VENERDI
22 AGOSTO 2014
RIUNIONE
GRUPPO 2 - ECONOMIA E LAVORO.
Comitato
di Trieste “L' Altra Europa con Tsipras”
Care/i compagne/i
di seguito il resoconto dei
lavori della riunione che si è tenuta venerdi 22 agosto, dalle ore
18 alle ore 21 in Casa del Popolo di Ponziana .
Marino Calcinari
23 agosto 2014
La riunione aveva il compito di
acquisire alcuni elementi di conoscenza fondamentali per la
comprensione della realtà socioeconomica di Trieste e provincia,
questo sia per poter dare una base di conoscenza materiale e
scientifica alla costruzione della nostra futura iniziativa politica
sul territorio , sia per poter esprimere ed evidenziare una linea
politica omogenea e di complemento al programma politico europeo cui
ci siamo ispirati nella recente campagna elettorale.
Il lavoro del gruppo, di quanti si sono
cioè ritrovati a discutere, è stato il primo momento di un
necessario confronto collettivo che andrà generalizzato, ed
intensificato nel breve periodo , ma è intanto nostra intenzione
socializzare questi primi dati che abbiamo acquisito, poiché e da
essi e da uno loro successiva e piu' dettagliata disamina , che
saremo in grado di produrre iniziative e proposte concrete.
L' OdG su cui era stata convocata la
riunione si fondava su tre punti:
- La composizione reale oggi del mondo del lavoro a Trieste in tutte le sue sfaccettature , oltre alla tradizionale tripartizione, ormai superata di occupati/inoccupati/atipici ma con particolare riguardo alle varie forme della precarietà . ( l' argomento è stato svolto da Gianni Bertossi, segretario provinciale del NIDIL Cgil).
- La crisi del comparto industriale, la desertificazione, la vertenza Ferriera . Un aggiornamento su questa vicenda è stato illustrato da Andrea Svic lavoratore dello stabilimento siderurgico di Servola , della segreteria della FIOM;
- Le prospettive della rivalutazione della Portualità sono state illustrate da Renato Kneipp, segretario provinciale della FILT Cgil
La riunione si è conclusa rimandando
ad un prossimo appuntamento , di approfondimento su alcuni temi che
nella riunione sono stati appena accennati , ma stabilendo di
promuovere su questi tre argomenti , in tempi brevi , tre assemblee
cittadine , o inziative analoghe con proposte concrete, invitando al
confronto ed al dialogo cittadini, lavoratori, istituzioni, sindacati
e partiti.
Riporto quindi quanto s'è relazionato
e parzialemente discusso nella riunione di ieri:
SINTESI DELL' INTERVENTO di GIANNI
BERTOSSI
Cosa dicono i dati del Mercato del
lavoro (MdL)? Innanzitutto evidenziano una situazione diffusa di
instabilità occupazionale , che è la forma piu' comune di
“flessibilità”, e che alimenta una sofferenza del lavoro ormai
generalizzata poiché parliamo di un' area sociale che interessa un
unico, continuo vissuto lavorativo intergenerazionale,- non sono solo
i giovani ad essere colpiti dalla precarietà o tenuti sotto ricatto
dai “contrattini” - essendo il ricorso all'assunzione tramite
applicazione CCNL un fatto limitato ed eccezionale per tutto il MdL
Parlare di INCERTEZZA LAVORATIVA
è quindi un blando eufemismo.
I dati quantitativi del fenomeno sono
reperibili attingendo alle fonti statistiche (INPS, ISTAT, etc.) ma
proprio perchè sono solo dati numerici dicono poco delle varie
tipologie contrattuali che oggi esistono ( ad esempio non solo le
quasi 50 forme di lavoro atipico previste dalla Legge 30, ma il
dilagare in molte realtà produttive del cd. “Part- time
involontario” e del fatto che ormai tirocini ed avviamenti
interessano anche i 50enni).
Il dato certo è che negli ultimi anni
la disoccupazione nel FVG si è raddoppiata e si è consolidata (la
disoccupazione di lungo periodo oltretutto si sta ampliando) ), e che
parliamo, per quella che resta , di “occupazione povera”.
Un dato su tutti va evidenziato ,
quello per cui la nostra Regione detiene un record, poco invidiabile,
quello del lavoro col voucher.
Se nel 2007 a livello nazionale si
contavano 500 mila prestazioni lavorative effettuate , a fine 2013
esse risultavano essere 40 milioni ( un voucher = una prestazione!).
Insomma, il cosiddetto “lavoro
occasionale accessorio” partorito dalla Legge 30/03 per “piccoli
lavoretti” , da neghittosa anomalia sta diventando , o forse è
già divenuto, la forma di prestazione lavorativa piu' preponderante
che ha sin qui sostituito non solo il CCNL ma anche la contrattazione
individuale , comunque diversamente normata .
E' un punto di caduta tremendo nella lunga storia per l'
emancipazione del lavoro. …
Perchè l' idea di non avere visibilità
sociale, nè rappresentanza, nè diritti,o la stessa possibilità di
poter disporre della propria dignità , di difendersi dalle
conseguenze che la sottrazione di diritti determina nella
fattispecie dell' instaurarsi di tale forma di lavoro, in più gli
scarsi introiti contributivi che ne derivano per l' INPS, etc sono
elementi di aggravamento di una condizione materiale già penalizzata
per altri motivi e concause e che vanno a sommarsi a quelle
politiche sul lavoro che il governo Renzi sta confermando , in
continuità con coloro che lo hanno preceduto: il jobs Act, la
rimozione delle causali dai rapporti di lavoro a termine e cosi' via.
Senza esagerazioni ma questo è lavoro
nero legalizzato , contro cui va impostata e agita una battaglia di
civiltà.
La lettura del lavoro atipico , mentre
la precarietà si stabilizza, non è pero' agevole, poichè tutta
una serie di dati non vengono piu' forniti dall' INPS ( ad esempio
I numeri degli iscritti al Fondo Gestione Separata) o dati col
contagocce dalle agenzie di lavoro interinale .
Comunque sia , nella nostra Regione i
contratti a termine (CT) , nei primi mesi del 2014 sono circa il 90%
su tutti quelli stipulati ( è possibile qui avere il dato dai CPI
provinciali cui per legge le imprese devono dare comunicazione sulla
quantità di forza lavoro impiegata), e descrivono un “andamento
storico” di progressiva precarizzazione della forza lavoro.
Esteso è anche , di conseguenza, il
fenomeno degli “ scoraggiati”, giovani, ma non solo, che
riununciano a cercare lavoro e sopravvivono o fidando sulla
solidarietà familiare o arrangiandosi altrimenti.
A Trieste quest' area è quantificabile
, grossomodo in 7000 unità. (1.800mila a livello nazionale)
Le politiche attive si riducono solo
alla formazione che però resta slegata da politiche di reindirizzo
al lavoro e dunque alimenta disillusione e frustrazione tra i
lavoratori , licenziati, cassintegrati, disoccupati o in cerca di
primo impiego.
SINTESI DELL' INTERVENTO DI ANDREA
SVIC
Sulla rarefazione dell' attività
industriale il caso della Ferriera di Servola – uno degli ultimi
tre stabilimenti sideruirgici per la produzione di ghisa ed acciaio
in iIalia - è ancora lontano dal' essere risolto, e si colloca alla
fine di un trend positivo di richiesta della domanda di acciaio che
aveva avuto il culmine nel 2004 ( sino al 2003 a Servola funzionava
ancora l' acciaieria). In
Italia la siderurgia sembra essere arrivata al capolinea : dal 2008
al 2013 si sono persi circa 13mila posti di lavoro su 65 mila
addetti e la produzione è caduta dai 28 milioni di tons del 2008
agli attuali 24 nel 2013/14.
Molta responsabilità è degli
imprenditori che hanno delocalizzato e non hanno puntato alla qualità
, al' ammodernamento delle strutture e della tecnologia .
Non sono state utilizzate altre
modalità produttive per cui le uniche sin qui impiegate sono o il
tradizionale altoforno (60%) o il forno elettrico (40%).
Restano
poi irrisolti , su scala nazionale, o presentano difficoltà, i
problemi legati alla produzione cioè la logistica ed i trasporti del
materiale, per cui l' affacciamento al mare comporta un notevole
vantaggio.
Ne' sono secondari i problemi legati
all' impatto ambientale , e l' aspetto ecologico che il problema di
questo tipo di impianti comporta in un quadro globale segnato
negativamente già da altri fattori.
Nella realtà di Trieste è vero che
Arvedi ha avanzato il mese scorso una proposta vincolante d' acquisto
della Ferriera e che alcuni tecnici giunti da Cremona sono già in
loco a controllare e a prendere appunti ma restano alcuni punti
oscuri.
E' intenzione di realizzare infatti un
laminatoio a due linee che impiegherebbe 250/ 300 operai, ma il
condizionale è d' obbligo , sicuramente a tuttoggi ci sono 280
lavoratori in CIG e la cokeria lavora al minimo della produzione (54
forni in attività su 98).
Ed è stato assicurato che in
tempi brevi sarà dato il via al rewamping dell' altoforno, allora il
livello occupazionale dovrebbe attestarsi intorno ad una cifra di
700/750 lavoratori , che saranno tutti assunti a TI con regolare
CCNL.
Il 29 agosto a Roma ci sarà un
incontro sull' accordo di programma, i cui contenuti a grandi linee
sono noti e su cui le OOSS dovrano però vigilare , verranno
impiegati infatti sia soldi privati che fondi pubblici , in parte
notevole soprattutto per i lavori interni di bonifica e per la
riqualificazione del sito.
Sulle emissioni ed i problemi relativi
all' inquinamento , anche per la ridotta attività di trasformazione
, la situazione ora è “sotto controllo” , ma cio' ovviamente
non risolve il problema, che è sentito, di salvaguardia della salute
collettiva.
SINTESI DELL' INTERVENTO DI RENATO
KNEIPP
Sul porto la situazione dal punto di vista occupazionale va in contro tendenza rispetto alla altre realtà produttive della nostra provincia. Infatti negli anni della crisi, si è registrata una tenuta dell’occupazione ed in alcuni casi anche con delle nuove assunzioni, che però nella stragrande maggioranza dei casi riguarda contratti a termine. Comunque ciò che è importante sottolineare è il fatto, che i comunicati trionfalistici dell' AP secondo cui quello di Trieste è il migliore dei porti possibile e in fase di grande espansione, sono da prendere con le molle e soprattutto non collimano con la reale situazione che quotidianamente vivono le lavoratrici e i lavoratori del Porto.
Sul porto la situazione dal punto di vista occupazionale va in contro tendenza rispetto alla altre realtà produttive della nostra provincia. Infatti negli anni della crisi, si è registrata una tenuta dell’occupazione ed in alcuni casi anche con delle nuove assunzioni, che però nella stragrande maggioranza dei casi riguarda contratti a termine. Comunque ciò che è importante sottolineare è il fatto, che i comunicati trionfalistici dell' AP secondo cui quello di Trieste è il migliore dei porti possibile e in fase di grande espansione, sono da prendere con le molle e soprattutto non collimano con la reale situazione che quotidianamente vivono le lavoratrici e i lavoratori del Porto.
Innanzitutto si fa fatica a tutelare i
diritti di chi lavora, vedi il caso di un lavoratore che dopo aver
subito un grave infortunio nel 2008 era stato assunto, come invalido
dall’APT con un contratto di tre anni, con la promessa di venire
“stabilizzato”, non veniva confermato ed è stato riassunto da
una società della stessa APT, solo in virtù di una ferma presa di
posizione e relativa azione da parte sindacale. Oggi in Porto
risultano impiegati o fanno riferimento all' attività
portuale/emporiale circa 1400 lavoratori, che sono coloro che poi
votano ed eleggono i loro rappresentanti nel Comitato Portuale.
Al 60% di questi lavoratori si applica
il CCNL della portualità, mentre agli altri vene applicato il CCNL
logistica, trasporto, merci e spedizioni. Diversi sono soci di
cooperative, che per far fronte alle “esigenze/concorrenza del
mercato”, spesso e volentieri non hanno i diritti che il CCNL di
riferimento prevede!
Ma il porto è una realtà plurale dove
convivono altri soggetti e un largo indotto , fatto di
spedizionieri, agenzie marittime, ed altre attività per cui esso è
una infrastruttura essenziale , come nel caso della piattaforma
logistica che si vorrebbe realizzare nell' area della Ferriera.
E' necessario parlare di realtà
produttive, di opportunità di sviluppo e di razionalizazzione delle
potenzialità che il Porto ( anche la vasta area di PortoVecchio)
possiede come priorità dell' agire sindacale e politico, non solo di
merci , ciò consentirebbe di poter ragionare sullo sviluppo dell'
intermodalità ( nave/treno ad es) , per una diversa politica di
trasporto, e dunque studiare sin da ora le alternative per esaltare
la potenzialità ed i vantaggi che il porto di Trieste puo' offrire.
Sia per le sue peculiarità normative (Punti Franchi), che per le
caratteristiche strutturali (fondali profondi) che per la posizione
geografica (porto strategico per gran parte dei Paesi cento Europei)
Trieste è la porta di sbarco ad
esempio per le merci provenienti dalla Turchia(circa 320 mila
TIR/container in un anno), che sono diretti prevalentemente fuori dal
territorio nazionale. I vari Terminal traghetti , il collegamento con
l' Albania, quello della Minoan di Grimaldi con la Grecia , il MOLO
VII , ( in concessione al gruppo Maneschi che opera anche in altri
scali italiani, che è anche vice presidente di Italia Marittima, ex
Loyd Triestino, che ha oltre 200 dipendenti ), insomma ci sono sia i
soggetti sia le opportunità per far crescere le attività portuali,
e nonostante il poco dialogo con l' Autorità portuale è questa la
strada da seguire, per recuperare occasioni di lavoro (qualificato!)
e dare una prospettiva solida al futuro del porto cui, non a caso poi
si collegano gli altri problemi evidenziati nelle due relazioni
precedenti . Diventa pertanto fondamentale il ruolo che le
Istituzioni, le rappresentanze datoriali oltre a quelle dei
lavoratori, oggi presenti nel Comitato Portuale, intenderanno
adottare per far si che le scelte future siano propedeutiche per il
rilancio delle attività portuali.
Ad esempio le bonifiche che riguardano
tutte le aree portuali ( zone inquinate, coperture in amianto) e l'
area mare dell' Ezit, il canale navigabile, etc, poi l' utilizzo ed
il potenziamento di tutti quei servizi marittimo/portuali (
rimorchiatori, bunkeraggio, trasporto personale etc.).
Particolarmente interessante potrebbe essere l’ulteriore sviluppo
dell’arrivo delle grandi navi , anche guardando alla possibilità
di intercettare quella tipologia di traffico crocieristico che
potrebbe essere dirottato, da Venezia.
Contributo al dibattito
(ANTONIO SAULLE ha inviato alcuni punti
specifici sulla vicenda Ferriera che qui integralmente si riportano)
- La vertenza Ferriera è aperta da piu' di 20 anni.
- Ogni nuovo imprenditore è stato considerato come la soluzione al problema.
- Non si è mai voluto/potuto aprire il confronto che la vertenza impone : serve allo sviluppo industriale di Trieste.
- L' assenza di questo confronto ha comportato e condizionato la rappresentanza politica e sociale rendendola scoperta ai ricatti occupazionali e utilizzo di soldi pubblici.
- In tutto questo tempo quello che si è determinato è diminuizione dell' occupazione e peggioramento ambientale e della salute.
- L'accordo di programma riguarda la bonifica del Sito di Interesse Nazionale e marginalmente lo stabilimento.
- Oggi è dovuto il parallelismo tra Porto Franco e Siderurgia ovvero l' immobilismo a favore dei pochi a scapito della collettività.
- Si continua nella speranza che l' imprenditore onori gli impegni-Lucchini voleva la centrale di produzione e ha ricevuto il CIP6 , - Arvedi lascia intendere che chiuderà l' area a caldo per aprire quella a freddo , riceverà l' agibilità della banchina senza rendere conto all' Autorità Portuale?
- La certezza è che i cittadini continueranno a pagare il conto ed i dipendenti la riduzione di garanzie.
- Nota: ci sono tutte le condizioni per dichiararsi prigionieri politici e continuare ad elargire soldi pubblici per gli interessi privati in attesa di un cambio di un cambio di classe.
Le conclusioni.
Il lavoro politico per la prossima
riunione è aperto, ed è dettato dall ' evidenza delle priorità
che la realtà di questo quadro, pur parziale, ma estremamente
significativo della realtà, economica, sociale, occupazionale, anche
ambientale di Trieste, rappresenta e ci consegna.
E dunque suggerisce come costruire le
nostre proposte e su quali obiettivi indirizzarli.
Al primo punto la proposta è
quella di una forte inziativa di denuncia e di contrasto al lavoro
col voucher, che sintetizza la forma piu' esasperata e brutale di
subordinazione sociale alle esigenze del mercato ed agli egoismi
delle imprese; questa denuncia deve saldarsi con proposte di
superamento del lavoro precarizzato e collegarsi alla piattaforma
europea del Gue sull' argomento. Si puo'
pensare, nel' ordine a : volantinaggi mirati ; una assemblea
cittadina a piu' voci; una iniziativa di piu' ampio respiro con un
europarlamentare ; faremo domande ed esigeremo risposte: è
utopistico parlare di “autogoverno democratico “ della forza
lavoro? Servono ancora le DPL? Ed i centri per l' impiego? Siamo d'
accordo con le politiche di Renzi? Con quali strumenti difendiamo
quanto resta dello Statuto dei lavoratori?
Al secondo punto , avendo
acquisito le informazioni sulla Ferriera, almeno sull' aspetto
produttivo e sulle ricadute occupazionali , vanno acquisiti gli
altri elementi di conoscenza relativi all' ambiente , alla salute,
alla riconversione , non per teorizzare ma per sondare la
praticabilità di soluzioni alternative come il nostro programma
indica.
Quindi la proposta è quella di
dedicare una riunione ad hoc per aggredire ed indagare questi altri
aspetti, da organizzare insieme alla Commissione ambiente ad
integrazione e completamento del primo report , e la proposta è
quella di partire dalle note che suggeriva Antonio Saulle.
Sul terzo punto una proposta è stata
indirettamente suggerita dai compagni del Comitato No Grandi Navi di
Venezia, esplicitare unitariamente una proposta di accoglimento di
quel particolare tipo di traffico, insostenibile per la laguna ed i
canali, ma non per i nostri fondali, ovviamente con tutte le cautele
e la vigilanza che il caso richiede, si potrebbe cosi' implementare
l' utilizzo delle nostre infrastrutture portuali, trovare modalità
di accoglienza per gli eventuali flussi di turismo crocieristico ,
etc .
Il resoconto della riunione viene
inviato pertanto, per conoscenza , non solo ai nostri contatti ma
anche a quanti hanno con noi condiviso l' esperienza politica
elettorale della Lista Tsipras , cioè i partirti della sinistra e le
altre associazioni di massa , sia perchè il lavoro allora intrpreso
non vada perduto, sia perchè in diversa forma ma con rinnovata
partecipazione esso possa continuare e farsi strumento di
condivisione e pratiche di impegno comune.
Marino Calcinari
23 agosto 2014
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