Alcune note sul testo di Revelli.
( contributo al dibattito collettivo)
E' vero che Renzi si impadronisce del
PD dopo averne corroso , dall' interno, le labili ed inconsistenti
fondamenta ( 136 voti a favore, 16 contrari, due astenuti a
conclusione del dibattito nella Direzione Nazionale) , ma si trattava
di una “morte annunciata” le cui origini possono essere fatte
risalire ben piu' addietro nel tempo .
Nell' avvenuta subalternità di quel
partito alle “regole” del mercato, al' ideologia della
globalizzazione neoliberista, alle compatibilità imposte dalla UE
agli stati membri in materia non solo di politica economica , ma piu'
in generale di legislazione “generalista” che gli stati membri
avrebbero dovuto far propria , una sorta insomma di recepimento
passivo , appena edulcorato da parvenze democratiche e qualche
remissione di fondi hoc che quelle politiche , nella loro
applicazione concreta, esigevano , ma niente di più.
Solo che, nel subentrare a Letta ,
Renzi cambia verso, appunto, ed anziché rivolgersi a SEL, si rivolge
ai postberlusconiani di Alfano. Alla destra . Che subito annuncia la
propria adesione “ ad un esecutivo di servizio”. Di servizio a
chi?
Per capire quanto sia successo ,
servono, è vero , anche analisi piu' approfondite che guardino agli
interessi materiali, concreti, in campo , ma già nella composizione
della compagine governativa , le tendenze di fondo, e gli
orientamenti programmatici che Renzi aveva scelto , erano ben chiari
ed evidenti .
Non c'è solo la rottura col passato,
la discontinuità generazionale,la rimozione storica delle origini e
finalità del partito, c'è qualcosa di diverso e ben peggiore.
Con Matteo Renzi giunge a compimento
una mutazione antropologica che era iniziata con l' ex Pci negli anni
80 , che era proseguita nella fase involutiva degli anni '90 col
passaggio dal PDS ai DS e poi al PD e che aveva comportato la
perfetta aderenza di questo partito, ormai già ben lontano dalle
soglie della socialdemocrazia classica , ad una liberaldemocrazia
compatibile con gli aspetti piu' duri ed obbrobriosi che allora –
dopo Seattle- la globalizzazione del mercato mondiale imponeva su
scala planetaria .
“Non ci puo' essere invenzione,
fantasia, creazione del nuovo se si comincia a seppellire se stessi ,
la propria storia e realtà” aveva ammonito già negli anni '80
Enrico Berlinguer , condannando e cercando di deviare la traiettoria
che avrebbe portato il partito alla dissoluzione ed all'
irreversibile metamorfosi che poi avrebbe fatto vincere i neofiti del
socialiberismo.
Al partito dei militanti, dei delegati
di fabbrica, dei quadri CGIL, degli intellettuali progressisti, dopo
Berlinguer il Pci preferì gli amministratori, i funzionari, i
consiglieri e dirigenti delle COOP, gli insediati nelle istituzioni,
privilegio' i comitati elettorali anziché i CdF e i Comitati di
quartiere , i movimenti, gli ambientalisti, cosi' sconvolgendo la
propria composizione materiale, il proprio assetto sociale, il
conseguente indirizzo politico.
Negli anni 90 infine la discussione
sulla forma partito era divenuta ormai improponibile , ed anche chi
avrebbe voluto innovare quella esperienza, per rifondarne ragioni ed
idealità, aveva ben poche speranze e risorse da agire se non quelle
di una rimotivazione ideale ancorata alla storia , da una parte, e
dall' altra quella di una palingenesi ricollegata ad una chiave di
lettura meno compatibilista della realtà che allora quel quadro
politico stava embrionalmente sviluppando ( Maastricht, piano Delors,
etc) mentre, con piu' virulenza prendevano corpo dentro il PDS
quelle tendenze , quella infatuazione al “ nuovismo” che , con e
dopo Occhetto , avrebbero plasmato il cambiamento ovvero il
superamento definitivo di quella esperienza politica organizzata,
promuovendo o dando via libera, come effetto collaterale , al
berlusconismo.
Le origini del “ renzismo “ stanno
lì, non nascono dopo né altrove , non si riesce a comprendere lo
stupore dei vari Cuperlo, Civati, etc , o qui a Trieste del
segretario regionale della CGIL, che oltretutto portano ,
indirettamente o meno, non poche responsabilità , in questa vicenda.
Acosa penso?
Penso ad esempio che a Trieste, poiché
non c'erano candidature credibili a sinistra, per il Comune , negli
anni 90 , si scelse di votare per un industriale del caffè , neanche
progressista o particolarmente sensibile alle vicende sociali legate
alle condizione operaia, ma per rassegnazione, stanchezza,
assuefazione al cosidetto “ menopeggio”! Realpolitik? Mica
tanto!.
Ricordo un commento di Luciana
Castellina che, su questa nostra vicenda ( locale fin che si vuole,
ma con risvolti percettibili anche sul quadro nazionale) s' era così
pronunciata: “ Mi
sembra veramente una enormità che per battere la destra politica il
centrosinistra di trieste debba allearsi con la destra economica!”Con
eccezionale preveggenza aveva in quella circostanza ammonito , chi
ascoltava a ricordare che “.. le crisi , tanto piu' quando accade
come in Italia, dove quella economica si coniuga con quella politica
, sono sempre terreno di incubazione di avventure raezionarie.Perchè
disagio e malcontento , se non trovanoi il punto di riferimento forte
di una sinistra alternativa, possono finire per alimentare la
demagogia populista”. ( Dichiarazione datata 19 novembre 1993 !)
Bene, a vent' anni da questo episodio
Renzi rende superata poiché obsoleta , questa contraddizione.
Ora, nella sua intierezza, il PD è
diventato non solo un partito a vocazione cesarista , interclassista
e populista – ma sul termine intrclassismo si potrebbe obiettare-ma
è diventato anche quel Comitato d' affari di marxiana memoria che
ha al suo interno esponenti di Confindustria , Coop , e Compagnia
delle Opere , quindi coerentemente esprime un punto di vista di
classe che è quello del ceto dominante, parte del quale era nei
giorni scorsi alla Leopolda e che ha fatto capire senza tanti giri
di parole chi è che comanda e che dirige la musica in qesto paese.
Un governo “Eataly” o “Leopolda”
che comincia a distruggere – dopo la rottamazione politica del
vecchio gruppo dirigente del PD EX DS EX PDS EX PCI – le
articolazioni democratiche dello Stato – Senato, Province, Cnel- in
primis quindi la Costituzione ( ma... non è un reato??!), poi le
leggi che da essa discendono , soprattutto quelle del capo III
attinenti i rapporti economici , quindi lo Statuto dei lavoratori, il
diritto di sciopero, l' assistenza sociale, etc. che governo è?
Per Renzi, che pratica la figura
retorica del rovesciamento della realtà , il suo è un governo di
sinistra !(sic)
Per noi che vogliamo rimanere coi piedi
per terra e crediamo sia nostro dovere ribadire che la verità è
rivoluzionaria , se dicessimo che quello di Renzi è un governo
ignobile , cioè moralmente meschino e spregevole , e di destra (
anche se per Renzi queste categorie , morali o politiche non diranno
niente, a moltissimi di noi dicono ancora qualcosa) che fa politiche
di destra , che non a caso ha ridato agibilità e credibilità
politica a Berlusconi, che governa con il centrodestra e che accetta,
subisce e dispensa , le politiche di austerità imposte dalla troika
nel nostro paese etc.. etc.. saremmo forse nel torto , diremmo forse
delle menzogne?.
Se provassimo infatti oggi a chiedere a
qualche notista politico chi ha pronunciato le seguenti affermazioni
, tanto per restare al PD , e come abbia fatto Renzi ad imporsi in
quel partito, ci sarebbe da ridere, anzi da piangere:
Dichiarazione 1: “ Io non credo ad
una patrimoniale. L' abbiamo già sugli immobili e si chiama IMU. Su
questa penso ci debba essere una maggiore progressività. Per quel
che riguarda il resto dei patrimoni non intendo affatto concepire una
patrimoniale perchè penso che il nostro problema sia la
tracciabilità.”
Dichiarazione 2: “ Bisogna tassare i
ricchi sul loro patrimonio non solo sul loro reddito”.
I due personaggi : Bersani e Profumo.
Poichè la dichiarazione numero uno è
attribuibile all' ex segetario del PD , la due all' ex AD di
Unicredit , che proponeva addirittura una quantificazione in 400 MLD
di euro per la patrimoniale stessa è chiaro che già allora qualcosa
nel PD era definitivamente scomparso!
Non solo il senso del ridicolo...anche, purtroppo il senso
della realtà!
Il bello è che la coerenza, se la
storia ci ha insegnato qualcosa, era dalla parte di Profumo, in
quanto il cosiddetto “prelievo straordinario sulle grandi
ricchezze” non è roba da bolscevichi , ma da economisti liberali,
certo di un' altra scuola ma pur sempre liberali, come Luigi Einaudi
, ministro del Bilancio nei primi anni della repubblica, o di
Epicarmo Corbino, economista e ministro del tesoro nei primi due
gabimetti del governo de Gasperi.
Insomma, per capire lo sbandamento e la
deriva del PD , anche davanti ad una misura di politica economica
liberale, non occorre scomodare Marx o evocare abiure e tradimenti,
occorre molto meno , una perdita di sé , uno smarrimento ideologico,
una rimozione della memoria , su cui, appunto è intervenuto Renzi,
col suo attivismo velocizzante e frenetico, col suo decisionismo
autoritario e bullesco,col suo entourage affaristico e bocconiano ,
col suo populismo accattivante e compassionevole.
Ricordate lo slogan 10 MLD a 10 milioni
a proposito della mancizzazione preelettorale, gli 80 euro,
annunciata in marzo? Poco importa se da esso sono rimasti fuori tutti
i precari, i pensionati al minimo, gli incapienti – il governo
Renzi non ha nel suo DNA la lotta alle diseguaglianze -grave è stato
che nessuno all' interno del PD abbia allora , pochi mesi fa ,
sollevato obiezioni, né ricordato il berlusconismo di ritorno o
analoghe manifestazioni di captazione del consenso a dir poco
strumentali.
E che hanno alimentato non poco l'
antipolitica ed il populismo grillino.
Ma vero è che anche attraverso
episodi come questo , la credibilità personale dell' attuale primo
ministro, in altre sedi, s'è rafforzata , e che la presa sul partito
, s'è fatta più stringente, sia in assenza di un vero confronto
dialettico che preludesse ad una possibile alternativa di linea ed
orizzonte programmatico , sia piu' semplicemente per una liquefazione
organizzativa e materiale della sua struttura , che ha distrutto ogni
genere di anticorpi democratici dentro quel partito.
Nel frattempo , senza patrimoniale e
con gli 80 euro la diseguaglianza sociale , limitata ai soli redditi
è arrivata oggi a quota 34, 7 , collocando il nostro paese tra
quelli piu' diseguali ed iniqui della UE e dell' Occidente, i consumi
non sono ripartiti, il paese resta in recessione..
E qui riprendo il discorso dell'
intervento di Revelli , perchè a mio avviso , come ricordava Bobbio,
la sinistra non si dà né si riconosce se non su questo terreno,
quello della lotta alle diseguaglianze; ed è qui che il PD a guida
Renzi non si differenzia dalla destra, semmai la supera in quella
direzione se registriamo i recenti quadri statistici e le cifre
forniti dall' Istat e dall' Isfol nel merito della disoccupazione,
delle diseguaglianze reddituali, le povertà , gli abbandoni
scolastici, la miseria di ritorno che si sommano ai provvedimenti,
ben noti, in materia di lavoro precario, privatizzazioni, Ddl Sblocca
Italia, etc.
Come possiamo quindi noi, forza
politica ancora in nuce, non soggetto politico compiuto ed
organizzato, opporci al “ meccanismo che continua ad alimentare
le disuguaglianze già scandalose e l' iniquità”?
La sola opposizione
non è sufficiente se si riduce alla testimonianza ed al conflitto
locale , ma
a) intanto è bene
che essa ci sia ed i conflitti, anche locali, vengano da noi assunti
e amplificati , indirizzati laddove possibile, su piu' obiettivi di
trasformazione e cambiamento , dall' EXPO di Milano al
minirigassificatore di Trieste;
b) davanti alle
baggianate del tipo ” non si abolisce la precarietà per decreto”
va risposto che essa, invece , proprio grazie a piu' decreti e DDL è
stata regolarizzata , si è estesa, ha attecchito praticamente
ovunque e si è imposta sino a diventare oggi la regola che fa del
lavoro non piu' uno strumento di emancipazione ma di subordinazione
sociale , e come tale questo deve divenire uno dei punti
caraterizzanti della nostra identità futura, la cancellazione per
decreto della legge 30, della cd. “riforma Fornero” e piu' in
generale di tutte quelle leggi che hanno deregolamentato il MdL.
c)Abbiamo la
capacità di costruire non un generico piano del lavoro ma una
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA , articolata per obiettivi e scopi su cui
far ragionare insieme precari, esodati, RSU e OOS? E dare ad essa un
respiro Europeo? Io penso di sì.
Come “tappe
preliminari “ di questo percorso rivendicativo possiamo pensare a
campagne mirate contro il lavoro col voucher , ad esempio , o per la
reintroiduzione della legge 1369/60 che vietava la intermediazione di
manodopera? O per il reddito minimo garantito?
Intanto in FVG
siamo al primo posto , e non è un bel primato, per il ricorso alla
chiamata al lavoro tramite voucher .
Certo qui non si
tratterebbe tanto di andare a raccogliere firme per qualche disegno
di legge ma di produrre inchieste, denunce , organizzare i
disoccupati, ed intentare cause a chi ricorre a questi strumenti ,
contestandone valore e la validità legale, insomma si tratta di
considerare sin d' ora incostituzionali le leggi che hanno consentito
cio' .
E chiamare alla
sveglia la CES e gli altri sindacati europei, perchè un riscatto ed
una resistenza possibili possono avvenire solo a livello europeo.
Proponiamo una
GIORNATA EUROPEA DI SCIOPERO E MOBILITAZIONE CONTRO LA PRECARIETA , I
LAVORI SERVILI, IL JOB ACT ?
Le premesse inziano
a farsi vedere e forse dopo la giornata del 25 ottobre anche questa
meta potrebbe essere realizzabile.
Sicuramente il
documento di Revelli è esplicito nel rilevare come sotto questo
aspetto non solo non possiamo attenderci nulla da Renzi , o da chi
ancora è propenso a dargli credito , ma come egli sia una sorta di “
troika interiorizzata ” che tiene in pugno la deriva della crisi,
che ha ormai raggiunto livelli di guardia insostenibili, e come
pertanto non sia rinviabile , sine die, da parte nostra , cioè sui
tempi lunghi , un primo passo , politico ed organizzativo , capace
di dare fisionomia ed identità , visibilità e consistenza, insomma
peso politico e peso specifico alle tante realtà che noi oggi
rappresentiamo.
Certamente parliamo
di una realtà che sarà sì ancora frammentata, a volte diffidente
/o ipercritica sul percorso , i suoi tempi, le sue incongruenze ,
talvolta litigiosa, prevenuta, con gli irrisolti nodi delle alleanze
e della convivenza,eppure non dobbiamo dimenticare che nella sua
stragrande maggioranza la nostra realtà si è espressa per la
costituzione di un soggetto politico nuovo, ALTERNATIVO al partito
novecentesco ed ancor piu' ALTERNATIVO AL PD ( che guarda al partito
ottocentesco...), dunque per una costituente di sinistra, anche per
una consulta tra le diverse soggettività che compongono la nostra
lista, la realtà dei Comitati, le varie esperienze associative
territoriali, bisogna accelerare i tempi ALMENO per raggiungere
questo primo obbiettivo.
Resteranno
sicuramente molte cose da fare, né il carattere sperimentale dell'
oragnizzazione che vogliamo verrà sciolto da alcun voto risolutivo,
ma da qui a lasciare nel disorientamento e nell' indeterminatezza i
lavoratori, il nostro elettorato, gli stessi parlamentari che abbiamo
portato a Bruxelles ce ne corre!
In realtà siamo in
ritardo tremendo su alcuni appuntamenti ( non solo elettorali) e cio'
depone a nostro sfavore.
Siamo
quindi consapevoli e non posso non concordare con il passo del
documento , laddove Revelli scrive che “ occorrerà
molto per radicarci nei territori e tra gli strati di popolazione
piu' sofferenti per la crisi, “etc.
; ma se , solo per fare questo , ci affidiamo alla buona volontà ed
al volontarismo spesso disorganizzato di chi ci frequenta o ci
accompagna in questo percorso , senza avere – ancora!- regole,
linea, organizzazione, strumenti di lavoro e cosi' via, quale
risultato speriamo di ottenere?
Anche il lavoro
piu' duro ha bisogno di regole certe , di una visione di indirizzo,
di ipotesi sicure su cui procedere!
La mia è una
esortazione al lavoro collettivo e condiviso, a procedere celermente
, con giudizio ma con metodo, in questa direzione.
Almeno qui a
Trieste ci stiamo provando.
Marino Calcinari
Comitato di
Trieste.
3338129455
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.