CONVEGNO sui temi:
“ SISTEMA INFRASTRUTTURE. SVILUPPO
DELLA PORTUALITA'. CONNESSIONE RETI ENERGETICHE.IL FUTURO del'
ECONOMIA DEL LITORALE GIULIANO .
L' incidenza dei progetti energetici
il futuro del lavoro, la tutela del' ambiente. “
I lavori sono iniziati alle ore 10.15.
I lavori dell' assemblea sono stati
aperti da ROBERTA RUSSI , responsabile delle Politiche
Ambientali della Federazione Provinciale di Gorizia di SEL .che ha
rivolto i saluti ai partecipanti e svolto un breve discorso d'
apertura dopo la presentazione dei relatori e l' illustrazioni dei
temi che le loro relazioni avrebbero affrontato.
Nel suo intervento Roberta Russi ha
ricordato l' importanza della realtà portuale di Monfalcone , ed
attraverso una breve cronistoria , che lega i cinque importanti “
progetti” cui il Porto monfalconese è stato oggetto di interesse
negli ultimi anni: il “SuperPorto”, la piattaforma logistica, i
raccordi ferroviari, i rapporti intermodali, i dragaggi dei fondali ,
la necessità di ripensare ad una strategia che consenta la
realizzazione di vere politiche per lo sviluppo del territorio..
“ La marcia indietro del ministro
Delrio, sulla riforma organizzativa delle AP , se pure positiva
perchè riconosce l' autonomia delle AP, non risolve però i problemi
del Porto di Monfalcone, - ha
dichiarato - che è strutturato come Azienda Speciale e
lascia , anche, indefinito il futuro di Porto Nogaro ,nel consorzio
Aussa Corno, che resta un porto di 2° livello (20 operatori portuali
e logistici, 150 addetti) non consentendo quindi una visione omogenea
per una complessiva risoluzione dei problemi , anche per il diverso
contesto legislativo di riferimento ( la legge nazionale 84/94 e
quella Regionale 12/2012 ) e nel permanere dell' assenza di un PRGP
in grado di garantire sviluppo e rilancio della sua potenzialità,
quindi è importante affrontare anche il problema degli strumenti
legislativi per dare un quadro di riferimento giuridico alle
possibili soluzioni che riusciremo a trovare e per cui oggi servono i
lavori di questa assemblea .”
MARINO CALCINARI , a nome del
Circolo del Manifesto di Trieste “ Raffaele Dovenna”
ha illustrato lo scenario europeo , e la recente approvazione in
sede comunitaria di alcuni emendamenti ad un parere su un progetto
UE che interessa la Macroregione Ionico-adriatica .
( Si riporta il testo integrale dell'
intervento )
Tra le tante motivazioni che hanno
ispirato e giustificano la necessità di questa iniziativa, la
principale , anche alla luce degli ultimi sviluppi che si sono
determinati in sede europea , cui accennerò , è l' importanza del
contesto spaziale e geopolitico entro il quale troveranno accoglienza
, o meno, le proposte che al termine dei nostri lavori ci sentiremo
in grado di avanzare .
Proposte che abbiamo esemplarmente
riassunto nel tema dei lavori di oggi e che rimandano a problemi
che, se pure necessitano di un saldo ancoramento al territorio, di
strategie e progetti di soluzione anche nazionali e locali ( penso
alla cosiddetta riforma dei porti del ministro Delrio) , nondimeno
essi parlano ad uno scenario piu' vasto e solo in un contesto
allargato , quello europeo si potranno trovare riferimenti e
soluzioni adeguate.
In questo non partiamo da zero.
Il 16 giugno a Bruxelles - in sede di
europarlamento sono stati discussi ed approvati tre emendamenti a
sostegno di un progetto di parere riguardante la Regione Ionico –
Adriatica.
Gli emendamenti , che sono stati
formulati dall' europarlamentare Eleonora Forenza del Gruppo della
GUENGL-Sinistra Unitaria Europa, riguardano anche il nostro
territorio e hanno trovato accoglienza come suggerimenti e critica ad
un documento , prodotto dalla maggioranza SPD- PPE , che declinava in
33 punti le strategie di sviluppo e le politiche di interesse per
questa macroarea .
Ricordo brevemente che il progetto di
una euro regione IA era stata già definita nel 2000 e pensata allora
come area allargata di iniziative intergovernative , di rafforzamento
delle cooperazioni regionali al fine di promuovere, - dopo un
decennio di instabilità divisioni , contrasti bellici ed
interetnici, - stabilità politica e progresso sociale,su obiettivi
di migliori prospettive di lavoro, di una migliore qualità
ambientale, di una mobilità delle popolazioni piu' funzionali ad un
disegno di rinnovata coesione sociale e politica , e cosi' via.
In questo progetto sono coinvolti
attualmente otto paesi: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina,
Serbia, Montenegro, Albania, Grecia e ben 13 regioni italiane: FVG,
Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Marche Umbria
, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia .
Per cui le decisioni che saranno
assunte in sede europea avranno ricadute sensibili , e in tempi
ravvicinati, sulle economie marittime, infrastrutturali, ambientali
ed ecologiche di tutta l' area, nessun paese escluso, ed alcuni
aspetti riguardano anche , come dicevo , la nostra realtà.
Solo un anno fa la risoluzione 357 (
COM ) del 17.6 . 2014 evidenziava sei problemi , altrettante sfide
per lo sviluppo della MRIA - al primo posto le disparità
socioeconomiche, e poi, i trasporti , l' energia , l' ambiente, l'
esposizione e la vulnerabilità alle conseguenze avverse del
cambiamento climatico, le questioni amministrative ed istituzionali -
, ora la riscrittura piu' aggiornata e recente , formulata , il
29 maggio scorso (2015) ha iniziato a scendere nei dettagli.
In essa di sono aspetti positivi ,altri
generici e vaghi .
Ma in sintesi vi si ribadisce il
rilancio dell' economia marittima e portuale, l'adozione dell'
economia blu in tutte le sfaccettature della sua applicazione, la
connettività ovvero il sistema di collegamento e posizionamento
geografico e competitivo nella Macroregione all' interno della
costruzione della rete centrale di trasporto come previsto dal
Meccanismo di Collegamento Europeo (MCE), nè mancano in questa
risoluzione , in perfetta continuità con le politiche precedenti,
gli accenni alla qualità ambientale, alla tutela degli ecosistemi
marittimi etc, ma inviti e sottolineature sembrano piu' parenetiche
che prescrittive tant'è che se alcuni paragrafi sostengono misure
di impronta ecologista ( ..” devono essere prese tutte le misure
possibili per preservare l' ambiente marino e gli habitat terrestri
transnazionali nonché per ridurre l' inquinamento del mare e le
altre minacce alla biodiversità costiera e marina... , addirittura
poi /(cap26) si sostiene che occorre “ … constatando l'
inquinamento storico e transfrontaliero .. di bonificare i siti
interessati dalla contaminazione industriale del suolo ,delle acque
e dell' aria ed eventualmente dal' inquinamento prodotto dai
conflitti militari.” altri indicano , pure nell' ottica
della diversificazione delle fonti dell' approvvigionamento
energetico, la necessità di sviluppare “stazioni di testa per il
GNL in particolare in Croazia ed in Albania”.
Poiché sono complementari, par di
capire, a quella rete di infrastrutture energetiche che riguardano
sia la produzione che il trasporto di elettricità e gas in linea con
la rete TEN- E ( Trans European Network Energy) e la UE a guida SPD-
PPE è favorevole a tutti i progetti ( nucleare escluso) nel campo
dell' energia
Ed anche, infine (p.9) , di fronte all'
epocale tragedia che vediamo avvenire sulle sponde di questo mare ,
tragedia che il documento traduce in “ gravi problemi di migrazione
nel Mediterraneo.. la raccomandazione è come sia essenziale tenere
sotto controllo tali problematiche.. perchè nuocerebbero allo
sviluppo” .
Di fronte a questi limiti, e
contraddizioni della filosofia europea targata SPD/PPE che
costruisce una ipotesi di deregolamentazione controllata ( e
finanziata) delle attuali politiche neoliberiste , sono stati così
accolti i seguenti due emendamenti , che interessano da vicino l'
argomento principale dei lavori di oggi e che vi leggo.
“ La Commissione per l' ambiente, la
sanità pubblica e la sicurezza alimentare ritiene che le
caratteristiche del mare Adriatico- chiuso, poco profondo , inadatto
a smaltire le sostanze inquinanti, caratterizzato su entrambe le
sponde da una fiorente economia turistica- devono indurre al'
introduzione di un divieto per nuovi progetti di prospezione, ricerca
e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, in particolare non
vanno autorizzate unità galleggianti di produzione, stoccaggio e
scarico FPSO ( EMENDAMENTO 2 al par.6);
-ritiene di proporre alla Commissione
di escludere per motivi di rischio ambientale e geologico nonché di
sicurezza delle persone e di salvaguardia del territorio , la
realizzazione di impianti di rigassificazione, on e offshore, tanto
piu' in aree come il porto di Trieste, di Brindisi e Taranto,
interessati da programmi di bonifica ambientale puntando invece sulla
valorizzazione paesaggistica ed ambientale del territorio, tenendo
conto in particolare che il mare Adriatico e lo Jonio rappresentano
un patrimonio di biodiversità da salvaguardare.”( EMENDAMENTO 3 al
par.6)
E' infatti opinione condivisa ,almeno
nella SE che “ nessuna strategia macroregionale che voglia
realmente perseguire la prosperità economica e sociale sostenibile
dei territori interessati attraverso la creazione di occupazione, l'
aumento del' attrattività, e della qualità della vita dei territori
, possa essere pensabile se non si preservano l' ambiente e gli
ecosistemi matittimi, e costieri , che oggi sono mesi fortemente in
discussione dalle conseguenze nefaste delle politiche economiche e
sociali liberiste perseguite dall' attuale Commissione “ (
dichiarazione/intervento di E.Forenza)
Tradotto nella politica nazionale
questo significa dover fare i conti ad esempio con la legge Sblocca
Italia , i decreti VIA del ministero dell' ambiente italiano, i
progetti per incrementare la ricerca di idrocarburi in mare, i
conseguenti pericoli di trivellazioni e prospezioni geosismiche.
Se vogliamo quindi affermare che le
acque, le coste, il territorio del nostro litorale possono ancora
rappresentare un elemento di valorizzazione a sostegno dello sviluppo
della MRIA , oltre che di sviluppo ecocompatibile necessario alla
tutela dell' ambiente e alla sicurezza delle persone , è anche da
questi punti fermi che dovremo partire, in questo contesto vanno
calate le proposte che saremmo in grado di elaborare.
*****************************************************************
Cito, ai fini dell' utilità dei nostri
lavori gli argomenti che interessano , e l' aggiornamento sulle e
evoluzioni ed i cambiamenti di pensiero nel frattempo intervenuti.
Il primo problema è quello dei
trasporti, la UE sostiene che la MRIA ha un notevole deficit
nelle infrastrutture, in particolare tra gli stati membri dell' UE di
lunga data e gli altri paesi con conseguente scarsa accessibilità ,
la rete stradale e ferroviaria dei Balcani occidentali andrebbe
urgentemente ristrutturata rimuovendo le strozzature , ripristinando
le connessioni mancanti, realizzando quindi connessioni intermodali,
sistemi di gestione del traffico e il potenziamento della capacità.
E' in crescita la congestione del traffico marittimo , e la capacità
sorveglianza e coordinamento va potenziata.
Permangono tempi di attesa eccessivi e
lunghe procedure alle frontiere che ostacolano il movimento
complessivo, il trasporto multimodale è poco sviluppato.
Sull' energia la UE sottolinea
come l' interconnessione delle reti elettriche sia inadeguata e cio'
sia un fattore negativo che impedisce lo sviluppo di un mercato dell'
energia integrato, limitando la capacità e ostacolando lo
sfruttamento redditizio delle fonti di energia rinnovabile ; giudica
cosi' necessario l' investimento nelle reti del gas compreso il GNL
per assicurare una fornitura efficiente e diversificata.
D' altronde, per onestà intellettuale
la UE riconosce nella voce dedicata al' ambiente la vulnerabilità
del Mar Adriatico all' inquinamento, ma questo solo a causa della
scarsa profondità , della sua natura semichiusa e del limitato
ricambio delle sue acque con quelle del Mediterraneo.
Aggravata dall' uso sempre piu' intenso delle aree marine e
costiere che minaccia gli ecosistemi.
“La pesca eccessiva, l' attrezzatura
per la pesca abbandonata e l' acquacoltura non ecologica minacciano
tanto la biodiversità marina quanto la salute umana, poi le acque
reflue, l' eutrofizzazione, insomma una lunga lista di danni e di
malanni ben noti da tempo, cui pero' si potrebbero contrapporre
alcune idee od opportunità sinora forse inesplorate .
Molta attenzione è rivolta alla “
CRESCITA BLU “ cioè creazione di posti di lavoro blu con
politiche di sinergia tra sviluppo e crescita innovativi, pesca
acquacoltura, strategie nazionale e regionali di ricerca e
innovazione , la protezione e la difesa degli stock ittici,
piattaforme di monitoraggio e piani di gestione della pesca comuni,
un forte sostegno a favore del settore delle costruzioni navali, le
autostrade del mare all' interno della macro regione, combinando
mezzi di trasporto intermodali, soprattutto per il collegamento con
l' entroterra ,
Infine si “ sottolinea l' importanza
di sostenere e promuovere la pesca sportiva e familiare, soprattutto
nelle isole , al fine di preservare le tradizioni culturali locali e
lo stile di vita marittimo degli isolani e delle zone costiere di
piccole dimensioni.”
Ma per realizzare queste politiche ,
ammesso che tale impostazione risulti oggettiva ad un piu' attento
esame , servono alcune precondizioni, che in parte si citano in parte
si omettono.
Sicuramente necessita il collegamento
delle rotte dei trasporti marittimi e i porti con le altre Aree del'
Europa, e dunque l' importanza delle interconnessioni con i corridoi
TEN- T , quindi gli strumenti finanziari della BEI ed i Fondi
strutturali e di investimento europei .
Non solo, il Parere del Comitato delle
regioni pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell' UE in data
19/8/2014 dedicava due paragrafi (41, 42) al tema della “
connessione “ : il primo sottolineava la rilevanza dei temi
“trasporti marittimi”, “entroterra intermodale” e “ reti
energetiche” mettendo in risalto l' importanza di migliorare le
infrastrutture di ITC immateriali.
Sulle reti energetiche meno di due anni
fa il PRC ed il Circolo del Manifesto avevano promosso , con la GUE
.NGL un incontro a Muggia, quei materiali sono ancora validi ed
ovviamente disponibili.
Allora si ragionava sull' imminente
votazione del regolamento CEF ( Connecting Europe Facility) che
avrebbe dovuto predisporre le regole per poter accedere ad un
cofinanziamento UE per infrastrutture energetiche, e che avrebbe
potuto contare su una cifra di 5mld 126 milioni di euro per tutto il
periodo 2014-2020.
La risoluzione COM 940 del 7/1/2014 che
illustrava le priorità, i corridoi multimodali, le autostrade del
mare, etc se da un lato lasciava intendere il disegno della
strategia, era oscuro e contarddittorio sul nodo dei finanziamenti (
la cifra di 5mld era considerata irrisoria) , tant'è che il bilancio
pluriannuale 2014-2020, fu oggetto di diatriba tar Consiglio e PE e
fu adottato , col solo voto contrario della GUE , “in perdita”
cioè per la prima volta nella storia della UE con somme ridotte
rispetto al precedente bilancio.
Insomma, il nodo dei finanziamenti
resta anche qui una incognita!
Poiché il cloud adriatico
ionico rappresenta uno strumento per connettere le piattaforme
esistenti al fine di standardizzare processi e protocolli condivisi,
di rendere efficiente il trasporto intermodale di merci e passeggeri
e di facilitare i servizi, la protezione del' ambiente , la sicurezza
marittima ; il CDR altresì rilevava come la MRIA dovesse
migliorare l' accesso del' Europa sudorientale al resto del mondo,
inclusa l' area mediterranea attraverso l' estensione del corridoio
baltico- adriatico lungo la dorsale adriatica, e quindi bisognasse
rendere efficiente e rafforzare il sistema di trasporto intermodale
al fine di migliorare il posizionamento della regione quale nodo di
tarsporto in un quadro internazionale.
La BEI soprattutto potrebbe creare una
piattaforma di investimenti dedicata per la regione ionico adriatica
per consentire la mobilitazione di finanziamenti pubblici e privati
e dunque progetti praticabili o spendibili per attrarre investitori.
La qualità ambientale , che è
la conditio sine qua non per le politiche di sviluppo della MRIA ,
richiede però che la ricchezza degli ecosistemi terrestri, costieri
e marini dei paesi partecipanti venga preservata con ogni iniziativa
possibile – la regione FVG invece qui ha qualche ritardo-e che
venga ridotto il livello di inquinamento del mare e le alte minacce
alla biodiversità costiera e marina.; le autorità nazionali,
regionali e locali , ma anche le comunità di ricerca, le ONG, etc
vanno coinvolte in un progetto di pianificazione dello spazio
marittimo ed alla gestione integrata delle zone costiere.
Addirittura si sollecita la creazione
di un centro regionale per la preparazioni alle catastrofi , sia per
la prevenzione di quelle naturali sia per quelle provocate da
attività industriali, di trasporto o di altro tipo , come
inondazioni, incendi, e attività di sfruttamento nell' Adriatico.
La risorsa del turismo che deve
essere, nella versione UE “ sostenibile e competitivo” , per noi
“alternativo e culturale” , è in entrambi i casi, una
potenzialità che oggi è piegata a logiche consumistiche , invasive
, dissipatrici , che non aiutano a far crescere una domanda di
qualità , in sintonia col rispetto e la cura che il patrimonio
culturale e storico di questa MRIA contiene e rappresenta.
Il documento della UE parla del gran
numero di siti tutelati dall' UNESCO nella MRIA , ma non fa
riferimenti precisi, si tratta, per la precisione di 8 siti in
Croazia, 2 in Slovenia, 3 in Albania, 2 in Bosnia Erzegovina, 3 in
Serbia, 2 in Montenegro, e 39 nelle regioni italiane interessate ( 5
solo in FVG ) quindi una offerta turistica diversificata (cioè una
pluralità di offerte che tiene assieme parchi e itinerari turistici
tematici, il turismo culturale, rurale, sanitario, medico,
enogastronomico, congressuale e sportivo ) se volesse crescere ,
avrebbe bisogno di pianificare e dare spazio ad una scala prioritaria
di opzioni per valorizzare questa potenzialità e appurare perchè l'
economia di questo settore , nonostante i numerosi
contributi ricevuti , non decolli, senza limitarsi a registrare che
“ il potenziale turistico non viene sfruttato appieno soprattutto a
causa di cicli stagionali molto marcati e delle carenze a livello di
innovazione , sostenibilità, infrastrutture di trasporto, qualità
del' offerta turistica , competenze delle parti interessate, e
gestione del turismo responsabile ( appunto, quello delle GRANDI NAVI
non lo è , perchè non riduce l' impatto ambientale del turismo di
massa) .
Per questo riteniamo che la
diversificazione ed il miglioramento dell' offerta possono essere
perseguiti creando una piattaforma di ricerca , nell' ottica di una
collaborazione interarea , su nuovi prodotti e servizi turistici ,
sviluppando itinerari culturali tematici e sostenibili , valorizzando
maggiormente il patrimonio culturale della regione e promuovendo il
turismo alternativo non stagionale .
La partita , insomma, è tutta da
giocare.
La Relazione introduttiva è stata
svolta da GIOVANNI IACONO , consigliere comunale SEL di
Monfalcone.
Nel suo intervento il consigliere ha
sottolineato come l' iniziativa sia rivolta a tutto il territorio
del litorale giuliano ,e come i comuni che vi gravitano e che sono
interessati a politiche di sviluppo e valorizzazione del territorio
abbiano – o debbano avere - il diritto di prendersi la parola e
pronunciarsi sui problemi che ci sono ed i progetti che si possono
fare..
“ Per lo stato centrale, quest'
area è sempre stata strategica , nel bene e nel male, -
egli dichiara- ed oggi anche per i riflessi che le
politiche europee determineranno nella nostra area , non possiamo
permettere che i comuni e le popolazioni vengano espropriate del loro
potere decisionale- la vicenda del gasdotto in Puglia è emblematica,
anche le deroghe dello “Sblocca Italia “ , inventate dal
governo, sono pericolose e non si puo' non essere preoccupati, perchè
queste decisioni, questa politica, calpestano, fra le altre cose,
oltre a regole democratiche, il rispetto per le comunità.
Mentre per noi le persone contano,
ancora e sempre di piu'.”
Il progetto Smart Gas è stato un
campanello d' allarme cui però i cittadini hanno saputo reagire.
Essi si sono opposti ad una politica che imponeva prima i progetti
ed i profitti, dopo il territorio, le loro persone e i diritti , e da
ultimo il lavoro. Non hanno accettato questa logica .
Ed in questa assemblea si ribadisce il
principio che non possono essere barattati diritti con diritti né
esser messi gli stessi in contrapposizione tra loro.
Anzi, è soprattutto al mondo del
lavoro che questa assemblea si rivolge , a quei lavoratori del porto
che qui, pur lavorando assiduamente e e continuamente risultano
essere assunti come “ somministrati “ cioè “ interinali”,
quindi lavoratori “temporanei” o precari.
Questa situazione è inaccettabile.
LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI
INTERINALI E' UN PUNTO IRRIUNCIABILE DELLE PROPOSTE CHE L' ASSEMBLEA
PONE.
Si richiede anche anche un rapporto
piu' corretto ed equilibrato tra iniziativa pubblica e iniziativa
privata, perchè il precedente dell' ILVA di Taranto è preoccupante
, ed è un esempio quantomai negativo che non deve ripetersi altrove
.
ALTRA
RICHIESTA - che il consigliere Iacono evidenzia con forza è la
necessità di scrivere il PIANO REGOLATORE DEL PORTO DI MONFALCONE
, prima che si facciano cose dannose ed irreversibili!
Bisogna infine allontanare
definitivamente il pericolo del progetto del minirigassificatore ,
ed anche questo è un motivo della riflessione dei lavori di oggi, né
si puo' dimenticare la grevità della situazione lavorativa,
drammatica , perchè condizionata da pericoli di illegalità , e da
presenza di mafie , nella realtà di FINCANTIERI.
Che fare? Di sicuro non è posibile
congelare l' esistente , ma intanto “ diciamo cosa non siamo
disposti a sopportare. Primo, non accetteremo alcun baratto tra mini
e maxirigassificatore, non consegneremo il territorio alle
multinazionali ed ai padroni privati! “
Vogliamo costruire un' alleanza , stabilire
un collegamento tra esperienze sindacali ed ambientali, perchè
questi temi debbono viaggiare insieme, quindi l' obiettivo è un
PATTO dei COMUNI COSTIERI , da Monfalcone a Muggia , che serva da
concertazione per il raggiungimento di obiettivi concreti , per
sostenere progetti condivisi di sviluppo del territorio, quindi un
PATTO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE , in difesa del lavoro, dell'
ambiente della sicurezza.”
PAOLO MASCHIO , presidente dell'
AS Porto di Monfalcone ha esordito sottolineando l' importanza di una
riforma dei porti e della governance territoriale, argomenti di cui
si parla ormai da vent' anni ma con scarso costrutto.
Oggi l' AS Porto è “solo un
organo della CdC di Gorizia “ per cui valgono le competenze
stabilite dall' art 14/ legge 84/94 , come Chioggia, insomma, mentre
la programmazione è in capo, per effetto della LR12/2012 alla
Regione FVG .
Un breve accenno alla cosiddetta
riforma Delrio, “ che aveva previsto due poli organizzativi del
Nord Italia, e che però non ha avuto fortuna , ma se fosse rimasta
così com' era stata presentata all' inizio , avrebbe forse avuto
solo la capacità di dividere anziché fare sinergie , tra una realtà
settentrionale ( piu' forte, quella nordtirrenica e nordadriatica ) e
quella meridionale, (strutturalmente piu' debole ) , con ricadute
pesanti ,per lo sviluppo di entrambe , mentre serve una capacità di
relazione tra i porti, tra le loro politiche industriali cui possano
avvantaggiarsi i territori , ed una adeguata rete infrastrutturale “.
E poi una
riflessione su tema della attuale governance dei porti, che non è
veramente un tema banale, ma su cui bisogna cercare di mettere
ordine.
Il presidente Maschio pone l' accento
sull' esigenza di una omogeneizzazione delle politiche gestionali ed
amministrative , capaci di intervenire sia sull' ordinaria
amministrazione sia sui progetti di cui oggi i porti hanno bisogno,
per agire con efficienza ed intelligente operosità sullo scenario
globale .E si tratta di scegliere, possibilmente, una soluzione di
discontinuità.
“ Oggi si è davanti a due
scenari possibili: o prendiamo quello che privilegia un modello di
governance tarata principalmente o esclusivamente sul sistema del
porto entro una dimensione regionale, o viceversa optiamo per un
modello espansivo , che aggreghi, agganciato alle aree industriali,
ai consorzi, alle aree logistiche e che operi una dialettica vera
col sistema portuale nella sia interezza e complessità.”
Il sistema portuale regionale del FVG è
infatti parte di un sistema europeo, dove i 2/3 del traffico di
merci sono destinati al mercato Centroeuropeo , ed è un mercato che
cresce, ma in modo difforme da Venezia a Rijeka – a parte la
realtà di Trieste condizionata dal portopetroli- e si rileva come
dal 2007 al 2014 i volumi di traffico siano cresciuti con punte dal
5% al 7% annue , e nonostante la crisi le possibilità di crescita
permangono , “ ma bisogna superare l'anarchia della gestione e
la mancanza di una direzione operativa “.
E' necessaria UNA PROGRAMMAZIONE
“CREATIVA” DEL SISTEMA PORTUALE DEL LITORALE , comprendente l'
area da Porto Nogaro alla Provincia di Trieste che dia capacità di
co-competere ( termine usato da Paolo Costa a Venezia) per avere una
prospettiva .
Bisogna SVILUPPARE UNA POLITICA
INDUSTRIALE legata alle esigenze dei porti , per superare la falsa
dicotomia tra porto commerciale e porto industriale, e poi per
individuare leve ed opportunità di crescita , con un maggior
coinvolgimento di imprenditori ed operatori marittimi.
Monfalcone nei primi mesi dell' anno ha
comunque aumentato del 15% il suo volume di traffico , ma la
situazione resta aleatoria.
Si opera infatti prevalentemente su
quattro settori : cellulosa, prodotti siderurgici, automobili,
carbone per la centraleA2A , che però non danno garanzie di
continuità e di consolidamento , sia per motivi contingenti e/o
legati alla crisi (auto) , sia per il loro reimpiego- solo il 15%
della cellulosa che riceviamo resta in zona -e con le stesse materie
si è in competizione con Livorno , ma avendo molta minore
attrezzatura e strumentazione di quella realtà, il porto di
Monfalcone, essendo solo una AS, resta sfavorito.
“ Per motivi legati alla
burocrazia amministrativa ci vogliono anni per fare un piazzale –
sottolinea il presidente
-mentre ad esempio il porto di Capodistria è più concorrenziale
proprio sul piano dei servizi e dei tempi di realizzazione dei
medesimi!Creare situazioni procedurali adeguate è il minimo che oggi
si possa richiedere alla politica di fare”
L' idea è
REALIZZARE UNA ATTREZZATURA SELETTIVA DEL PORTO per aumentare le
capacità ricettive dell' attuale struttura , per traguardare il
rafforzamento degli attuali traffici verso non solo il centroEuropa,
ma quel “ far east” cui ad esempio sta già guardando alla
Germania, dato che ormai i porti del Nord sono saturi.
Dunque AMPLIARE LE AREE PORTUALI e
DISCUTERE NEL MERITO DI UN PIANO INDUSTRIALE PER IL PORTO.
GIOVANNI SGROI , responsabile
nazionale di SEL del FORUM BETA , ha invece affrontato il problema
del rigassificatore e delle fonti energetiche rinnovabili (FER) il
cui impiego ha sì fatto segnare un notevole balzo in avanti, nel
nostro paese, ma non ha risolto il problema dell' utilizzo delle
fonti fossili, che continua anche a fronte di un serio pericolo ,
quello dei grandi cambiamenti climatici – come il rapporto IPCC del
settembre 2013 ha ricordato- che dovrebbe ragionevolmente indurre ad
una svolta di indirizzo il che non avvenendo comporta, come effetti e
conseguenze , non solo inquinamento ed impoverimento delle risorse ma
anche il crollo dell' edilizia tradizionale, non sostenuta da
modelli di efficienza energetica meno costosa, con poche risorse a
disposizione per la bioarchitettura, l' efficientamento energetico,
etc.
Eppure è dalla consapevolezza di
CAMBIAMENTI CLIMATICI IRREVERSIBILI che si deve partire , poiché
essi stanno definitivamente incrinando il modello del combustibile
tradizionale e l' idea di sviluppo e consumo ad esso legato.
Il relatore ha invitato quindi a
RIPENSARE IL RIEQUILIBRIO ECONOMICO anche attraverso il dispiegarsi
di un' altra politica energetica , dicendo no alle trivellazioni ,
no al carbone e alla dissipazione di energia non rinnovabile.
“ Purtroppo non aiuta –
ricorda- che l' industria dei fossili- carbone,gas,
petrolio , per la sua continuità, riceva quasi ogni anno dal FMI ,
in maniera diretta o indiretta aiuti economici per 5300 MLD di
dollari! pari al 6,5% del PIL mondiale.
Rinnovabili, energia verde,
marginalità del nucleare, consentirebbero invece di investire sulla
TRANSIZIONE dalle ENR alle FER : in Italia siamo in ritardo,
continuiamo a mantenere nell' Adriatico 114 piattaforme offshore di
idrocarburi , la Strategia Energetica Nazionale , che è di
competenza del MISE è ferma al 2013, ma nei contenuti è un piano
inefficace anche se si spinge, in un tentativo di pianificazione e di
programmazione sino al 2020, e nella sua finalità punta a far
diventare il nostro paese il principale HUB del mercato europeo del
gas .
In piu' non c' alcuna road-map per
lo sviluppo delle reti infrastrutturali , non si parla di risparmio
energetico, quando invece servirebbero indicazioni chiare in tal
senso. “
L' unica strada percorribile sarebbe
quella di intervenire con progetti (DECARBONIZZAZIONE) ed interventi
pubblici per favorire questo esito... “ invece si utilizza
ancora il sistema di incentivi per le fonti fossili (quasi 18 mld
annui), e si spendono oltre 50mld di euro l' anno per l'
approvvigionamento di fonti fossili dall' estero.
Infine lo “Sblocca Italia “ di
Renzi che definisce strategici i rigassificatori , destina ad essi
un incentivo del 7,5% , anche in caso di incompleta realizzazione ,
ma è un rischio calcolato, il costo ANCHE in questo caso sarebbe
fatto ricadere sulla bolletta del' utenza! “
Sul pericolo, i rischi e le
incongruenze del rigassificatore di SMART Gas è stata a suo tempo
compiuta un' ampia disamina , che si è successivamente tradotta in
un documento inviato al Ministero del' Ambiente , nel mentre si
ribadisce l' ASSOLUTA CONTRARIETA' AL PROGETTO “ che non può
essere definito strategico né per per il Piano Energetico nazionale
né per il piano energetico regionale del FVG e per questo motivo non
lo si puo' valutare in termini di coerenza con le esigenze
energetiche e si considera che , un' area portuale destinata ad altri
progetti di sviluppo , definita sensibile ai sensi del Dlgs 152/2006
( norme in materia ambientale, VAS, VIA, AIA)non possa essere
destinata ad ospitare un impianto di dubbia utilità per la comunità
ed il territorio circostante”.
L'
intervento di CRISTIANO
GILLARDI, già
responsabile regionale di LegAmbiente per il settore Energia, fa il
punto della situazione con l' ausilio di alcune slides .
“Per
lo sviluppo delle infrastrutture , esigenza che nessuno nega (NdR) ,
- sostiene- vanno però garantite ed osservate, alcune priorità di
valenza universale: la conservazione dell' ambiente , l' oculata
gestione delle risorse non rinnovabili, ed una altrettanto oculata,
di quelle rinnovabili!quindo la tutela della salute e dei fabbisogni
primari . Ragionando in termini globali ci si rivolge ad una realtà
di quasi 7 miliardi di individui su cui insistono l' effetto serra e
le conseguenze dei cambiamenti climatici , le risorse vanno
centellinate, ' inquinamento idrico e quello termico sono in in
espansione e c'è la riprova nelle misurazioni sulla quantità di CO2
prodotta ed emessa nel' atmosfera, dal 1958 ad oggi ( il riferimento
è alla stazione laboratorio di Mauna Loa) , per cui lo scenario è
inquietante.
L' alternativa sta
in POLITICHE DELL'AMBIENTE CHE AIUTINO L' OCCUPAZIONE .
Nella realtà del
litorale giuliano servirebbero politiche di pianificazione , con
aspetti di compatibilità ambientale, facendo conto coi limiti , la
sostenibilità, del territorio, e dunque interrogandosi sulle cautele
da prendere, ponendosi le giuste domande.
Gillardi
ne avanza alcune: “ Quali limiti all' aumento del
trasporto via mare e via terra? Quali aree vanno cementate?”
e poi: “ Quale futuro per la centrale A2A ?Va bene il
trasporto annuo di circa 800 mila tonnellate di carbone per
alimentare la centrale??”
In realtà i
cittadini dovrebbero essere messi in grado di controllare le
situazioni, le leggi, che sinora hanno regolato il quadro
macroeconomico della nostra realtà .
VAS, VIA , AIA sono
quindi adeguate per dare il giusto peso a questi aspetti ed a
queste priorità , che le nostre domande indirettamente pongono?
Quante emissioni di gas serra si produrranno, permanendo la
situazione attuale, nel breve periodo?
Infine l'
inquinamento non è imputabile solo alla centrale A2A, ma di questo
vanno informate le persone, anche altri progetti sarebbero
estremamente impattanti per il territorio, non solo il
minirigassificatore, ma lo stesso sviluppo del porto va controllato,
davvero servirebbe una seconda cassa di colmata davanti a Duino ?
In ogni caso è necessario coinvolgere le persone , ascoltarle, in un
dialogo che deve affrontare problemi di questa complessità.
Gillardi invita
quindi i presenti a leggere qualcosa di Herman Daly , l' economista
statunitense propugnatore dell' idea dello “ sviluppo sostenibile
“ .
LUIGI
D' AURIA , operaio,
attuale coordinatore Sel di Monfalcone, informa l' assemblea sulla
situazione dei lavoratori interinali applicati presso il porto, circa
una trentina, molti dei quali avrebbero voluto partecipare al'
iniziativa di oggi, ma che, incredibilmente , con singolare tempismo
, sono stati chiamati al lavoro anche oggi.
Il timore però non
è tanto la condizione di precarietà , che pure pesa, ma incide di
piu' la prospettiva , oltremodo realistica , che laddove passasse il
progetto di Smartgas, cio' impedirebbe o condizionerebbe non solo la
normale attività del porto, ma inciderebbe negativamente sullo
sviluppo del traffico portuale e marittimo, che ne risentirebbe , e
i lavoratori precari sarebbero i primi a pagarne le conseguenze,
percio' si richiede la stabilizzazione in tempi brevi di tutti .
Per dare almeno sicurezza di reddito, continuità di lavoro e
sostegno alle famiglie .
Denuncia
anche il recente licenziamento di un operaio saldatore della
Fincantieri , avvenuto per motivi alquanto pretestuosi e come il
clima che si respira nel grande cantiere , come la cronaca ha
recentemente evidenziato dopo la dura presa di posizione della CGIL
regionale , non sia proprio dei migliori , “ ...è una
situazione vergognosa”.
RENATO
KNEIPP ,
segretario provinciale della FILT CGIL di Trieste conferma come oggi,
qui ed altrove , il dramma sia quello della precarietà che è
diffusa ovunque, ma in FVG particolarmente e di piu'.
Anche a Trieste c'è
stata una pesante ristrutturazione del lavoro portuale, non solo in
termini numerici, ma di applicazione di politiche che hanno colpito i
diritti e la dignità delle persone. Concorda con le osservazioni
espresse dai relatori che l' hanno preceduto , illustrando la linea
della CGIL come sia interesse oggettivo , in questa fase , seguire
una politica di collaborazione e sinergia valorizzando specificità
e potenzialità dei porti di Trieste, Monfalcone, san Giorgio di
Nogaro in una logica di rete con le altre infrastrutture del
territorio.
Sugli
impianti di rigassificazione e le politiche energetiche ricorda
ancora come a suo tempo vennero fatte iniziative di informazione “
persuasiva” anche in Cgil e come risultò necessario, dopo tante
sospette insistenze, acquisire qualche elemento di conoscenza e di
verità in piu' per opporsi al progetto Gasnatural ( … “
molti anche in CGIL erano convinti che ci sarebbero stati benefici
,ci vennero presentati due progetti addirittura, ma non era vero
niente!”) , quindi fare
battaglia per opporsi coerentemente a tutti quei progetti che
similmente , oggi come ieri, nulla potrebbero garantire , a politiche
di sviluppo vero del territorio , e di certo va tenuta ancora adesso
alta la guardia.
Sicuramente un
problema , molto sentito , e che ha ripercussioni sulla produttività
e l' efficacia del nostro sistema portuale è quello della LOGISTICA,
ma che non puo' essere sbrigativamente affrontato come ieri ha detto
di voler fare la Presidente Deborah Serracchiani al convegno di
Trieste sui Corridoi Europei , avendo aggiunto, ad alcune
dichiarazioni , una battuta non proprio felice .
(
Kneipp ha riportato nel suo intervento una frase colta al volo : “
E' ora di farla finita coi piccoli comuni che bloccano le grandi
iniziative..” - il
riferimento era però al raccordo Milano – Chiasso su cui qualcuno
pare abbia obiezioni , mentre il quotidiano locale riportava una
dichiarazione della stessa ,che qui trascriviamo vista l' importanza
e la connessione con l'argomento della nostra assemblea: “Lo
scalo triestino così come l' Autostrada A4 è stato confermato
quale infrastruttura strategica d' interesse europeo e gli sono
state riconosciute le caratteristiche per diventare progetto pilota
adatto alla sperimentazione di nuovi strumenti di finanziamento... in
particolare per il Corridoio Adriatico- baltico sono stati
identificati tre progetti , due coinvolgono il porto fluviale di
Vienna , il terzo è centrato sul porto di Trieste , potenziale
beneficiario degli strumenti standard della BEI – la Banca Europea
per gli Investimenti- NdR) .
Secondo Kneipp
stiamo entrando in una fase che necessita di scelte e passaggi di
condivisione democratica con i cittadini e gli enti Locali.. quelli
che ci saranno ancora se dovesse passare la LR221!
Il
resto del quadro è desolante. “ Sulla “ riforma” dei
porti le OO.SS non sono mai state sentite, s'è chiesta una riforma
della L84/94 e non c'è stata risposta, le linee ferroviarie qui sono
sottoutilizzate, il MdL nei porti è stato frammentato e precarizzato
, cosa si vuole ancora? Addirittura sino a pochi mesi fa, quando
c'era ancora Lupi si parlava di una liberalizzazione ancora piu'
completa?!
Come se la tragedia di due anni fa
nel porto di Genova , quando una portacontainer ha tirato giu' la
Torre di controllo della Capitaneria, facendo sette morti , non
avesse ancora fatto aprire gli occhi a chi ci governa sul significato
di questa parola!!”
“ E' necessario rivendicare piu'
regole e tutele, invece: a Trieste c'è un numero spropositato di
Aziende art.16, fin troppo lavoro precario, veramente negli ultimi 20
anni qualcosa non ha proprio funzionato, e negli ultimi 18 mesi
abbiamo avuto due morti . Dobbiamo richiedere UN POOL DI MANODOPERA
SICURA E STABILE , non politiche sempre a vantaggio dei terminalisti”
sono le sue conclusioni.
ALDA SANCIN,
dell' associazione NOSMOG di TRIESTE , riporta nel suo intervento ,
servendosi delle immagini filtrate dal computer , la situazione
ambientale del quartiere di Servola e dei suoi dintorni, della zona
di costa del litorale di Trieste che guarda verso Muggia , mentre la
FERRIERA , lo stabilimento siderurgico la cui costruzione risale al
1896 , quando quel rione era l' estrema periferia della città, ora
all' interno di un' area densamente abitata , occupando un terreno
cui per anni sono mancate politiche di bonifica , di manutenzione e
mesa in sicurezza degli impianti, ancora adesso dopo essere stata
“salvata” da Arvedi , imprenditore del' acciaio di Cremona ,
nonostante la firma di un Accordo di Programma che imponeva immediate
misure di bonifiche e messa in sicurezza delle aree, dei carbonili,
etc, continua ad eruttare fumi , polveri, tra rumori incessanti e
molesti , con grave pregiudizio per la salute di chi lavora all'
interno del suo perimetro, ed anche , soprattutto di chi vive nei
pressi .
I parchi carbone
della Ferriera avrebbero dovuto essere chiusi, ricoperti , messi in
sicurezza, mentre come si è visto col parziale nubifragio di
domenica14 giugno, una immensa nuvola nera s'è alzata dalle banchine
dello stabilimento e si' è abbattuta su Servola, sui rioni
adiacenti , dirigendosi poi verso il Centro Città.
Se parliamo di
DIRITTI NON NEGOZIABILI , quello della SALUTE lo è, E COME QUELLO
DEL LAVORO , non si possono mettere l' uno contro l' altro.
La
signora Sancin denuncia una situazione che dura sin da troppo tempo
e che ancora non si risolve , poiché – sappiamo- che in ballo non
sono soltanto i posti di lavoro,( nel permanere della crisi
non tutti i lavoratori, finita la gestione Lucchini, sono stati
riassunti , NdR) ma una idea
stessa di democrazia e di gestione dei problemi sociali che non puo'
prescindere, tanto piu' se essi coinvolgono il ruolo delle
istituzioni , dalla piena applicazione di leggi ed accordi che
queste, poste a rappresentanza e tutela di interessi collettivi ,
devono far rispettare. Purtroppo , di questi tempi, sembra proprio di
chiedere l' impossibile:
“ L' AIA non controlla niente , l' altoforno che è un sistema chiuso butta fuori tutto , fumi, fuochi, nuvolaglie rossastre , le valvole di sicurezza , che dovrebbero aprirsi , almeno ogni tanto, sembrano disattendere al loro compito,la situazione delle abitazioni è minacciata dalla vicinanza della cokeria, a 150 metri in linea d' aria da noi ! la centralina dell' ARPA che si trova troppo vicina alle case (ed alla Ferriera ) viene addirittura contestata da Arvedi , qui la gente sta male, servirebbe una indagine epidemiologica ,.. “
“ L' AIA non controlla niente , l' altoforno che è un sistema chiuso butta fuori tutto , fumi, fuochi, nuvolaglie rossastre , le valvole di sicurezza , che dovrebbero aprirsi , almeno ogni tanto, sembrano disattendere al loro compito,la situazione delle abitazioni è minacciata dalla vicinanza della cokeria, a 150 metri in linea d' aria da noi ! la centralina dell' ARPA che si trova troppo vicina alle case (ed alla Ferriera ) viene addirittura contestata da Arvedi , qui la gente sta male, servirebbe una indagine epidemiologica ,.. “
Effettivamente
le analogie con il quartiere Tamburi di Taranto sono anche troppe.
“ E sicuramente non c'è
stata alcuna DISMISSIONE, ma neanche alcuna RICONVERSIONE , anzi si
faranno i lavori per costruire un laminatoio a freddo.. insomma
aumenterà l' inquinamento senza alcun vantaggio reale per i
lavoratori e la nostra salute!
Almeno in Germania – la
signora Sancin cita l' esempio di Duisburg, - le
acciaierie sono state RICOLLOCATE , e continuano a produrre lontano
dai centri abitati, ed i vecchi impianti sono stati riconvertiti e
recuperati come PARCHI ARCHEOLOGICO- INDUSTRIALI, in tal modo si sono
salvaguardati l' ambiente ed i posti di lavoro !”
L' ultimo
intervento prima delle conclusione di Serena Pellegrino è quello di
LINO SANTORO , già presidente regionale di Legambiente , del
Gruppo di Lavoro Tematico sull' Ambiente dell'Associazione Politica
per la Costituente della sinistra / AltraEuropa con Tsipras
(APCS/AET) che svolge il tema del pericolo connesso all'
insediamento degli impianti di rigassificazione in quanto come
obiettivi potenzialmente sensibili di attacchi terroristici di nuovo
tipo , non solo militari, come fu quello attuato col tritolo ai
serbatoi della SIOT di Dolina il 4 agosto del 1972 a Trieste, ma
cyberattacchi che potrebbero essere ben piu' devastanti e micidiali:
I rigassificatori sono infrastrutture
energetiche a rischio d’incidente rilevante per il territorio in
cui vengono realizzate. Attualmente, per ridurre il rischio, la
tendenza è di localizzarli in aree molto distanti dai centri urbani
(on shore), oppure al largo (offshore), in arre marine su cui vengono
fissati dei vincoli alla navigazione. Per quanto riguarda il rischio
incidentale si è attualmente orientati a una valutazione
deterministica (cioè si considerano le conseguenze di un’eventuale
evento negativo alle strutture e alle persone) piuttosto che
probabilistico (qual è la probabilità dell’evento negativo), cioè
non conta tanto tener conto dei dati statistici su eventi negativi
quanto delle obiettivi effetti di un incidente grave, per quanto poco
probabile ma possibile. E quindi è opportuno ricordare la differenza
fra hazard, tradotto con il termine pericolo, cioè una
situazione che potenzialmente comporta un rischio, cioè può creare
un danno a strutture e persone e risk ovvero la probabilità
che si verifichi un evento negativo in un determinato intervallo di
tempo. Se esiste la possibilità di un evento catastrofico, anche di
bassa probabilità, l’analisi di rischio (AdR) dovrebbe indurre a
collocare lontano dai centri abitati un’infrastruttura anche se
ritenuta fondamentale per l’economia di un territorio. Dal punto di
vista economico è ormai dimostrato che i rigassificatori funzionano
a percentuali molto basse rispetto alla loro capacità annua di
rigassificazione (Panigaglia 5%, Porto Viro 50-55%, Livorno 0%). Sono
gli incentivi previsti per le infrastrutture strategiche a stimolare
le multinazionali energetiche a presentare progetti di
rigassificatori.
L’11/06 A Roma è stata convocata la
Conferenza dei Servizi, per l’autorizzazione unica al progetto del
rigassificatore di Zaule. Oltre agli enti locali (provincia di
Trieste, comuni di Trieste e Muggia) alla Regione FVG all’Autorità
portuale anche la prefettura di Trieste si è pronunciata sui rischi
derivanti dalla presenza di infrastrutture energetico in un ambiente
di mare ristretto come la valle di Zaule, dove è già presente il
terminale SIOT, per cui una ulteriore infrastruttura energetica come
un terminale di rigassificazione rappresenterebbe un obiettivo per
attentati terroristici devastanti per un territorio fortemente
urbanizzato. Sono soprattutto i serbatoi di stoccaggio di GNL sia
delle gasiere che lo trasportano, sia i serbatoi a terra e la
gestione di tutte le fasi di trasferimento a rappresentare un
obiettivo di atti terroristici. Eventi catastrofici possono essere
causati da violenti fenomeni di rollover dovuti a
mescolamenti non regolati delle stratificazione che si generano nei
serbatoi criogenici per l’immissione di GNL di diversa provenienza
che avendo composizione diversa hanno proprietà chimico-fisiche
diverse: può p.e. verificarsi un brusco aumento della pressione
interna causata da una violenta evaporazione (boiloff) dei
componenti più volatili, a causa dei flussi termici dall’esterno
all’interno dei serbatoi, che pur se coibentati non eliminano la
trasmissione di calore dall’esterno, tanto che se la temperatura
interno è di –160 gradi, quella della loro superfice estrno si
aggira ai –20gradi. Ma più che rischio di attentati fisici oggi
come oggi esiste la possibilità del terrorismo informatico ovvero
l’attacco alla gestione della strumentazione di controllo, di
regolazione e di attuazione che ormai passa attraverso la
trasmissione di comandi informatizzati, che in qualche modo sono
connessi alla rete Internet, quindi è possibile l’accesso da
malicious hacker esterni ma anche l’accesso dei sistemi di
controllo, regolazione e attuazione da parte di malicious insider
operanti nell’impianto o occasionalmente presenti per alcune
operazione (p.e. trasportatori, tecnici della manutenzione etc.).
La possibilità del terrorismo
cibernetico (ciber terrorismo) e i possibili interventi per
combatterla è diventata un importante settore di analisi. Al di là
di quanto è strato prodotto in merito dalle strutture di
Intelligence degli USA e di altri stati è interessante
richiamare la Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio e
al Parlamento Europeo dal titolo La protezione delle
infrastrutture critiche nella lotta al terrorismo, in cui si di
considerano le conseguenze di un attacco ai sistemi di controllo
industriali, un attentato di tipo informatico potrebbe causare gravi
danni a infrastrutture vitali, e in particolare un attentato
informatico comporterebbe un gran numero di vittime e gravi danni
materiali a impianti chimici o di gas naturale liquefatto. Un
consorzio di 20 partner europei con capofila il PRA (Pattern
Recognition and Spplication) Lab dell’università di Cagliari ha
visto finanziato dalla Commissione Europea il Progetto CyberROAD per
redigere il piano di ricerca europeo su crimini informatici e gli
atti di terrorismo informatici. Il Centro militare di studi
strategici (CeMISS) ha elaborato una ricerca su Prospettive della
sicurezza in ambito marittimo: infrastrutture critiche e dimensione
marittima della security, infrastrutture che possono
rappresentare un bersaglio per azioni di tipo terroristico, condotte
sia con metodi tradizionali sia tramite i cyberspace. Una
relazione Sulla politica dell’informazione per la sicurezza è
stata prodotta in diverse successive versioni per la Presidenza del
Consiglio dei ministri dal Sistema di informazione per la sicurezza
della Repubblica. L’ultima versione rimarca l’alto grado di
priorità annesso dall’intelligence al contrasto alla
minaccia cyber. Il terrorismo informatico ha delle
caratteristiche particolari: è pervasiva, sofisticata ed eseguibile
con strumenti di facile accesso e uso. E’ interessante la lettura
della pubblicazione di Stefano Baldi, direttore dell’Istituto
Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri dal titolo Nuove
minacce alla sicurezza internazionale: hacktivism e ciberterrorismo
.E’ uno studio approfondito sulla potenzialità e sui rischi di
attacchi informatici a infrastrutture critiche. Nella sua analisi
distingue fra hacker non negativi, cioè esperti informatici
potenzialmente in grado di penetrare siti protetti, ma senza
intenzioni di creare danni a persone o infrastrutture e malicious
hacker che sono ciberterroristi, cioè che mettono a disposizione
di stati o organizzazioni le loro conoscenze al fine di danneggiare
persone e impianti, producendo una serie di guasti amplificata dai
sistemi informatici di controllo automatico. Stefano Baldi sottolinea
in particolare le asimmetrie dell’attacco informatico: chi
compie un attacco informatico gode di vantaggi enormemente superiori
rispetto ai danni di chi subisce l’attacco riguardante il rapporto
fra costi e rischi.
SERENA
PELLEGRINO , deputata di Sel al parlamento e capogruppo SEL alla
Commissione ambiente e lavori Pubblici ha esordito dicendo che la
sua partecipazione è stata motivata soprattutto dal fatto di avere
informazioni, di essere venuta quindi per ascoltare per capire,
perchè la conoscenza aiuta a comprendere e ad affrontare con
metodo i problemi che poi devono essere risolti.
Da deputata, che
intende assolvere ai suoi compiti senza vincolo di mandato ,
ribadisce quindi un concetto che oggi viene messo in discussione ma
che va invece deve essere difeso a spada tratta: ella ritiene
importante, ed intellettualmente onesto , non essere piu' legata all'
appartenenza politica di partito di quanto non si debba invece
esserlo verso tutti i cittadini in quanto elettori ,d' altronde ,
però , è questo il significato vero di quanto recita l' art.67
della Costituzione: “ ogni membro del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”, e
questo aspetto non è secondario nel momento in cui anziché essere
governati da parlamentari o ministri che hanno giurato fedeltà alla
Costituzione, capita di accorgersi che di fatto il nostro paese
sembra o forse è, governato dalla finanza, dalle multinazionali, dai
poteri forti, di conseguenza che – ad esempio- con lo Sblocca
Italia s' è fatta una regalia immensa ai vari Gavio, Benetton , etc
per cui qualcuno senza muovere un dito riceverà finanziamenti e
risorse gratis dallo stato, e pressoché niente riceverà invece la
Ferriera di Servola.
“ Inoltre molti lavori partiranno
senza autorizzazione ambientale, -
parlando a braccio cosi' l' on Pellegrino racconta la sua visione d'
insieme sul problema - la TAV Bari Napoli bypasserà le
regole e le leggi ambientali, in quel decreto c'è di tutto e di
peggio , e se noi non riusciamo a ribaltare questo paradigma, il
paese scivolerà sempre piu' nella crisi e nell' arretratezza.
Se Renzi dice di voler seguire Obama ,che
significa? . ma il quadro globale è compromesso, perché è
evidente come ormai Obama abbia fallito , poi è venuta l'altroieri
l' Enciclica del Papa ; ma è una consolazione farci dettare
l'agenda politica del Vaticano? Ora che i buoi sono fuori dal
recinto? Ma se fosse così , ed io mi reputo una cristiana ecologista
– afferma- cosa
dicono al riguardo su queste leggi i cattolici del PD? Vanno bene le
trivellazioni? E che dicono degli airgun per le prospezioni
petrolifere? Meno male che dopo anni siamo riusciti a far passare la
legge sugli ECOREATI, anche se già da subito qualcuno ha iniziato a
pensare a come poter cambiare qualche dettaglio “
La
deputata quindi informa , con molto stupore dei presenti in sala,
come , proprio mentre si tratta di darsi da fare per vigilare e
proteggere l' ambiente , stia prendendo corpo alla camera un DDL ,
che verrà presentato dal' on . Rosato , un DDL che prevede la
soppressione del Corpo forestale dello Stato, quindi si
sottrarrebbero le unità , le forze , le sentinelle che
materialmente hanno il compito, di accudire e controllare l'
integrità del nostro territorio, del suo patrimonio ambientale,
agroforestale e paesaggistico: “ un bel modo per
combattere gli ecoreati!”
Nel
merito degli interventi che si sono susseguiti , la on. Pellegrino
, pur condividendone in larga
parte i contenuti, invita ad uscire dall' eccessiva
settorializzazione, poiché “ si tratta di tenere tutto
assieme.”
I porti , le
politiche di governance, le infrastrutture , la tutela dell'ambiente,
i diritti del lavoro. Invita a guardare con attenzione il valore del
SIN ( sito di interesse nazionale) cui brevemente nel suo intervento
l' ing. Maschio aveva fatto cenno come “ risorsa” spendibile per
incrementare lo spazio fisco del' attività portuale, mente l'on.
Pellegrino invita a cautela, anche perchè difficilmente un suo
utilizzo o riconversione servirebbe ad aumentare sensibilmente il PIL
, mentre è certo che tale utilizzo andrebbe a scapito di qualche
cosa.
E ricorda come, in
pochi anni questa Regione abbia di molto ridotto il suo spazio per
l'agricoltura, le coltivazioni , abbia si' ampliato la zootecnia , ma
questo fatto di per sé non costituisce elemento di equilibrio o di
compensazione per un recupero di valore del territorio; ribadisce la
propria contrarietà ai rigassificatori , ma ricorda come sia stato
il PD, segnatamente Bersani, a suo tempo a tirare la volata a queste
realizzazioni .
Conclude citando
“PETROLIO”, il romanzo, ultimo ed incompiuto di un grande
scrittore e poeta di qusta terra: Pier Paolo Pasolini, che in quel
testo, aveva denunciato, le malefatte della DC di allora ,il
malcostume e le regressioni, etiche e politiche della classe
dirigente di allora ; su questa falsariga e con questa ispirazione,
bisogna continuare a denunciare ed a dare battaglia.
**************************************************************
I lavori dell'
Assemblea sono terminati alle ore 14.00.
I lavori sono stati
videoregistrati e verrà fornito e/o messo in rete filmato dell'
evento , curato da Alessandro Mendizza.
Vi sono stati 11
interventi sui 12 previsti ( il presidente di “ART.17 Porto di
Monfalcone “ non ha potuto partecipare per motivi di salute)
In sintesi le
proposte dell' assemblea:
1. PATTO PERMANENTE
DI CONSULTAZIONE DEI COMUNI DEL LITORALE GIULIANO sui
problemi ambientali , occupazionali e di protezione e sviluppo dei
territori
2 .OMOGENEITA'
NELLE POLITICHE DI GOVERNANCE DELLE AP E AS
3. COLLABORAZIONE E
SINERGIE dei PORTI DEL LITORALE GIULIANO
4. MIGLIORAMENTO
DELLE INFRASTRUTTURE E SVILUPPO DELL' INTERMODALITA'
5. POLITICHE DI
TUTELA DELL' AMBIENTE, DI SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
6. STABILIZZAZIONE DEL LAVORO PORTUALE
7. PROGETTI DI
DECARBONIZZAZIONE ; INTERVENTI CONTRO L' INQUINAMENTO E FUORUSCITA
DALLE ENR
8. CONTRARIETA' AI
RIGASSIFICATORI ED ALLE TRIVELLAZIONI
9. OPPOSIZIONE ALLA
LEGGE “SBLOCCA ITALIA”
10. PREFERENZA -E
POLITICHE DI SOSTEGNO- ALL' UTILIZZO DELLE FER
(MC)
DOCUMENTAZIONE
- Bruxelles. 30/11/2012: “UNA STRATEGIA MARITTIMA PER IL MARE ADRIATICO ED IL MARE JONIO .
- Bruxelles. 17/10/2013: “ La nuova politica delle infrastrutture dei trasporti della UE”- ( informazioni di base )
- Meccanismo per Collegare l' Europa (MCE) 2014-2020
- Bruxelles.11 dicembre 2013. REGOLAMENTO UE N° 1316/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce l' MCE e che modifica il regolamento UE N° 913/2010 e che abroga i regolamenti CE N° 680/2007 e CE N° 67/2010
- Bruxelles .7/1/2014 . Doc. : COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE “ Costruzione della rete centrale di trasporto:corridoi della rete centrale e MCE”
- Bruxelles , 17/1/2014 ( Comunicazione personale )Lettera Roberto Lopriore su regolamenti 1315(TEN-T) e 1316(CEF)
- Bruxelles .17/6/2014: doc.: COMUNICAZIONE della Commissione al PE, al Consiglio , al Comitato economico e sociale europeo ed al comitato delle regioni RELATIVA ALLA STRATEGIA DELLA UE PER LA REGIONE ADRIATICA E IONICA. (2 copie)
- Parere del Comitato delle Regioni – EUSAIR- rif.: COM (2014) 357,SWD (2014)190 e 191 (final),
- Bruxelles. 29/5/2015: PTOGETTO DI RELAZIONE ( rel: Ivan Jakovcic) su UNA STRATEGIA DELL' UE PER LA REGIONE ADRIATICA E JONICA (33 punti )
******************************************************************
CARTEGGIO email
1. 19/5/2015 “PROGETTO DI PARERE “
. Suggerimenti da integrare ed emendare
2. 14/6/2015 mail da R.TECCE su “
PARERE in Comm.Ambiente (ENVI) sulla Regione Ionico- Adriatica.
3. 14/6/2015 mail da MC inviata a
R.TECCE con documentazione situazione triestina.
4. 15/6/2015 e SUGGERIMENTI con altre
indicazioni di contenuto e proposta per emendamenti integrativi al
progetto di parere richiesto.
5. 17/6/2015 mail da R.TECCE :
INTERVENTO MEP ELEONORA FORENZA in commissione Ambiente .Gli
emendamenti sono stati accettati. In particolare sul 6bis ( blocco
delle trivellazioni petrolifere nell' Adriatico) è stato prodotto
un COMUNICATO STAMPA.
*********
DOCUMENTI RECENTI
17.6.2015 . COMMISSIONE ENVI del
Parlamento europeo . EMENDAMENTI presentati da
Eleonora Forenza ( rel. Marco
Affronte): Emendamento 1 al par.4; Emendamento 2 al paragrafo 6;
Emendamento 3 al paragrafo 6; (*)
17.6.2015 .
INTERVENTO MEP di ELEONORA FORENZA ( testo integrale) sul parere del
rapporteur AFFRONTE sulla STRATEGIA PER LA REGIONE
AFRIATICA E IONICA.COMMISSIONE ENVI , 16 giugno 2015.
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