Sintesi dei lavori della Conferenza Stampa di sabato 2 agosto indetta dal Comitato di Trieste "L'AltraEuropa con Tsipras".
In questi giorni il Comitato Cittadino che fa riferimento alla Lista Tsipras/Sinistra Unitaria Europea sta diffondendo via rete e nelle strade cittadine un comunicato che denuncia quanto il governo intende realizzare manomettendo - entro la fatidica data dell' 8 agosto - quella parte della nostra Costituzione che riguarda le Camere del Parlamento e la forma di governo.Parliamo di manomissione, e non di riforma (semmai sarebbe una controriforma) del Senato, a ragion veduta.
Se si attuasse quanto previsto da Renzi, il Senato verrebbe esautorato dei suoi poteri, ridotto a mero organismo consultivo, senza più il ruolo di vigilanza e correzione rispetto all'iter di formazione delle leggi, che già oggi è compromesso dalla decretazione governativa e dalla ingerenza delle lobbies europee che di fatto impongono agli Stati nazionali linee guida e parametri legiferativi ben definiti soprattutto in materia economica; nel nuovo Senato i Senatori non saranno eletti dai cittadini ma scelti dal Governo.
In tal modo senza il bicameralismo il nostro sistema parlamentare lascerebbe in vita un'unica camera legislativa, dove però prevarrebbero quelle anomalie ed una rappresentanza eletta, o meglio nominata, con i metodi previsti dalla bozza dell' "Italicum": liste bloccate, alta soglia di sbarramento per i partiti cosiddetti "minori", un abnorme premio di maggioranza per il partito e la coalizione di Governo.
Dunque il Senato non potrà più controllare il Governo nè votare le leggi, mentre questo potrà imporre disegni di legge non emendabili da approvare entro 60 giorni.
Province e CNEL (quest' ultimo organismo di rilevanza costituzionale) sarebbero definitivamente aboliti, e con ciò la possibilità di poter sviluppare una migliore e più efficiente articolazione dello stato democratico sul territorio, elementi questi che sarebbero d'ostacolo alla gestione populista ed autoritaria che Renzi si immagina di poter far digerire al Paese.
I cittadini sarebbero poi espropriati di quegli strumenti di democrazia diretta che la nostra Costituzione prevede, proprio per supplire, talvolta - ma è quello che accade oggi! - ad un deficit di attenzione e di intervento dell'organo legislativo, cioè leggi di iniziativa popolare e referendum, per cui si innalzerebbe la soglia numerica delle firme da raccogliere ed autenticare.
La figura del capo dello Stato verrebbe sostanzialmente stravolta con la modifica del' art.83, egli non sarebbe più eletto dal parlamento, come capo dello Stato e dunque rappresentante dell' unità nazionale, ma direttamente dai cittadini, e dunque inevitabilmente di una parte di essi; inoltre controllando la Camera, il capo del Governo potrà influire sulla scelta del Presidente della Repubblica.
Non dimentichiamo infine che l'attuale maggioranza di governo è frutto di una legge che la Consulta ha dichiarato incostituzionale, di fatto quindi, per noi è certamente delegittimata oltreche priva di autorevolezza politica e di competenza tecnica per metter mano ad una operazione che non è di riforma, che non procede sulla strada del rinnovamento delle istituzioni, ma di fatto le cancella e rende ininfluente i principi della partecipazione democratica,della valorizzazione del lavoro, della gestione consapevole ed attiva della cosa pubblica, di cui invece i cittadini dovrebbero essere avvantaggiati, e non esclusi.
Lo stravolgimento dell'art.81 della Costituzione, quello sul bilancio, dovrebbe avere illuminato il paese su quale sia oggi il livello di commissariamento delle nostre istituzioni, imposto dalla troika, e come agisca in questo momento il principio dell'eterodirezione nel quadro che il governo delle larghe intese sta predisponendo per il Senato. Crescita zero, austerità, stagnazione, disoccupazione.
Questo è il contesto in cui avviene la cosiddetta "riforma del Senato"!!
Dunque per fermare questa deriva autoritaria, la sola opposizione parlamentare non basta.
Per difendere la democrazia, cioè le condizioni materiali della nostra convivenza sociale, il lavoro, la dignità, una politica pulita, una economia non piu' orientata al mercato ed al profitto, occorre che l' opposizione esca dal parlamento e riempia le piazze, che si costruiscano le condizioni politiche per arginare i populismi e la demagogia governativa, che non si esiti a ricorrere e ad organizzare lo sciopero generale nazionale per dire NO a questo disegno!
Noi lavoreremo affinchè queste condizioni si realizzino al piu' presto.
Marino Calcinari
Comitato di Trieste " L'Altra Europa con Tsipras"
Sinistra Unitaria Europa
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