(tradotta
da Aurelio Lentini e Amalia Kolonia)
Sull'indizione del referendum
Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di
applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il
fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo
greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di
soccombere, di tradire la vostra fiducia.
Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner,
sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno
consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo
greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i
valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto
al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e
insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e
dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando
in modo smisurato le diseguaglianze sociali.
La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una
ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove
diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i
generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello
stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole
della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee
e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la
prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era
un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il
popolo greco.
Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.
Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.
Greche e greci,
in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle
lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità
nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa
responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana
del popolo greco.
Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri
al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a
decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla
cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia
lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un
prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al
popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla
Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica
dell’Europa.
Greche e greci,
a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e
umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed
economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna
la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity
persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e
determinazione.
La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò
deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e
internazionale.
E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa
vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.
E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della
nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il
mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa
comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è
e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte
imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa
senza identità e senza bussola.
Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e
sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le
generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.
Alexis Tsipras
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