Ogni tanto una buona notizia fa bene: ieri in Europa il movimento per
l'acqua e uno schieramento politico di sinistra e progressista hanno
segnato un buon punto.
Infatti ieri il Parlamento europeo ha approvato con 363 si', 96 no e
231 astensioni una risoluzione ( che vi allego) presentata da Lynn
Boylan del GUE che, in buona sostanza, recepisce i contenuti
dell'Iniziativa dei Cittadini Europei promossa dal movimento europeo per
l'acqua pubblica, su cui nel 2013 vennero raccolte quasi 2 milioni di
firme in tutt'Europa.
La risoluzione fissa alcuni orientamenti di grande rilievo:
- l'acqua viene definita come bene comune, risorsa vitale e necessaria
per la dignità umana e non può essere trattata come una merce;
- il servizio idrico viene escluso dagli accordi commerciali, compreso il TTIP e il TISA;
- l'intenzione di bloccare i processi di privatizzazione del servizio idrico in tutt'Europa.
Vedremo ora quanto la Commissione europea terrà conto di questo
pronunciamento, ma non c'è dubbio che il voto di ieri rappresenta una
vittoria del movimento europeo per l'acqua e delle forze di sinistra e
anche contro il TTIP e le politiche di austerità. A dimostrazione del
fatto che l'Europa è un terreno di scontro politico e sociale decisivo e
che un rapporto positivo tra movimenti sociali e campo politico della
sinistra può sul serio portarci a risultati importanti.
Un saluto "soddisfatto".
Corrado Oddi
- o -
ACQUA - FORENZA E MALTESE (ALTRA EUROPA-GUE/NGL):
«VOTO
ODIERNO è IMPORTANTE SUCCESSO DELLA CAMPAGNA RIGHT2WATER, L'ACQUA
RESTA FUORI DAL TTIP! LA MOBILITAZIONE PER I BENI COMUNI CONTINUA»
Strasburgo 8 settembre 2015
«Siamo
pienamente soddisfatti per il voto di oggi a Strasburgo, con
l'approvazione della relazione sul seguito all'iniziativa dei cittadini
europei "L'acqua è un diritto" (Right2Water), firmata dalla nostra
collega irlandese Lynn Boylan, esponente GUE/NGL - dichiarano Eleonora
Forenza e Curzio Maltese, eurodeputati dell'Altra Europa con Tsipras. E'
una vittoria in primo luogo di tutti gli attivisti che si sono battuti
per la campagna per l'acqua in tutti i Paesi europei: l'iniziativa dei
cittadini europei (ICE) è infatti uno strumento di partecipazione
democratica unico e importantissimo.
Grazie a questo voto, l'accesso
all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, tra l'altro, resta escluso dal
TTIP, il trattato transatlantico sul commercio. Si sancisce cioè il
diritto all'acqua come diritto umano che l' UE e gli stati membri devono
garantire e tutelare dalle logiche di mercato.
La mobilitazione però
deve continuare, l'allerta deve restare massima, considerate le enormi
pressioni delle lobby e delle multinazionali: la lotta non finisce, per la democrazia e per i beni comuni, dentro e fuori dalle aule del Parlamento Europeo».
- o -
RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
ADOTTATA L'8/9/2015
con 363 voti favorevoli, 96
contrari e 231 astenuti
Rapporto di Iniziativa condotto da
Lynn Boylan GUE NGL
sul seguito all'iniziativa dei cittadini europei "L'acqua è
un diritto" (Right2Water)
(2014/2239(INI))
Il
Parlamento europeo,
– vista la direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998,
concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (la
"direttiva sull'acqua potabile"),
– vista la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione
comunitaria in materia di acque (la "direttiva quadro sulle
acque – DQA"),
– visto il regolamento (UE) n. 211/2011 del Parlamento europeo e
del Consiglio riguardante l'iniziativa dei cittadini,
– vista la direttiva 2014/23/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di
concessione,
– vista la comunicazione della Commissione del 14 novembre 2012
intitolata "Piano per la salvaguardia delle risorse idriche
europee" (COM(2012)0673),
– vista la comunicazione della Commissione del 19 marzo 2014
sull'iniziativa dei cittadini europei "Acqua potabile e servizi
igienico-sanitari: un diritto umano universale! L'acqua è un bene
comune, non una merce!" (COM(2014)0177) (la "comunicazione"),
– vista la "Relazione di sintesi sulla qualità dell'acqua
potabile nell'UE basata sull'esame delle relazioni degli Stati membri
per il periodo 2008-2010 a norma della direttiva 98/83/CE" della
Commissione (COM(2014)0363),
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo sulla
summenzionata comunicazione della Commissione del 19 marzo 2014,
– vista la relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA) dal
titolo "L'ambiente in Europa ‒ Stato e prospettive nel 2015",
– viste la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
del 28 luglio 2010 dal titolo "The human right to water and
sanitation"
e la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 18
dicembre 2013 dal titolo "The human right to safe drinking water
and sanitation",
– viste tutte le risoluzioni sul diritto umano all'acqua potabile e
ai servizi igienico-sanitari adottate dal Consiglio per i diritti
dell'uomo delle Nazioni Unite,
– vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 su come affrontare il
problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea,
– vista la sua risoluzione del 3 luglio 2012 sull'attuazione della
normativa UE sulle acque in attesa di un necessario approccio globale
alle sfide europee in materia di acque,
– vista la sua risoluzione del 25 novembre 2014 sull'UE e sul
quadro di sviluppo globale post 2015,
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità
pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per
lo sviluppo e della commissione per le petizioni (A8-0228/2015),
A. considerando che l'iniziativa "L'acqua è un diritto"
(Right2Water) è la prima iniziativa dei cittadini europei (ICE) ad
avere soddisfatto i requisiti stabiliti dal regolamento (UE) n.
211/2011 riguardante l'iniziativa dei cittadini nonché la prima a
essere stata presentata in un'audizione al Parlamento dopo aver
ricevuto il sostegno di quasi 1,9 milioni di cittadini;
B. considerando che il diritto umano all'acqua e ai servizi
igienico-sanitari comprende gli aspetti della disponibilità,
dell'accessibilità, dell'accettabilità, dell'accessibilità
economica e della qualità;
C. considerando che la piena applicazione del diritto umano
universale all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, quale
riconosciuto dalle Nazioni Unite e sostenuto dagli Stati membri
dell'UE, è essenziale per la vita, e che la corretta gestione delle
risorse idriche svolge un ruolo cruciale nel garantire un uso
sostenibile dell'acqua nonché la salvaguardia del capitale naturale
mondiale; che gli effetti combinati delle attività umane e del
cambiamento climatico fanno sì che la totalità della regione del
Mediterraneo e alcune regioni dell'Europa centrale dell'UE siano ora
classificate come regioni caratterizzate da penuria d'acqua e
semidesertiche;
D. considerando che, come indicato nella relazione 2015 dell'EEA
sullo stato dell'ambiente, il tasso di perdite dovuto a fughe dalle
condutture in Europa è compreso tra il 10% e il 40%;
E. considerando che l'accesso all'acqua figura tra gli elementi
chiave per raggiungere uno sviluppo sostenibile; che un approccio
teso a privilegiare, nell'ambito dell'assistenza allo sviluppo, il
miglioramento dell'approvvigionamento di acqua potabile e dei servizi
igienico-sanitari è un modo efficiente per perseguire obiettivi
fondamentali di eliminazione della povertà, nonché per promuovere
l'uguaglianza sociale, la salute pubblica, la sicurezza alimentare e
la crescita economica;
F. considerando che almeno 748 milioni di persone non hanno un
accesso sostenibile all'acqua potabile, mentre un terzo della
popolazione mondiale non dispone dei servizi igienico-sanitari di
base; che, come risultato, il diritto alla salute è a rischio e si
diffondono malattie che, oltre a provocare sofferenze e morte,
ostacolano seriamente lo sviluppo; che ogni giorno circa 4 000
bambini muoiono di malattie che si trasmettono attraverso l'acqua o a
causa di condizioni inadeguate per quanto riguarda l'acqua, i servizi
igienico-sanitari e l'igiene; che la mancanza di accesso all'acqua
potabile uccide più bambini dell'AIDS, della malaria e del vaiolo
messi insieme; che si registra, tuttavia, una chiara tendenza alla
riduzione delle cifre sopra riportate e che il loro calo può e deve
essere accelerato;
G. considerando che l'accesso all'acqua presenta anche un aspetto
legato alla sicurezza, il quale necessita di una migliore
cooperazione regionale;
H. considerando che la mancanza di accesso all'acqua e ai servizi
igienico-sanitari si ripercuote sulla realizzazione di altri diritti
umani; che le sfide idriche colpiscono in modo sproporzionato le
donne, dato che in molti paesi in via di sviluppo esse sono
tradizionalmente responsabili della fornitura di acqua per uso
domestico; che le donne e le ragazze sono maggiormente colpite dalla
mancanza di accesso a servizi igienico-sanitari adeguati e dignitosi,
il che frequentemente limita il loro accesso all'istruzione e le
rende più vulnerabili alle malattie;
I. considerando che, ogni anno, tre milioni e mezzo di persone
muoiono di malattie che si trasmettono attraverso l'acqua;
J. considerando che il protocollo opzionale al Patto internazionale
sui diritti economici, sociali e culturali, entrato in vigore nel
2013, ha istituito un meccanismo di denuncia che consente a singoli o
gruppi di presentare reclami formali sulle violazioni del diritto
umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, oltre a quelle di
altri diritti;
K. considerando che nei paesi in via di sviluppo e nelle economie
emergenti la domanda di acqua è in aumento in tutti i settori, in
particolare l'energia e l'agricoltura; che il cambiamento climatico,
l'urbanizzazione e le evoluzioni demografiche possono rappresentare
una seria minaccia per la disponibilità di acqua in molti paesi in
via di sviluppo e che si stima che circa due terzi della popolazione
mondiale sono destinati a vivere in paesi con problemi idrici entro
il 2025;
L. considerando che l'UE è il principale donatore nel settore
dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari (WASH), dato che il 25%
del suo finanziamento umanitario annuo globale è dedicato
esclusivamente al sostegno dei partner per lo sviluppo in questo
settore; che, tuttavia, una relazione speciale della Corte dei conti
europea del 2012, concernente l'assistenza allo sviluppo fornita
dall'UE a favore dell'acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari
di base nei paesi subsahariani, ha sottolineato la necessità di
migliorare l'efficacia degli aiuti e la sostenibilità dei progetti
promossi dall'UE;
M. considerando che l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa
ha dichiarato che "l'accesso all'acqua deve essere riconosciuto
quale diritto umano fondamentale, essendo l'acqua una risorsa
essenziale per la vita sulla terra che va condivisa dall'umanità";
N. considerando che la privatizzazione dei servizi di base
nell'Africa subsahariana negli anni Novanta ha, tra le altre cose,
ostacolato il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del
millennio (OSM) in materia di acqua e servizi sanitari, poiché
l'attenzione degli investitori al recupero dei costi ha intensificato
tra l'altro le disuguaglianze nella fornitura di tali servizi a spese
dei nuclei familiari a basso reddito; che, alla luce del fallimento
della privatizzazione dell'acqua, il trasferimento dei servizi idrici
dalle imprese private agli enti locali è una tendenza in crescita
nel settore idrico in tutto il mondo;
O. considerando che l'erogazione di servizi idrici è un monopolio
naturale e che tutti i profitti derivanti dal ciclo di gestione
dell'acqua dovrebbero coprire i costi e la protezione dei servizi
idrici e del miglioramento del ciclo di gestione dell'acqua ed essere
sempre destinati a tal fine, a condizione che sia tutelato
l'interesse pubblico;
P. considerando che l'assenza di un approvvigionamento idrico e di
servizi igienico-sanitari adeguati ha gravi conseguenze per la salute
e lo sviluppo sociale, in particolare dei bambini; che la
contaminazione delle risorse idriche è una delle principali cause
della diarrea e la seconda causa di morte per i bambini dei paesi in
via di sviluppo e provoca ulteriori malattie gravi quali il colera,
la schistosomiasi e il tracoma;
Q. considerando che l'acqua svolge funzioni sociali, economiche ed
ecologiche e che una gestione corretta del ciclo dell'acqua, a
vantaggio di tutti, non potrà che salvaguardare la sua disponibilità
stabile e duratura nell'attuale contesto di cambiamento climatico;
R. considerando che l'Europa è particolarmente sensibile al
cambiamento climatico e che l'acqua è uno dei primi settori a
risentirne;
S. considerando che l'iniziativa dei cittadini europei è stata
istituita come uno strumento di democrazia partecipativa con
l'obiettivo di incoraggiare il dibattito a livello dell'UE e la
partecipazione diretta dei cittadini al processo decisionale dell'UE,
e costituisce un'eccellente opportunità per consentire alle
istituzioni dell'UE di coinvolgere nuovamente i cittadini;
T. considerando che i sondaggi dell'Eurobarometro hanno
sistematicamente rilevato, negli ultimi anni, livelli di fiducia
molto bassi nei confronti dell'UE tra i cittadini europei;
L'iniziativa dei cittadini europei come strumento di democrazia
partecipativa
1. ritiene che l'iniziativa dei cittadini europei sia uno strumento
democratico unico, dotato di un potenziale importante per contribuire
a ridurre il divario tra i movimenti sociali e della società civile
europei e nazionali e per promuovere la democrazia partecipativa a
livello dell'UE; ritiene tuttavia che, per poter sviluppare
ulteriormente il meccanismo democratico, sia indispensabile
effettuare una valutazione delle esperienze passate e una riforma
dell'iniziativa dei cittadini e che le azioni della Commissione ‒
le quali possono includere, se del caso, la possibilità di
introdurre elementi appropriati nelle revisioni legislative o in
nuove proposte legislative ‒ debbano rispecchiare meglio le
richieste formulate dalle ICE quando queste rientrano nel suo ambito
di competenza, e soprattutto quando esprimono preoccupazioni relative
ai diritti umani;
2. sottolinea che la Commissione dovrebbe garantire la massima
trasparenza durante la fase di analisi di due mesi, che un'ICE che
abbia avuto successo dovrebbe ottenere un sostegno e un'assistenza
legali adeguati da parte della Commissione ed essere adeguatamente
pubblicizzata, e che promotori e sostenitori dovrebbero essere
pienamente informati e aggiornati nel corso dell'intero processo
dell'ICE;
3. insiste sulla necessità che la Commissione attui in modo efficace
il regolamento ICE e proceda a rimuovere tutti gli oneri
amministrativi incontrati dai cittadini nell'atto di presentare
un'ICE o darle il proprio sostegno, e la esorta a prendere in
considerazione l'attuazione di un sistema di registrazione dell'ICE
comune a tutti gli Stati membri;
4. si compiace del fatto che il sostegno espresso da quasi 1,9
milioni di cittadini di tutti gli Stati membri dell'UE nei confronti
di questa ICE sia concorde con la decisione della Commissione di
escludere i servizi idrici e igienico-sanitari dalla direttiva sulle
concessioni;
5 invita la Commissione a mantenere e a confermare l'esclusione dei
servizi idrici e igienico-sanitari dalla direttiva sulle concessioni
nel quadro di un'eventuale revisione di tale direttiva;
6. ritiene deplorevole il fatto che la comunicazione sia priva di
vera ambizione, non risponda alle richieste specifiche espresse
nell'ICE e si limiti a ribadire impegni esistenti; sottolinea che la
risposta formulata dalla Commissione all'ICE "L'acqua è un
diritto" è insufficiente, poiché non apporta contributo e non
introduce tutte le misure che potrebbero contribuire al
raggiungimento degli obiettivi; chiede alla Commissione, per quanto
riguarda questa particolare iniziativa dei cittadini europei, di
condurre una campagna informativa esaustiva sulle misure che sono già
state adottate in materia di acqua e di come queste misure potrebbero
contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'iniziativa dei
cittadini europei "L'acqua è un diritto";
7. ritiene che molte delle petizioni in materia di qualità
dell'acqua e gestione idrica provengano da Stati membri che non sono
ben rappresentati nel quadro della consultazione pubblica a livello
UE lanciata nel giugno 2014 e sottolinea che potrebbe quindi esservi
un'incongruenza tra i risultati della consultazione pubblica e la
situazione evidenziata dalle petizioni;
8. auspica un chiaro impegno politico da parte della Commissione
europea e del vicepresidente incaricato della sostenibilità onde
garantire che siano intraprese azioni adeguate per dare risposta alle
preoccupazioni sollevate dall'ICE in oggetto;
9. ribadisce l'impegno della sua commissione per le petizioni
a dare voce ai firmatari su questioni concernenti i diritti
fondamentali e ricorda che i firmatari che hanno presentato l'ICE
"L'acqua è un diritto" hanno espresso il loro accordo
affinché l'acqua sia dichiarata un diritto umano garantito a livello
dell'UE;
10. invita la Commissione, in linea con l'obiettivo primario
dell'iniziativa dei cittadini europei "L'acqua è un diritto",
a presentare proposte legislative, tra cui ‒ se del caso ‒ una
revisione della direttiva quadro sulle acque che riconosca l'accesso
universale e il diritto umano all'acqua; chiede inoltre che l'accesso
universale ad acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari
sia riconosciuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea;
11. sottolinea che se la Commissione ignorerà ICE riuscite e
ampiamente sostenute nel quadro del meccanismo democratico istituito
dal trattato di Lisbona, l'UE in quanto tale perderà credibilità
agli occhi dei cittadini;
12. invita la Commissione ad adottare misure di informazione ed
educazione a livello europeo per promuovere la cultura dell'acqua
come bene comune, misure di sensibilizzazione e promozione a favore
di comportamenti individuali più consapevoli (risparmio idrico) e
misure per la definizione consapevole di politiche di gestione delle
risorse naturali, nonché per il sostegno di una gestione pubblica,
partecipativa e trasparente;
13. reputa necessaria l'elaborazione di politiche delle acque che
incoraggino l'uso razionale, il riciclo e il riuso della risorsa
idrica, elementi essenziali per una gestione integrata; ritiene che
ciò consentirà di ridurre i costi, contribuirà alla tutela delle
risorse naturali e assicurerà una gestione adeguata dell'ambiente;
14. invita la Commissione a disincentivare e ad assoggettare a studi
di impatto ambientale le pratiche dell'accaparramento delle acque e
della fratturazione idraulica;
Diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari
15. ricorda che l'ONU afferma che il diritto umano
all'approvvigionamento idrico e alle strutture igienico-sanitarie
riconosce a chiunque il diritto all'acqua per l'utilizzo personale e
domestico che sia di elevata qualità, sicura, accessibile
fisicamente ed economicamente, sufficiente e accettabile; sottolinea
che un'ulteriore raccomandazione dell'ONU prevede che i pagamenti per
i servizi idrici, ove siano previsti, debbano ammontare al massimo al
3% del reddito familiare;
16. sostiene il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto
umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e pone
l'accento sull'importanza del suo lavoro e di quello del suo
predecessore ai fini del riconoscimento di tale diritto;
17. deplora che nell'UE a 28 vi sia ancora più di un milione di
persone che non hanno accesso a forniture di acqua potabile e sicura
e che quasi il 2 % della popolazione non abbia accesso a servizi
igienico-sanitari, stando al programma World Water Assessment
(WWAP); esorta, pertanto, la Commissione ad agire immediatamente;
18. invita la Commissione a riconoscere l'importanza del diritto
umano all'acqua e alle strutture igienico-sanitarie come bene
pubblico e valore fondamentale per tutti i cittadini dell'UE, e non
come merce; esprime preoccupazione per il fatto che dal 2008, a causa
della crisi finanziaria ed economica e delle politiche di austerità
che hanno causato un aumento della povertà in Europa e un incremento
delle famiglie a basso reddito, un sempre maggior numero di persone
abbia difficoltà a pagare le bollette per i servizi idrici e che
l'accessibilità economica stia diventando un problema che desta
crescente preoccupazione; si oppone alla sospensione dei servizi
idrici e all'interruzione forzata della fornitura di acqua e chiede
agli Stati membri di porre immediatamente fine a situazioni siffatte,
quando sono dovute a fattori socioeconomici nelle famiglie a basso
reddito; valuta positivamente il fatto che in alcuni Stati membri
vengano utilizzate "banche dell'acqua" o quote minime di
acqua nel tentativo di aiutare le persone più vulnerabili a far
fronte ai costi delle utenze, in modo da garantire l'acqua in quanto
componente inalienabile dei diritti fondamentali;
19. invita la Commissione, in considerazione degli effetti della
recente crisi economica, a collaborare con gli Stati membri e con le
autorità regionali e locali per condurre uno studio sulle questioni
relative alla povertà idrica, compresi gli aspetti dell'accesso
all'acqua e della sua accessibilità economica; sollecita la
Commissione a sostenere e ad agevolare ulteriormente la cooperazione
senza scopo di lucro tra gli operatori idrici onde fornire un aiuto
alle zone meno sviluppate e rurali e favorire l'accesso a un'acqua di
buona qualità per tutti i cittadini in tali zone;
20. invita la Commissione a individuare i settori in cui la scarsità
d'acqua è un problema esistente o potenziale e ad aiutare gli Stati
membri, le regioni e le zone interessate, in particolare le zone
rurali e le aree urbane degradate, ad affrontare adeguatamente la
questione;
21. sottolinea che la presunta neutralità della Commissione per
quanto riguarda la proprietà e la gestione dell'acqua è in
contraddizione con i programmi di privatizzazione imposti ad alcuni
Stati membri dalla troika;
22. riconosce che, come affermato nella direttiva quadro sulle acque,
l'acqua non è un prodotto di scambio ma un bene pubblico essenziale
per la vita e la dignità umane e ricorda alla Commissione che le
norme del trattato impongono all'UE di rimanere neutrale rispetto
alle decisioni nazionali che disciplinano il regime di proprietà
delle imprese erogatrici di servizi idrici, e che pertanto la
Commissione non dovrebbe in nessun caso promuovere la privatizzazione
delle aziende idriche nel quadro di un programma di aggiustamento
economico o nell'ambito di qualsiasi altra procedura in materia di
coordinamento della strategia economica dell'UE; invita, pertanto, la
Commissione, dato che si tratta di servizi di interesse generale e
quindi prevalentemente nell'interesse pubblico, a escludere in modo
permanente l'acqua e i servizi igienico-sanitari dalle norme sul
mercato interno e da qualsiasi accordo commerciale e a far sì che
tali servizi siano forniti a prezzi accessibili, e invita la
Commissione e gli Stati membri a provvedere affinché tali servizi
siano gestiti sotto il profilo tecnico, finanziario e amministrativo
in modo efficiente, efficace e trasparente;
23. invita gli Stati membri e la Commissione a ripensare e a
rifondare la gestione della politica idrica sulla base di una
partecipazione attiva, intesa come trasparenza e apertura del
processo decisionale ai cittadini;
24. ritiene che, in merito alla regolamentazione e al controllo, sia
necessario tutelare la proprietà pubblica dell'acqua incoraggiando
il ricorso a modelli di gestione pubblici, trasparenti e
partecipativi in cui l'autorità che detiene la proprietà pubblica
abbia la facoltà, soltanto in alcuni casi, di attribuire
all'iniziativa privata alcuni compiti di gestione, secondo condizioni
rigorosamente regolamentate e salvaguardando costantemente il diritto
ad avvalersi della risorsa e di adeguate strutture
igienico-sanitarie;
25. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire un
approvvigionamento idrico capillare caratterizzato da prezzi
abbordabili, elevata qualità e condizioni di lavoro eque, che sia
soggetto a controllo democratico;
26. invita gli Stati membri a sostenere la promozione dell'educazione
e le campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini onde
preservare e risparmiare le risorse idriche e garantire una maggiore
partecipazione civica;
27. invita gli Stati membri a garantire un accesso indiscriminato ai
servizi idrici assicurandone la fornitura a tutti, compresi i gruppi
di utenti emarginati;
28. invita la Commissione, la Banca europea per gli investimenti e
gli Stati membri a sostenere i comuni dell'UE che non dispongono del
capitale necessario per accedere all'assistenza tecnica, ai
finanziamenti dell'UE disponibili e a prestiti a lungo termine a
tassi d'interesse agevolati, in particolare allo scopo di provvedere
alla manutenzione e al rinnovamento delle infrastrutture idriche in
modo da garantire servizi idrici di elevata qualità ed estendere i
servizi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari ai gruppi
più vulnerabili della popolazione, tra cui gli indigenti e coloro
che risiedono nelle regioni ultraperiferiche e remote; pone l'accento
sull'importanza di una governance aperta, democratica e partecipativa
per garantire che nella gestione delle risorse idriche siano adottate
le soluzioni più efficaci sotto il profilo dei costi, a vantaggio
della società; invita la Commissione e gli Stati membri ad
assicurare piena trasparenza delle risorse finanziarie generate
attraverso il ciclo di gestione dell'acqua;
29. riconosce che l'approvvigionamento idrico e la fornitura di
servizi igienico-sanitari sono servizi di interesse generale e che
l'acqua non è una merce, ma un bene comune, e dovrebbe pertanto
essere fornita a prezzi accessibili nel rispetto del diritto delle
persone a una qualità minima dell'acqua, prevedendo l'applicazione
di una tariffa progressiva; chiede agli Stati membri di garantire che
la fatturazione dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari sia basata
su un sistema giusto, equo, trasparente e adeguato, in modo da
assicurare a tutti i cittadini, a prescindere dal reddito, l'accesso
a servizi di qualità elevata;
30. osserva che l'acqua deve essere considerata una risorsa
ecosociale e non un mero fattore di produzione;
31. ricorda che l'accesso all'acqua è essenziale per l'agricoltura
al fine di realizzare il diritto a un'alimentazione adeguata;
32. invita la Commissione a sostenere attivamente gli sforzi degli
Stati membri volti a sviluppare e migliorare l'infrastruttura che
fornisce accesso ai servizi di irrigazione, alle fognature e
all'approvvigionamento di acqua potabile;
33. ritiene che la direttiva sull'acqua potabile abbia contribuito
notevolmente alla disponibilità di acqua potabile di qualità
elevata nell'UE e chiede che la Commissione e gli Stati membri
intraprendano azioni risolute per realizzare i benefici ambientali e
sanitari che si possono ottenere incoraggiando il consumo di acqua di
rubinetto;
34. ricorda agli Stati membri la loro responsabilità in termini di
attuazione del diritto dell'UE; li esorta ad attuare pienamente la
direttiva sull'acqua potabile e tutta la legislazione afferente;
ricorda loro di individuare le loro priorità di spesa e di sfruttare
appieno le opportunità di sostegno finanziario dell'UE nel settore
dell'acqua offerte dal nuovo periodo di programmazione finanziaria
(2014-2020), in particolare attraverso investimenti prioritari
incentrati proprio sulla gestione delle risorse idriche;
35. ricorda le conclusioni della relazione speciale della Corte dei
conti relativa all'integrazione nella PAC degli obiettivi della
politica dell'UE in materia di acque, in cui viene rilevato che "gli
strumenti attualmente utilizzati dalla PAC per affrontare le
questioni in materia di risorse idriche non hanno sinora consentito
sufficienti progressi nel conseguire gli ambiziosi obiettivi
strategici fissati per quanto riguarda le acque"; ritiene che
una migliore integrazione tra la politica in materia di acque e altre
politiche, come quella agricola, sia essenziale per migliorare la
qualità delle risorse idriche in tutta Europa;
36. pone in rilievo l'importanza di una piena ed efficace attuazione
della direttiva quadro sulle acque, della direttiva sulle acque
sotterranee, della direttiva sull'acqua potabile e della direttiva
sul trattamento delle acque reflue urbane e ritiene fondamentale
coordinare meglio la loro attuazione con quella delle direttive
relative all'ambiente marino, alla biodiversità e alla protezione
dalle inondazioni; esprime la preoccupazione che gli strumenti di
politica settoriale dell'Unione non contribuiscano in misura
sufficiente al raggiungimento degli standard di qualità ambientale
per le sostanze prioritarie e alla riduzione progressiva di scarichi,
emissioni e perdite delle sostanze pericolose prioritarie
conformemente all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), e all'articolo
16, paragrafo 6, della direttiva quadro sulle acque; invita la
Commissione e gli Stati membri a tenere presente che la gestione
dell'acqua deve essere integrata quale elemento trasversale nella
legislazione relativa ad altri aspetti essenziali per tale risorsa,
quali ad esempio l'energia, l'agricoltura, la pesca e il turismo, al
fine di prevenire l'inquinamento causato ad esempio da siti illegali
e non regolamentati di deposito dei rifiuti pericolosi o di
estrazione o prospezione petrolifere; ricorda che la condizionalità
prevista dalla PAC stabilisce criteri di gestione obbligatori basati
sulle norme dell'UE esistenti applicabili agli agricoltori, come pure
norme in materia di buone condizioni agronomiche e ambientali, anche
in relazione all'acqua; ricorda che gli agricoltori devono rispettare
tali norme per ricevere integralmente i pagamenti a titolo della PAC;
37. chiede agli Stati membri di:
- prevedere l'obbligo per i distributori di acqua di indicare le
caratteristiche fisico-chimiche dell'acqua nella relativa bolletta;
- elaborare piani urbani secondo la disponibilità delle risorse
idriche;
- aumentare i controlli e il monitoraggio degli inquinanti, nonché
prevedere azioni immediate intese a eliminare le sostanze tossiche e
provvedere all'igienizzazione;
- adottare misure intese a ridurre le notevoli perdite dalle
tubature in Europa e ammodernare le reti per la fornitura d'acqua
inadeguate;
38. reputa necessario stabilire un ordine di priorità o una
gerarchia per l'uso sostenibile delle risorse idriche; invita la
Commissione a presentare un'analisi e delle proposte, a seconda dei
casi;
39. sottolinea che gli Stati membri si sono impegnati a garantire il
diritto umano all'acqua attraverso il loro appoggio alla
dichiarazione delle Nazioni Unite, e che tale diritto è sostenuto
dalla maggior parte dei cittadini e degli operatori dell'UE;
40. sottolinea che il sostegno all'iniziativa dei cittadini europei
"L'acqua è un diritto" e ai suoi obiettivi è stato
ulteriormente dimostrato dal grande numero di cittadini che, in paesi
come Germania, Austria, Belgio, Slovacchia, Slovenia, Grecia,
Finlandia, Spagna, Lussemburgo, Italia e Irlanda hanno espresso il
proprio parere sulla questione dell'acqua e della sua proprietà e
fornitura;
41. rileva che, dal 1988, la sua commissione per le petizioni ha
ricevuto una notevole mole di petizioni di cittadini di vari Stati
membri dell'UE che esprimono preoccupazione per la fornitura e la
qualità dell'acqua e il trattamento delle acque reflue; richiama
l'attenzione su una serie di fattori negativi deplorati dai firmatari
– come le discariche di rifiuti, l'assenza di controlli efficaci
della qualità delle acque da parte delle autorità nonché le
pratiche agricole e industriali irregolari o illecite – che sono
responsabili della cattiva qualità dell'acqua e hanno quindi un
impatto sull'ambiente e sulla salute dell'uomo e degli animali;
ritiene che queste petizioni dimostrino un interesse reale dei
cittadini per l'applicazione completa e l'ulteriore sviluppo di una
legislazione europea sostenibile sulle risorse idriche;
42. esorta vivamente la Commissione a prendere seriamente in
considerazione le preoccupazioni e gli allarmi espressi dai cittadini
in tali petizioni e di darvi seguito, data soprattutto la necessità
urgente di affrontare il problema della diminuzione delle risorse
idriche a causa dell'uso smodato e del cambiamento climatico, finché
c'è ancora tempo per prevenire l'inquinamento e la cattiva gestione;
esprime la propria preoccupazione per il numero di procedure di
infrazione in materia di qualità e gestione delle acque;
43. invita gli Stati membri a completare i propri piani di gestione
dei bacini idrografici con urgenza e come elemento chiave
dell'applicazione della direttiva quadro in materia di acque e ad
attuarli in modo corretto e nel pieno rispetto dei preminenti criteri
ecologici; richiama l'attenzione sul fatto che alcuni Stati membri si
trovano sempre di più ad affrontare alluvioni dannose che hanno un
grave impatto sulla popolazione locale; sottolinea che i piani di
gestione dei bacini idrografici nell'ambito della direttiva quadro in
materia di acque e i piani di gestione del rischio di alluvioni
nell'ambito della direttiva sulle alluvioni costituiscono una grande
opportunità per sfruttare le sinergie esistenti tra questi
strumenti, contribuendo così a garantire acqua potabile in quantità
sufficiente, riducendo nel contempo i rischi di alluvione; ricorda,
inoltre, che ogni Stato membro dovrebbe disporre di una pagina web
centralizzata per fornire informazioni sull'attuazione della
direttiva quadro in materia di acque, in modo da facilitare una
panoramica della gestione e della qualità delle acque;
Servizi idrici e mercato interno
44. segnala che paesi di tutta l'UE, tra cui Spagna, Portogallo,
Grecia, Irlanda, Germania e Italia, hanno constatato che la perdita
potenziale o effettiva della proprietà pubblica dei servizi idrici è
diventata una fonte di grande preoccupazione per i cittadini; ricorda
che la scelta del metodo relativo alla gestione idrica è basata sul
principio di sussidiarietà, come previsto dall'articolo 14 del
trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dal protocollo (n.
26) sui servizi di interesse generale, il quale sottolinea la
particolare importanza che rivestono i servizi pubblici ai fini della
coesione sociale e territoriale dell'Unione; ricorda che le società
responsabili dell'approvvigionamento idrico e dei servizi fognari
sono operatori che forniscono servizi di interesse generale e hanno
la missione globale di fornire a tutta la popolazione acqua di
qualità elevata a prezzi socialmente accettabili, riducendo al
minimo l'impatto negativo sull'ambiente delle acque reflue;
45. sottolinea che, in linea con il principio di sussidiarietà, la
Commissione dovrebbe rimanere neutrale in merito alle decisioni degli
Stati membri riguardanti la proprietà dei servizi idrici e non
dovrebbe promuovere la privatizzazione di questi ultimi, per via
legislativa o per altre vie;
46. ricorda che la scelta di riassegnare i servizi idrici ai comuni
dovrebbe continuare a essere garantita in futuro senza alcuna
limitazione e può essere mantenuta nell'ambito della gestione
locale, se così stabilito dalle autorità pubbliche competenti;
ricorda che l'acqua è un diritto umano fondamentale che dovrebbe
essere accessibile e alla portata di tutti; evidenzia che gli Stati
membri hanno il dovere di assicurare che l'accessibilità dell'acqua
sia garantita per tutti, indipendentemente dall'operatore, e di
provvedere affinché gli operatori forniscano acqua potabile sicura e
servizi igienici adeguati;
47. sottolinea che la natura speciale dei servizi idrici e
igienico-sanitari, in termini ad esempio di produzione, distribuzione
e trattamento, rende assolutamente necessaria la loro esclusione da
qualsiasi accordo commerciale oggetto di negoziazione o di esame da
parte dell'UE; esorta la Commissione a garantire l'esclusione
giuridicamente vincolante dei servizi idrici, igienico-sanitari e
concernenti le acque reflue dai negoziati in corso per il
partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) e per
l'accordo sugli scambi di servizi; sottolinea che qualsiasi futuro
accordo in materia di scambi e investimenti dovrebbe comprendere
clausole relative a un accesso reale all'acqua potabile per la
popolazione del paese terzo interessato dall'accordo, in linea con
l'impegno di lunga data dell'Unione a favore di uno sviluppo
sostenibile e dei diritti umani, e che un effettivo accesso all'acqua
potabile per la popolazione del paese terzo interessato dall'accordo
deve rappresentare un presupposto fondamentale di qualsiasi futuro
accordo di libero scambio;
48. ricorda l'elevato numero di petizioni contrarie all'inclusione di
servizi pubblici essenziali, come l'acqua e i servizi
igienico-sanitari, nelle trattative del partenariato transatlantico
per il commercio e gli investimenti (TTIP); invita la Commissione a
rafforzare la responsabilità dei fornitori di acqua;
49. invita la Commissione a fungere da facilitatore per promuovere la
cooperazione fra gli operatori idrici tramite la condivisione delle
migliori prassi normative e di altra natura nonché di altre
iniziative, dell'apprendimento reciproco e di esperienze comuni, come
pure favorendo l'analisi comparativa volontaria; si compiace
dell'invito, contenuto nella comunicazione della Commissione, a una
maggiore trasparenza nel settore idrico e riconosce gli sforzi sinora
profusi, constatando nel contempo che le analisi comparative non
possono che essere di natura volontaria, date le enormi differenze
tra i servizi idrici in tutta Europa dovute alle chiare specificità
regionali e locali; constata altresì che eventuali analisi siffatte
che includano unicamente indicatori finanziari non dovrebbero essere
equiparate a misure a favore della trasparenza e che occorre
includere anche altri criteri di importanza fondamentale per i
cittadini, quali ad esempio la qualità dell'acqua, le misure intese
ad attenuare i problemi dell'accessibilità economica, le
informazioni su quale percentuale della popolazione ha accesso a
forniture idriche adeguate e i livelli di partecipazione pubblica
alla gestione delle risorse idriche, in un modo che risulti
comprensibile sia per i cittadini che per gli organi di
regolamentazione;
50. sottolinea l'importanza delle autorità di regolamentazione
nazionali nel garantire condizioni di concorrenza eque e libere tra i
fornitori di servizi, agevolando un'attuazione più rapida per quanto
concerne le soluzioni innovative e il progresso tecnico, promuovendo
l'efficienza e la qualità dei servizi idrici e assicurando la tutela
degli interessi dei consumatori; invita la Commissione a sostenere le
iniziative a favore della cooperazione normativa nell'UE onde
imprimere un'accelerazione all'analisi comparativa, all'apprendimento
reciproco e allo scambio delle migliori pratiche in materia di
regolamentazione;
51. ritiene che occorra effettuare una valutazione dei progetti e dei
programmi europei in materia di acqua e di servizi igienico-sanitari
dal punto di vista dei diritti umani, al fine di sviluppare
politiche, linee guida e pratiche adeguate; invita la Commissione a
istituire un sistema di parametri di riferimento (qualità
dell'acqua, accessibilità, sostenibilità, copertura, ecc.) al fine
di migliorare la qualità dell'approvvigionamento idrico pubblico e
dei servizi igienico-sanitari in tutta l'UE, nell'intento di favorire
la partecipazione attiva dei cittadini;
52. ricorda che le concessioni in materia di servizi idrici e
igienico-sanitari sono soggette ai principi stabiliti nel trattato e
devono pertanto essere aggiudicati conformemente ai principi di
trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione;
53. sottolinea che i servizi di produzione, distribuzione e
trattamento dell'acqua e i servizi igienico-sanitari devono restare
esclusi dalla direttiva in materia di concessioni, anche nel caso di
una futura revisione della direttiva;
54. ricorda che la direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel
mercato interno ha suscitato una forte opposizione da parte della
società civile per quanto riguarda numerosi aspetti, tra cui le
questioni relative ai servizi di interesse economico generale quali i
servizi di distribuzione e di fornitura idrica e la gestione delle
acque reflue; ricorda che le istituzioni dell'UE sono state infine
costrette a includere questi settori fra i servizi che non possono
essere liberalizzati;
55. sottolinea l'importanza dello scambio di migliori prassi nei
partenariati pubblico-pubblico e pubblico-privato sulla
base di una cooperazione senza scopo di lucro tra gli operatori
idrici e si rallegra del fatto che la Commissione abbia riconosciuto
per la prima volta, nella comunicazione, l'importanza dei
partenariati pubblico-pubblico;
56. accoglie con favore gli sforzi efficaci di alcuni comuni volti a
rafforzare la partecipazione pubblica al miglioramento della
prestazione di servizi idrici e alla protezione delle risorse idriche
e ricorda che le istituzioni locali svolgono un ruolo importante nel
processo decisionale per quanto riguarda la gestione delle acque;
57. invita il Comitato delle regioni ad accrescere il proprio
coinvolgimento in questa ICE, al fine di incoraggiare una maggiore
partecipazione al problema da parte delle autorità regionali;
58. rammenta l'obbligo di garantire l'accesso alla giustizia e alle
informazioni in materia ambientale nonché la partecipazione pubblica
al processo decisionale, come stabilito dalla convenzione di Aarhus;
invita pertanto la Commissione, gli Stati membri e i relativi enti
locali e regionali a rispettare i principi e i diritti sanciti dalla
convenzione di Aarhus; ricorda che sensibilizzare i cittadini ai loro
diritti è fondamentale per ottenerne la più ampia partecipazione al
processo decisionale; esorta pertanto la Commissione a definire in
modo proattivo una campagna di informazione per i cittadini europei
sulle conquiste sancite dalla convenzione in materia di trasparenza e
riguardo agli strumenti efficaci già a loro disposizione, nonché a
rispettare le disposizioni relative alle istituzioni dell'UE; invita
la Commissione a sviluppare criteri di trasparenza, assunzione di
responsabilità e partecipazione quali strumenti per migliorare le
prestazioni, la sostenibilità e il rapporto costi-benefici dei
servizi idrici;
59. esorta gli Stati membri e le autorità regionali e locali a
progredire verso un autentico accordo sociale per l'acqua, allo scopo
di garantire la disponibilità, la stabilità e la gestione sicura di
tale risorsa, in particolare attuando politiche come l'istituzione di
fondi di solidarietà per l'acqua e altri meccanismi di azione
sociale per sostenere le persone che non sono in grado di permettersi
l'accesso ai servizi idrici e igienico-sanitari, in modo da
soddisfare i requisiti in materia di sicurezza
dell'approvvigionamento ed evitare di mettere a repentaglio il
diritto umano all'acqua; incoraggia tutti gli Stati membri a
introdurre meccanismi di azione sociale come quelli già in atto in
alcuni Stati membri dell'UE, per assicurare la fornitura di acqua
potabile ai cittadini in seria difficoltà;
60. invita la Commissione a organizzare una condivisione di
esperienze tra gli Stati membri in relazione all'aspetto sociale
della politica in materia di acque;
61. condanna il fatto che la negazione dell'erogazione di servizi
idrici e igienico-sanitari alle comunità svantaggiate e vulnerabili
sia usata in modo coercitivo in alcuni Stati membri; ribadisce che in
alcuni Stati membri la chiusura delle fonti pubbliche da parte delle
autorità ha reso difficile l'accesso all'acqua per i gruppi più
vulnerabili;
62. osserva che gli Stati membri dovrebbero prestare una particolare
attenzione alle esigenze dei gruppi vulnerabili della società e
garantire inoltre l'accessibilità economica e la disponibilità di
acqua di qualità per coloro che si trovano in uno stato di
necessità;
63. invita gli Stati membri a designare un mediatore per i servizi
idrici onde garantire che le questioni legate all'acqua, come i
reclami e i suggerimenti in merito alla qualità del servizio idrico
e al relativo accesso, siano trattati da un organo indipendente;
64. incoraggia le aziende di distribuzione dell'acqua a reinvestire i
profitti economici generati dal ciclo di gestione dell'acqua nel
mantenimento e nel miglioramento dei servizi idrici e nella
protezione delle risorse idriche; ricorda che il principio del
recupero dei costi dei servizi idrici comprende i costi ambientali e
relativi alle risorse, rispettando nel contempo sia i principi di
equità e trasparenza e il diritto umano all'acqua, sia il dovere che
spetta agli Stati membri di adempiere agli obblighi in materia di
recupero dei costi nel miglior modo possibile, nella misura in cui
ciò non compromette le finalità e il conseguimento degli obiettivi
della direttiva quadro in materia di acque; raccomanda di porre fine
alle pratiche che sottraggono risorse economiche dal settore idrico
per finanziare altre politiche, ad esempio la prassi di includere
nelle bollette per i servizi idrici diritti di concessione che non
sono stati destinati alle infrastrutture idriche; segnala lo stato
preoccupante delle infrastrutture in alcuni Stati membri, dove
l'acqua viene sprecata a causa di perdite dovute al cattivo stato e
all'obsolescenza delle reti di distribuzione, e chiede agli Stati
membri di potenziare gli investimenti destinati al miglioramento di
tali infrastrutture nonché di altri servizi idrici, come premessa
per poter garantire in futuro il diritto umano all'acqua;
65. invita la Commissione ad assicurare che le autorità competenti
mettano a disposizione dei cittadini interessati tutte le
informazioni sulla qualità e la gestione delle acque, in un formato
facilmente accessibile e comprensibile, e che i cittadini siano
pienamente informati e consultati in tempo utile riguardo a tutti i
progetti di gestione delle acque; rileva inoltre che, nell'ambito
della consultazione pubblica avviata dalla Commissione, l'80% dei
partecipanti ha considerato essenziale migliorare la trasparenza del
monitoraggio della qualità dell'acqua;
66. invita la Commissione a monitorare attentamente l'utilizzo
diretto e indiretto dei finanziamenti dell'UE per progetti di
gestione idrica e ad assicurare che tali finanziamenti siano
utilizzati solo per i progetti per i quali sono stati stanziati,
tenendo conto del fatto che l'accesso all'acqua è fondamentale per
ridurre le disparità tra i cittadini dell'UE e incrementare la
coesione economica, sociale e territoriale dell'UE; invita, in tale
contesto, la Corte dei conti a verificare che i criteri di efficacia
e di sostenibilità siano rispettati in modo soddisfacente;
67. invita la Commissione a prendere in considerazione l'attuale
mancanza di investimenti a favore di una gestione equilibrata delle
acque, tenendo conto che si tratta di uno dei beni comuni dei
cittadini dell'UE;
68. chiede, pertanto, una maggiore trasparenza tra gli operatori
idrici, in particolare mediante lo sviluppo di un codice di
governance pubblica e privata per le aziende di distribuzione
dell'acqua nell'UE; ritiene che tale codice debba essere basato sul
principio di efficienza ed essere sempre soggetto alle disposizioni
ambientali ed economiche nonché relative alle infrastrutture e alla
partecipazione del pubblico di cui alla direttiva quadro sulle acque;
chiede altresì l'istituzione di un organo di regolamentazione
nazionale;
69. invita la Commissione a rispettare il principio di sussidiarietà
e le competenze in materia di acque per quanto riguarda sia i vari
livelli di governo sia le associazioni locali che gestiscono i
servizi idrici (le sorgenti e la loro conservazione);
70. si rammarica che la direttiva sul trattamento delle acque reflue
urbane non sia stata ancora pienamente attuata negli Stati membri;
chiede che siano utilizzate, in via prioritaria, risorse finanziarie
dell'Unione nei settori in cui la normativa ambientale dell'UE non è
rispettata, compreso il trattamento delle acque reflue; osserva che i
tassi di conformità risultano più elevati laddove i costi sono
stati recuperati ed è stato applicato il principio "chi inquina
paga" e invita la Commissione a rivedere l'adeguatezza degli
attuali strumenti per assicurare un livello elevato di protezione e
il miglioramento della qualità dell'ambiente;
71. segnala che il settore dei servizi in campo idrico presenta un
enorme potenziale per la creazione di posti di lavoro attraverso
l'integrazione ambientale, come pure per la promozione
dell'innovazione mediante il trasferimento di tecnologie tra i
settori e l'applicazione di ricerca, sviluppo e innovazione
all'intero ciclo dell'acqua; chiede pertanto che sia prestata una
particolare attenzione al potenziamento dell'utilizzo sostenibile
dell'acqua in quanto energia rinnovabile;
71 bis. incoraggia la Commissione a mettere a punto un quadro
legislativo europeo per il riutilizzo degli effluenti trattati,
soprattutto al fine di proteggere le attività e le aree sensibili;
invita altresì la Commissione a promuovere la condivisione di
esperienze tra le agenzie sanitarie dei diversi Stati membri;
72. esorta la Commissione a garantire che, in tutte le revisioni
della direttiva quadro in materia di acque, le valutazioni
quantitative dei problemi di accessibilità economica dell'acqua
diventino un requisito obbligatorio delle relazioni stilate dagli
Stati membri per quanto concerne l'attuazione della direttiva quadro
in materia di acque;
73. chiede alla Commissione di prendere in esame la possibilità che
la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e
di lavoro (Eurofound) controlli le questioni relative
all'accessibilità economica dell'acqua nei 28 Stati membri e
riferisca in proposito;
74. ricorda che la sana gestione dell'acqua si sta rivelando una
sfida prioritaria per i prossimi decenni, sia sul piano ecologico che
su quello ambientale, in quanto soddisfa il fabbisogno energetico e
agricolo e risponde agli imperativi economici e sociali;
Internalizzazione del costo dell'inquinamento
75. ricorda che, attraverso le bollette per i servizi idrici, i
cittadini dell'UE sostengono il costo della purificazione e del
trattamento delle acque ed evidenzia che l'attuazione di politiche
che permettono di coniugare e conciliare efficacemente la tutela
delle risorse idriche con il contenimento dei costi, come ad esempio
l'approccio basato sul "controllo alla fonte", è più
efficiente ed è preferibile sotto il profilo finanziario; ricorda
che, come indicato nella relazione 2015 dell'Agenzia europea
dell'ambiente, oltre il 40% dei fiumi e delle acque costiere risente
di un vasto inquinamento causato dall'agricoltura, mentre tra il 20%
e il 25% risente dell'inquinamento derivante da fonti puntuali quali
impianti industriali, sistemi fognari e reti di gestione delle acque
reflue; sottolinea l'importanza di un'efficace attuazione della
direttiva quadro sulle acque e della direttiva sull'acqua potabile,
di un migliore coordinamento per quanto riguarda la loro attuazione,
di una maggiore coerenza in sede di elaborazione della legislazione e
dell'adozione di misure più proattive per favorire il risparmio
delle risorse idriche e aumentare in modo significativo l'efficienza
nell'uso dell'acqua in tutti i settori (industrie, famiglie,
agricolture, reti di distribuzione); rammenta che garantire la tutela
sostenibile delle aree naturali, come gli ecosistemi di acqua dolce,
non soltanto è fondamentale ai fini dello sviluppo e determinante
per fornire acqua potabile, ma riduce anche i costi per cittadini e
operatori;
Politica
esterna e politica di sviluppo dell'UE nel settore delle acque
76. sottolinea che le politiche di sviluppo dell'UE devono integrare
pienamente l'accesso universale all'acqua e ai servizi
igienico-sanitari tramite la promozione di partenariati
pubblico-pubblico e pubblico-privato basati sulla
solidarietà tra gli operatori idrici e i lavoratori in diversi
paesi, nonché ricorrere a una gamma di strumenti per
promuovere le migliori pratiche mediante il trasferimento di
conoscenze e i programmi di sviluppo e di cooperazione nel settore;
ribadisce che le politiche di sviluppo degli Stati membri dell'UE
dovrebbero riconoscere la dimensione di diritto umano dell'accesso
all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari, e che un
approccio basato sui diritti richiede sia il sostegno nei confronti
della legislazione e del finanziamento che il rafforzamento del ruolo
della società civile per concretizzare nella pratica il rispetto di
tali diritti;
77. ribadisce che l'accesso all'acqua potabile in quantità e di
qualità sufficienti è un diritto umano fondamentale e ritiene che i
governi nazionali abbiano il dovere di adempiere a tale obbligo;
78. sottolinea, a norma dell'attuale legislazione dell'UE e dei
relativi requisiti, l'importanza di una valutazione regolare della
qualità, della purezza e della sicurezza dell'acqua e delle risorse
idriche all'interno dell'Unione come pure fuori dai suoi confini;
79. sottolinea che, nello stanziamento dei fondi dell'UE e nella
programmazione dell'assistenza, è opportuno attribuire un'elevata
priorità all'assistenza finalizzata ad assicurare acqua potabile
sicura e servizi igienico-sanitari; invita la Commissione a garantire
un adeguato sostegno finanziario alle misure di sviluppo delle
capacità nel settore idrico, facendo affidamento sulle piattaforme e
sulle iniziative esistenti a livello internazionale e collaborando
con esse;
80. insiste sul fatto che occorre attribuire un'elevata priorità al
settore WASH nei paesi in via di sviluppo, sia in termini di aiuti
pubblici allo sviluppo (APS) che nei bilanci nazionali; ricorda che
la gestione delle acque è una responsabilità collettiva; è
favorevole a un approccio caratterizzato da apertura mentale per
quanto concerne le diverse modalità di aiuto, ma anche da una
rigorosa aderenza ai principi di efficacia, alla coerenza politica a
favore dello sviluppo e a un'attenzione costantemente rivolta
all'eliminazione della povertà e all'ottimizzazione dell'impatto in
termini di sviluppo; sostiene, a tal riguardo, il coinvolgimento
delle comunità locali nella realizzazione di progetti nei paesi in
via di sviluppo, nonché il principio della proprietà comunitaria;
81. sottolinea che, sebbene i progressi verso l'obiettivo di sviluppo
del millennio relativo all'acqua potabile sicura vadano nella giusta
direzione, 748 milioni di persone nel mondo sono prive di accesso a
un migliore approvvigionamento idrico e si stima che almeno 1,8
miliardi di persone bevano acqua contaminata da feci, mentre
l'obiettivo relativo ai servizi igienico-sanitari è lungi
dall'essere raggiunto;
82. ricorda che garantire una gestione sostenibile delle acque
sotterranee è indispensabile per la riduzione della povertà e la
condivisione della prosperità, in quanto tali acque hanno la
potenzialità di fornire una fonte migliorata di acqua potabile a
milioni di persone povere nelle zone urbane e rurali;
83. invita la Commissione a includere l'acqua quale parte dell'Agenda
di cambiamento, unitamente all'agricoltura sostenibile;
84. ritiene che l'acqua debba rivestire un ruolo centrale nei lavori
di preparazione ai due grandi eventi internazionali del 2015, ossia
il vertice sull'agenda post-2015 e la conferenza COP21 sul
cambiamento climatico; sostiene fermamente, a tale riguardo,
l'inclusione di obiettivi ambiziosi e di vasta portata relativamente
all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, come ad esempio l'obiettivo
di sviluppo sostenibile n. 6 che consiste nel garantire la
disponibilità e una gestione sostenibile dei servizi idrici e
igienico-sanitari per tutti entro il 2030, da adottare nel settembre
2015; ribadisce che porre fine alla povertà attraverso il processo
post-2015 è possibile soltanto se si garantisce a tutti l'accesso ad
acqua pulita, a servizi igienico-sanitari di base e a condizioni
igieniche; sottolinea che il raggiungimento di tutti gli obiettivi di
sviluppo sostenibile richiede la mobilitazione di finanziamenti da
destinare allo sviluppo molto più ingenti di quelli attualmente
forniti, da parte sia dei paesi sviluppati che da quelli in via di
sviluppo; chiede l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio
globale volto a valutare i progressi compiuti in termini di accesso
universale all'acqua potabile, uso sostenibile e sviluppo delle
risorse idriche e rafforzamento di una gestione delle risorse idriche
equa, partecipativa e responsabile in tutti i paesi; esorta la
Commissione a garantire che gli aiuti siano spesi in modo efficace e
siano maggiormente diretti al settore WASH in vista dell'agenda per
lo sviluppo post 2015;
85. sottolinea l'aumento del rischio di scarsità di acqua causato
dai cambiamenti climatici; esorta la Commissione e gli Stati membri a
includere fra i temi della COP21 anche la gestione strategica delle
risorse idriche e piani di adattamento a lungo termine, onde
integrare un approccio idrico resiliente al clima nel futuro accordo
globale sul clima; sottolinea che un'infrastruttura idrica resiliente
ai cambiamenti climatici è fondamentale ai fini dello sviluppo e
della riduzione della povertà; ribadisce che, in assenza di sforzi
costanti intesi a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico,
come pure di una migliore gestione delle risorse idriche, potrebbero
essere compromessi i progressi compiuti verso gli obiettivi di
riduzione della povertà, gli obiettivi di sviluppo del millennio e
lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni economiche,
sociali e ambientali;
86. osserva con preoccupazione che la mancanza di accesso all'acqua e
ai servizi igienico-sanitari nei paesi in via di sviluppo può avere
un effetto sproporzionato sulle ragazze e sulle donne, in particolare
quelle in età scolare, dato che i tassi di assenteismo e di
abbandono scolastico sono stati collegati alla mancanza di servizi
igienico-sanitari puliti, sicuri e accessibili;
87. chiede che lo stanziamento dei fondi dell'Unione e degli Stati
membri rifletta le raccomandazioni del relatore speciale delle
Nazioni Unite sul diritto umano all'acqua potabile sicura e ai
servizi igienico-sanitari, in particolare per quanto concerne la
promozione delle infrastrutture su piccola scala e la distribuzione
di maggiori fondi a favore del funzionamento e della manutenzione,
della creazione di capacità e della sensibilizzazione;
88. osserva con preoccupazione che, secondo il relatore speciale
delle Nazioni Unite sul diritto umano all'acqua potabile e ai servizi
igienico-sanitari, le persone che vivono in quartieri degradati
devono generalmente pagare di più di quelle che vivono in
insediamenti ufficiali per ricevere servizi di qualità scadente e
non regolamentati; esorta i paesi in via di sviluppo a dare la
priorità agli stanziamenti di bilancio a favore dei servizi
destinati alle persone svantaggiate e isolate;
89. ricorda che l'Organizzazione mondiale della sanità ha affermato
che, in una fase iniziale, senza l'applicazione delle ultime
tecnologie innovative in materia di trattamento e risparmio idrico,
il livello ottimale di acqua va dai 100 ai 200 litri per persona al
giorno, mentre per soddisfare i bisogni di base e scongiurare
l'insorgere di problemi sanitari sono necessari tra 50 e 100 litri di
acqua per persona al giorno; segnala che, in base ai diritti umani
fondamentali riconosciuti, è indispensabile fissare un quantitativo
minimo per persona per soddisfare le esigenze idriche di base delle
popolazioni;
90. sottolinea che l'accesso a un fabbisogno idrico di base dovrebbe
essere un diritto umano fondamentale indiscutibile, implicitamente ed
esplicitamente sostenuto dal diritto internazionale, dalle
dichiarazioni e dalla prassi degli Stati;
91. invita i governi, le agenzie umanitarie internazionali, le
organizzazioni non governative e le comunità locali ad adoperarsi al
fine di assicurare a tutti gli esseri umani un fabbisogno idrico di
base e a garantire che l'acqua sia un diritto umano;
92. invita gli Stati membri a introdurre, in base alle linee guida
dell'Organizzazione mondiale della sanità, una politica dei prezzi
che rispetti il diritto delle persone al quantitativo minimo di acqua
per la sussistenza e che colpisca gli sprechi, prevedendo
l'applicazione di una tariffa progressiva proporzionale alla quantità
di acqua utilizzata;
93. incoraggia l'adozione di misure che garantiscano l'impiego
razionale del fabbisogno idrico, onde evitare sprechi;
94. elogia alcuni operatori idrici che dedicano una percentuale del
loro fatturato annuo a partenariati sull'acqua nei paesi in via di
sviluppo e incoraggia gli Stati membri e l'UE a creare il quadro
giuridico necessario per attuare tali partenariati;
95. invita a monitorare efficacemente i progetti realizzati
attraverso gli aiuti esterni; sottolinea la necessità di monitorare
strategie e dotazioni di finanziamento per garantire che i fondi
stanziati tengano conto delle disparità e delle disuguaglianze
esistenti in termini di accesso all'acqua e rispettino i principi dei
diritti umani alla non discriminazione, all'accesso alle informazioni
e alla partecipazione;
96. invita la Commissione a rendere l'ammodernamento delle reti
obsolete di acqua potabile una priorità nell'ambito del piano di
investimenti per l'Europa, inserendo questi progetti nell'elenco dei
progetti dell'Unione; pone l'accento sull'effetto leva
che tali progetti permetterebbero di esercitare su un'occupazione non
delocalizzabile, contribuendo così a dare impulso all'economia verde
in Europa;
97. invita la Commissione a promuovere la condivisione di conoscenze
affinché gli Stati membri conducano indagini sullo stato delle reti,
il che dovrebbe consentire l'avvio di lavori di ammodernamento intesi
a porre fine agli sprechi;
98. chiede una maggiore trasparenza, onde fornire ai consumatori
informazioni più approfondite riguardo all'acqua e contribuire a una
gestione più economica delle risorse idriche; incoraggia a tal fine
la Commissione a continuare a impegnarsi con gli Stati membri nella
condivisione di esperienze a livello nazionale per quanto concerne la
creazione di sistemi informativi sull'acqua;
99. invita la Commissione a studiare l'opportunità di estendere a
livello europeo gli strumenti di sostegno finanziario nel settore
della cooperazione internazionale relativa all'acqua e ai servizi
igienico-sanitari;
100. sottolinea che una gestione efficiente ed equa delle risorse
idriche si basa sulla capacità dei governi locali di fornire
servizi; invita pertanto l'UE a sostenere ulteriormente il
rafforzamento della gestione delle risorse e delle infrastrutture
idriche nei paesi in via di sviluppo, tenendo in particolare
considerazione, nel contempo, le esigenze delle popolazioni rurali
vulnerabili;
101. sostiene la piattaforma globale della solidarietà dell'acqua
lanciata dal programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) per
coinvolgere gli enti locali nella ricerca di soluzioni alle sfide
idriche; plaude altresì all'iniziativa "1% di solidarietà per
l'acqua e i servizi igienico-sanitari" e ad altre iniziative
intraprese dai cittadini e dalle autorità di alcuni Stati membri per
sostenere progetti in paesi in via di sviluppo con fondi accantonati
dalle bollette dei consumi; rileva che tali iniziative sono state
messe in pratica da diverse aziende di servizi idrici; ribadisce
l'invito rivolto alla Commissione a incoraggiare meccanismi di
solidarietà in questo e in altri settori, ad esempio attraverso la
divulgazione di informazioni, l'agevolazione di partenariati e lo
scambio di esperienze, anche attraverso un potenziale partenariato
fra la Commissione e gli Stati membri, con fondi supplementari
dell'UE destinati ai progetti realizzati tramite questa iniziativa;
incoraggia in particolare la promozione di partenariati
pubblico-pubblico nelle aziende di servizi idrici dei paesi in via di
sviluppo, in linea con la Global Water Operators' Partnership
Alliance (GWOPA) coordinata dall'agenzia Habitat delle Nazioni
Unite;
102. chiede alla Commissione di reintrodurre lo strumento del Fondo
per l'acqua, che si è rilevato efficace nel favorire un migliore
accesso ai servizi idrici nei paesi in via di sviluppo, favorendo
azioni che rafforzino le capacità delle popolazioni locali;
103. accoglie con favore il fatto che vi sia un considerevole
sostegno, in tutta Europa, alla risoluzione dell'ONU volta a
riconoscere l'accesso all'acqua potabile e ai servizi
igienico-sanitari come un diritto umano;
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104. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione al Consiglio e alla Commissione.