una nuova democrazia partecipativa saranno in piazza per dire tutte
e tutti assieme "STOP TTIP"
STOP
TTIP: GIORNATE EUROPEE DI MOBILITAZIONE
Oltre
100 eventi in tutta Europa, decine di iniziative da Nord a Sud del
Paese per fermare il trattato di liberalizzazione selvaggia tra
Europa e Stati Uniti.
Sabato 11 e domenica 12 ottobre si
svolgeranno nelle piazze d' Europa le manifestazioni di protesta e
contrarietà al TTIP, cioè a quel Patto USA/UE sul commercio e gli
investimenti, che si presenta di fatto come il piu' grave attacco mai
tentato sinora contro la regolamentazione e le tutele che difendono
gli interessi dei cittadini e dei consumatori.
Questo trattato, anche se molti
dettagli restano ancora segreti, mette in luce il vero obiettivo che
le multinazionali - gli interessi privati che oggi sovrintendono i
meccanismi di regolazione e controllo dei flussi di merci e capitali
- intendono realizzare.
Non si tratta di una semplice
trattativa di "liberalizzazione commerciale":
questo trattato non si applicherà solo
alle merci (anche se per il capitale ovviamente ogni cosa non è
altro che merce), ma anche ad altri ambiti: dai servizi alle
comunicazioni, all'istruzione, alla cultura, alla medicina, alle cure
sanitarie, alla manipolazione biogenetica, alla sicurezza sul
lavoro...
L' obiettivo non è quello di abbattere
barriere tariffarie, oggi già abbastanza basse, ma
barriere NON tariffarie:
le regole che tutelano i lavoratori ed
i consumatori, che richiedono indicazioni su origine e qualità dei
prodotti, che impongono ai produttori onestà e trasparenza sui
processi produttivi: regole a tutela dei cittadini che oggi gli Stati
ed i rispettivi governi rappresentano.
Queste norme giuridiche, di legalità e
civiltà, verrebbero spazzate via. Il neoliberismo attraverso il TTIP
avrà mano libera per una speculazione di ampio respiro che
spossesserà milioni di cittadini di servizi pubblici e beni comuni.
A Trieste il primo appuntamento è per
sabato 11 ottobre alle ore 17.30
in via Tarabochia 3
Marino Calcinari
Comitato Triestino Lista Tsipras
Associazione Politica per la
Costituente della Sinistra
martedì 7 ottobre 2014
Fiducia sul"Job Act" e attacco all'art. 18 Statuto Lavoratori
Come abbiamo letto e sentito Renzi ha posto la
fiducia sul "Job Act".
E' un attacco frontale, ben rappresentato dagli 8 minuti di
udienza dati ai sindacati stamane.
Tutto viene fatto domani, mercoledì 8 ottobre, quando si
svolge a Milano il vertice europeo su lavoro e pracarietà. Si può dire che vuole
portare lo scalpo in diretta.
L'Altra Europa con Tsipras ha prodotto un breve comunicato stampa di invito alla
mobilitazione per domani e un volantino. A Roma viene predisposto un presidio al Senato, a Milano
c'è la manifestazione promossa dalla FIOM.
comunicato sulla fiducia sul "Job Act"
Su Articolo 18 e Reddito per tutti e tutte
L’Altra Europa aderisce alla manifestazione indetta dalla CGIL e dalla FIOM
per il 25 ottobre a Roma, e ne indice sin d'ora una propria contro il governo Renzi e l'Europa dell'austerità di Juncker e della nuova Commissione Europea che continua la politica di obbedienza alla Merkel, il 29 novembre, a Roma.
sabato 4 ottobre 2014
TFR in busta paga? Non è un aumento salariale, né è una diminuzione delle tasse.
Fate girare questo documento tra la gente affinché passi la corretta informazione, sulle varie porcherie che questo Governo sta preparando, ingannando e illudendo sia chi ha un lavoro e soprattutto chi il lavoro non lo ha.
Fraternamente
Renato Kneipp
qui il documento
Cosa c'è dietro il piano per la scuola di Renzi
documento redatto dall'Unione degli Studenti contro il progetto della Buona Scuola di Renzi:
Iscriviti a:
Post (Atom)