Giulio Montenero
Chiunque ama le arti e la scienza ha motivo di allarmarsi per l’imminente approvazione della Legge regionale sui Distretti della cultura. Strana politica quella della Regione Autonoma Friulii Venezia Giulia! Nella Sanità compenetra istituti e territorio, nella Cultura separa nettamente musei, biblioteche e castelli dalle attività vive, forse perchè li considera luoghi di morte.
La riforma (annunciata su “Il Piccolo”, 29.6.2014, pag.21) prevede per ogni richiesta di finanziamento le seguenti classificazioni:
di settore specifico (rappresentazioni, cinema, audiovisivi, arti figurative, fotografia), di eventuale inserimento nelle Residenze multidisciplinari, di tipologia della erogazione (coofinanziamento nazionale, finanziamento triennale, finanziamento annuale via bando), dei parametri qualitativi e quantitativi di livello.
di settore specifico (rappresentazioni, cinema, audiovisivi, arti figurative, fotografia), di eventuale inserimento nelle Residenze multidisciplinari, di tipologia della erogazione (coofinanziamento nazionale, finanziamento triennale, finanziamento annuale via bando), dei parametri qualitativi e quantitativi di livello.
Chi deciderà della sorte delle istanze diventerà esperto in tassonomia. La complicazione delle procedure è sempre il terreno poroso nel quale possono infiltrarsi gli arbitrii dei partiti e dei politici, al di fuori di ogni razionalità.
Sarebbe giusto invece affidare ai musei principali il compito di organizzare ogni tre-quattro anni (escludendo le nefaste celebrazioni degli anniversari e l’insana pratica dei subappalti) una manifestazione di livello internazionale secondo una rotazione stabilita per legge. Uno schema di distribuzione potrebbe configurare le seguenti competenze:
Aquileia: archeologia e archeologia cristiana
Cividale: preistoria e medioevo
Udine: rinascimento e contemporaneità
Tolmezzo: arti popolari ed etnografia
Gorizia. età moderna
Trieste: ottocento, novecento e contemporaneità
Pordenone: novecento e contemporaneità
Analogo criterio potrebbe essere applicato ai teatri, alla musica, allo spettacolo, al cinema.
Quanto alle iniziative private nuove, sarebbe bene adottare un principio rigoroso: concedere finanziamenti parziali su consuntivo dopo tre anni di attività svolta in proprio, e a proprie spese, e qualificata da almeno cinque esperti nazionali del settore.
Non per vanitosa ostentazione, ma per rispetto di coloro che hanno prestato gratuitamente, e talvolta con duro sacrificio, la loro opera altamente qualificata, e che ora sono stati ingiustamente dimenticati, ricorderò che il Museo Revoltella, da me direttto, ha promosso importanti attività extramurali: in ambito territoriale con le rassegne urbanistiche sul Carso e sulla Carnia e in ambito tematico sull’ educazione artistica nella regione e sull’ integrazione interdisciplinare nella computer art.
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