martedì 1 marzo 2016

Uno sfratto incomprensibile.


Il centro multiculturale di via Valdirivo 30 rappresenta da decenni un punto di riferimento per l’incontro di comitati, gruppi, associazioni impegnati sul fronte sociale, ambientale, della pace e della convivenza, culture diverse accomunate dal vivo senso di partecipazione agli eventi internazionali, nazionali e locali, per la difesa dei diritti sociali e individuali, dei principi costituzionali, dalle lobby che inquinano e devastano il territorio, cementificando le aree verdi e optando per attività industriali utili al profitto delle multinazionali ma non alla popolazione.
In particolare l’Ente italiano per la conoscenza della lingua e della cultura slovena è stata la prima organizzazione che fin dal 1970 ha attivato corsi e iniziative con le finalità della miglior convivenza tra italiani e sloveni.
E’ sconvolgente che un centro che ha ospitato dibattiti pubblici, incontri di tante realtà locali, fornendo una sede per il confronto libero e democratico a tanti cittadini, anche di nazionalità diverse, debba abbandonare gli storici locali per far spazio a attività commerciali che pur nella loro dignità imprenditoriale chiuderebbero un percorso storico che ha contraddistinto in questi decenni il centro multiculturale, impoverendo la città di un centro di aggregazione che ha offerto ospitalità a tante iniziative culturali nate sul territorio.

Per questo chiediamo che tutti coloro che sono stati partecipi, hanno apprezzato e hanno ritenuto il centro un essenziale punto di riferimento triestino, i politici e gli amministratori locali, le associazioni che hanno potuto contare sulla sua ospitalità per realizzare le proprie iniziative, italiani e sloveni si uniscano per evitare che il centro chiuda. Si apra in città un dibattito che coinvolga tutti per trovare una via di uscita da questa disastrosa evenienza.

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