mercoledì 8 maggio 2019

VADEMECUM ELETTORALE

40 anni di Europa. Breve cronistoria di un Orizzonte Comune e di lotte per la pace , la democrazia , la giustizia sociale , il progresso civile.

Di Marino Calcinari

Il 1979 è il primo anno in cui si vota per eleggere il Parlamento Europeo, ed in Italia quella scadenza fu preceduta dalle elezioni politiche anticipate per il rinnovo del Parlamento che si svolsero il 3 e 4 giugno. Allora il parlamento europeo era rappresentato da nove stati membri: Francia, Germania Ovest, Italia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Belgio,Danimarca , Lussemburgo e Irlanda. Si elessero 410 membri in maniera proporzionale rispetto al numero degli  abitanti degli stati membri. E già allora  nell’aula del Parlamento  non ci si collocava in base alla nazionalità ma in base alla fede politica o per affinità ideologiche ( così capitava che ci fossero due gruppi politici diversi di “ conservatori”) . All’ Italia spettavano 81 seggi. Che in quella circostanza vennero così attribuiti: 29 seggi alla DC , 24 al PCI, 9 al PSI, 4 al MSI e al PSDI,3 ai Radicali ed ai Liberali,2 ai Repubblicani, ed infine 1 al PdUP, 1 a DP, 1 alla SVP. A livello europeo la vittoria arrise ai Socialisti con 113 seggi, e secondi giunsero i Popolari; i comunisti europei allora avevano 44 seggi. Ma allora il Parlamento Europeo aveva scarsi poteri.



Tra il 1979 ed i 1984 entra la Grecia, si attribuiscono 434 seggi ed era stabilito che ogni stato poteva far votare secondo il proprio metodo stabilito da apposita legge nazionale, ma allora quasi tutti votavano con il proporzionale tranne l’ Inghilterra che  pretese – e continuo’ a votare  col vecchio metodo dell’ uninominale a un turno-e questa differenziazione sulle modalità di voto già allora fu un elemento di contraddizione nella costruzione dell’ architettura europea. In quella tornata i socialisti ottennero 130 seggi, il PPE 110 , l’ ALDE- dove sedeva Simone Veil-31 seggi, i comunisti 41. Si formarono in quella occasione i gruppi della Destra Europea (16 seggi), ed il Gruppo Arcobaleno degli ambientalisti,  con 20 seggi.

Il 1 luglio 1987 entrava in vigore l’ ATTO UNICO EUROPEO che di fatto istituiva il Mercato comune interno con libertà di circolazione di merci, persone , servizi, capitali e con regole ed indicazioni a tutela degli interessi delle industrie dei lavoratori ma con apertura al  dialogo tra le parti sociale e salvaguardando la coesione sociale allo scopo di rilanciare l’integrazione europea

Alle elezioni Europee del 1989 , si votò il 18 giugno per la III Legislatura.

Il Pci ottenne il 27% , la DC il 32%, il PSI il 14,8% , i Verdi il 7%.Per la prima volta erano stati chiamati al voto Spagna e Portogallo che avevano firmato quattro anni prima il Trattato di Adesione. I seggi da attribuire erano allora 518. Vinsero i socialisti (180 seggi) poi il PPE(121)l’ ALDE ( in cui tra i liberali c’era Giscaird d’ Estaing..) ottenne 49 seggi. Ma ci fu la sorpresa , rappresentata da due novità.

La prima fu quella della SINISTRA UNITARIA EUROPEA che ottenne 28 seggi cui si aggiunsero i 14 seggi della COLIZIONE DELLE SINISTRE; la seconda fu rappresentata dai VERDI che ottennero 30 seggi ed il Gruppo Arcobaleno 13. Qualcuno parlo’ di sinistra plurale , ma eravamo ottimisti , in realtà quello fu anche  l’ anno del crollo del Muro di Berlino,dell’ assassinio di Jerri Masslo a Villa Literno, dell’ emergenza ambientale in Adriatico, dell’ accordo del camper tra PSI e DC, della legge ad hoc sull’ emittenza televisiva che premiava  il potere di Berlusconi, infine della Bolognina.

Fu un anno insomma in cui presero forma le differenze e le divisioni che ancora oggi tengono separati i fili di una possibile storia comune, quella del comunismo democratico , e le altre convergenti, dell’ ambientalismo  del pacifismo, dell’ immigrazione.

Vediamo in breve alcuni esempi

1. Stupì ma non indigno’ la vicenda della nave  fantasma Korina il cui carico di rifiuti tossici (salpata da Marghera  in direzione del Mar Nero ), con circa 300 fusti zavorrati , ma non tanto bene , dell’ ACNA di Cengio e poi scaricati nei pressi dei villaggi marittimi  turchi di SamSun e Sinopi , riemerse inquinando un vastissimo lembo di territorio: il problema ambientale legato ad un modello produttivo  che non teneva in alcun conto i caratteri ed i limiti di sostenibilità faceva fatica a farsi largo nella politica tradizionale e nonostante Cernobyl nessuno tranne l’ Italia  ( referendum 1987) aveva avuto un ripensamento sul nucleare.

2. Dell’ inquinamento nell’ Alto Adriatico già allora si preferiva non parlare , ma qualche spiegazione all’ opinione pubblica andava pur data , visto che il fenomeno  delle  mucillagini  aveva interessato nel 1988 una superficie di mare di circa  9mila kilometri quadrati  compresi tra Rimini e Trieste ed aveva provocato perdite di svariati miliardi di lire ,nel settore turistico e della pesca . Cosi anche col lavoro di analisi e di indagine di WWf . Legambiente , etc fu possibile cominciare a parlare di eutrofizzazione , di inquinamento marittimo, di rimedi ed alternative al modello produttivo che poi fu definito “riconversione ecologica dell’ economia”.   
                          
3. Al nome di Jerri Masslo , rifugiato politico sudafricano, è legato il dramma delle politiche di supersfruttamento del lavoro in cui rimasero coinvolti decine di migliaia di lavoratori extracomunitari. Oltretutto esclusi dalla possibilità di asilo politico perche’ allora solo se scappavi dai paese dell’ EST potevi godere di questo “privilegio” ma  non se venivi da un paese dell’ apartheid o retto da altre dittature postcoloniali . Ma in Italia anziché il lavoro e la sicurezza Masslo conobbe il bastone del caporalato e il Clan dei Casalesi che “controllavano” la raccolta dei pomodori nei campi finanziati dall’ AIMA e dalla CEE ( sì !,proprio dalla Comunità Economica Europea!) . Fu ucciso il 24 agosto 1989. Dopo la sua morte  fu varata nel febbraio del 1990 la L39 che recava i primi principi  di una regolamentazione , con diritti e tutele, per i migranti  .

Già allora notiamo però come gran parte della propaganda politica dei partiti tradizionali ,che pure vincevano le elezioni, con le socialdemocrazie come forza trainante, fossero in difficoltà a gestire problemi “emergenti” – ambiente . modello di sviluppo, migrazioni- su cui ancora non avevano strumenti di analisi o ben poca lungimiranza nell’ ipotizzare e prevedere le conseguenze che la loro disattenzione avrebbe prodotto. Così nessuno diede bado alla Lega Lombarda che era riuscita ad eleggere due eurodeputati , raccogliendo a livello nazionale 636.242 voti pari al 1,86%. E che poi in dicembre a Congresso di Segrate sarebbe diventata  Lega Nord.

Nella sinistra covavano già allora i germi della divisione . Tant’è che  nella “Coalizione delle sinistre “ si trovavano collocati i comunisti francesi, quelli portoghesi, i greci “dell’ esterno”(cd. “Filosovietici “ che dopo il 1949 avevano stabilito la direzione politica del partito , sconfitto nella guerra civile , in Bulgaria)ed il Partito dei Lavoratori Irlandesi; mentre nella Sinistra Unitaria Europea , sbrigativamente intesa come “eurocomunista” si erano collocati il PCI, i comunisti spagnoli, il PPA danese ed il Synaspismos ( i greci “dell’ interno”).

La crisi dell’ 89 e la scomparsa dell’ URSS accelerò quindi una scomposizione/ ricomposizione  politica istituzionale  dei gruppi della sinistra presenti nell’ Europarlamento. Il PCI , divenuto dopo la svolta della Bolognina PDS , richiese di iscriversi al Gruppo socialista, di conseguenza tutti gli altri dovettero confluire tra i non iscritti non raggiungendo piu’ il numero minimo (25 eurodeputati) previsto dal regolamento . Dunque a partire da quella data si lavorò  per ricostruire la rappresentanza della sinistra di alternativa a Bruxelles.Sulla scelta dell’ ex PCI aveva certamente influito non tanto il fallimento del modello sovietico, quanto  l’ opportunità di schierarsi  favorevolmente , nel 1987  per l’ ATTO UNICO EUROPEO ,un testo programmatico dove “ la coesione economica e sociale veniva riconosciuta come valore fondativo della Comunità Europea” , mera petizione di principio cui non faceva seguito una linea politica netta e chiara di difesa delle politiche di Welfare, e poi la DIRETTIVA 361 /88 sulla  piu’ completa “liberalizzazione” dei movimenti di capitali , un indirizzo che accoglie le filosofie liberiste mutuate dalle applicazioni già in atto negli USA ed in UK.                                 

Infine il 28 aprile 1990 a  Dublino un  Consiglio Europeo straordinario  decide di accelerare l'impegno costruttivo alla nascita di un'Unione politica europea. Nel frattempo pero’ l’ allargamento della UE non porta a maggior unità la coesione nazionale europea ma la mortifica ed indebolisce con l’ implosione  dei paesi ex socialisti.

In Italia già  nel marzo del 1991 erano giunte nel porto di Brindisi, a bordo di navi mercantili e di imbarcazioni di ogni tipo, 27mila migranti albanesi ; erano  iniziati i processi di dissoluzione della Jugoslavia e  della Cecoslovacchia . E la  libera circolazione delle persone cominciava a diventare un problema per chi concepiva l’ Europa come uno spazio- fortezza dedicato a diventare concorrente /interlocutore dell’ unica potenza globale sopravvissuta ( e vincitrice) della guerra fredda: gli USA di Ronald Regan e George Bush.

Il Trattato di Maastricht  vede la luce il  l7 febbraio  1992 e viene sottoscritto dai dodici paesi membri dell'allora Comunità Economica Europea. Esso  fissava  le regole politiche e i parametri economici  sociali necessari per consentire o stringere in quella cornice le modalità di adesione degli stati europei non ancora aderenti. Quel trattato…” abrogando gli artt. da 67 a 73 del Trattato istitutivo della Comunità Europea (CE), codificava la nuova formulazione della normativa, per la quale la liberalizzazione dei movimenti di capitali non è più ancorata al finanziamento del mercato comune, ma è un principio assoluto, che si applica nei rapporti tra gli Stati membri e tra questi e i paesi terzi.” ( cfr .:  in Treccani online , “libera circolazione dei capitali”)

Al momento del voto la contrarietà per i comunisti italiani fu espressa da Lucio Magri, al tempo anche capogruppo parlamentare della rappresentanza comunista e demoproletaria nel Parlamento Italiano. Quanto accade o si cerca di far passare infatti infatti “ … è un processo di trasferimento di potere non solo dallo Stato nazionale al livello sovranazionale, ma, attraverso questo, dalle istituzioni direttamente legittimate dalla sovranità popolare ad istituzioni politiche autonome o a puri poteri di fatto. Il ruolo di comparsa in cui è sempre più relegato il Parlamento europeo, proprio in quello che dovrebbe essere il passaggio dalla Comunità economica all’unione politica, simboleggia questa realtà rovesciata. E mi pare incomprensibile, anzi patetico, il discorso di chi vota il trattato augurandosi che si possa presto completarlo con istituzioni politiche democratiche: Maastricht va esattamente nella direzione contraria.”(discorso alla Camera del 29 ottobre 1992)

ll quadro europeo che si forma  nel 1994 è quindi quello dove è avvenuto un rivolgimento politico epocale ma anche uno, molto piu’ strutturale , di indirizzo economico- sociale che ha profondamente modificato l’ architettura costituzionale e democratica dell’ Europa . L’ europarlamento passa da 518 a567 seggi ( effetto dell’ Unificazione tedesca 99 seggi attribuiti), vince ancora la socialdemocrazia ma è l’ inizio di un lento,  lungo ed inarrestabile declino.. il PSE ottiene infine  198 seggi, il Ppe 157, al terzo posto si collocano  i liberal-democratici-riformatori ( poi ALDE) poi la GUE, la Sinistra Unitaria Europea con 43 seggi, mentre il Gruppo verde ( dove era collocato Alex Langer) ottenne 23 seggi.


Il Quadro Triestino.

E’sufficiente il dato delle amministrative del 1988 per comprendere come  in quella circostanza riuscisse , per la prima volta , di avere un saggio della consistenza numerica delle forze ed esperienze che si richiamavano alla sinistra di alternativa ed all’ esperienza verde.  Come si evince dalla tabella (da Wikipedia)  le due liste verdi che si presentarono ottennero oltre 10mila voti e 4 consiglieri, DP quasi 2500 voti ma senza eleggere alcun consigliere, un quadro di consensi che poi si sarebbe consolidato l’ anno successivo (1989) al XIX Congresso del PCI quando a Trieste  le mozioni  2 e 3 si imposero contro quella di Occhetto (51% contro 49%) e la successiva nascita di Rifondazione (1991)  accolse , nel progetto di innovazione della prassi e della teoria marxista , la tematica ambientalista e della riconversione ecologica della produzione economica come base per un nuovo modello di sviluppo. ( intervento all’Assemblea Costituente di Rifondazione Comunista , 5/2/1992 ).zcvngh

“ Luoghi di intervento e base immediatamente prossima del nostro agire politico devono diventare i problemi locali che la realtà triestina evidenzia e squaderna in rapida successione: il ridimensionamento dell’ attività produttiva ed industriale , il degrado del’ ambiente e lo scadimento qualitativo della vita e del tempo libero, la farraginosità urbanistica  e il puzzle della viabilità, le strutture  assistenziali ed i trasporti , le fasce sociali dell’ emarginazione e della devianza,  su su , fino alla gestione( e alle politiche di scambio)  ed alla logica imperante , essenzialmente privatistica  , degli Enti locali. ( riferimento a Tangentopoli) .Quindi per affrontare questo quadro servono nuove pratiche politiche e riconoscere le priorità dei luoghi su cui intervenire , chiamando oltretutto intorno alle idee che vogliamo concretizzare le associazioni ambientaliste , il Comitato per la Pace , quanti  ancora pensano e praticano  la politica come impegno civile , con passione e tensione morale..”



Nel 1995 elezioni straordinarie in Svezia  danno al vittoria ai socialdemocratici ed ai verdi, consentendo così di allargare le adesioni alla “nuova Europa” , come previsto dall’ art.49  del TUE( Trattato Unione Europea) a quel paese  e ad Austria e Finlandia In quello stesso anno entrava in vigore la Convenzione di Schengen per cui si abolivano i controlli interni tra gli Stati firmatari e si determinava   una frontiera esterna unica lungo la quale i controlli all’ingresso nello spazio europeo comunitario  venivano  effettuati secondo procedure identiche e si stabilivano norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e controllo alle frontiere esterne.

Con tutto ciò l’ Europa era ancora profondamente divisa, con diversi modelli economici, livelli di sviluppo, ritardi nella modernizzazione degli asset produttivi, con proprie monete nazionali, e irrisolti problemi di convivenza pacifica e coesione sociale ( la dissoluzione jugoslava  si trascina fino al 1999 con l’ aggressione USA per la guerra in Kosovo).

Il 13 giugno 1999 (V Legislatura) si elessero 626 membri in rappresentanza degli allora 15 stati UE. I seggi venivano sempre stabiliti  in base alla popolazione degli stati membri. Dai 99 spettanti alla  Germania ai 6 del  Lussemburgo.Ed in quell’ anno il quadro , sostanzialmente stabile del’assetto bipolare ma a guida socialista , suboisce un primo cambiamento. Crollano i socialdemocratici (- 34 seggi) , vincono il PpE ed affiliati conservatori.  In Italia i comunisti , pur divisi, ottemgono 2 milioni di voti ed il 6%. La GUE  passa da 34 a42 membri. L’ estrema destra , divisa , contava 26 membri.

Europee 2004. Ricordiamo  come nel 2002  altri 10 paesi europei  avessero fatto domanda  di aderire alla UE ( Cipro, Malta, Ungheria, Polonia,Slovacchia, Lettonia , Estonia, Lituania ,Slovenia e Repubblica Ceca ) e come la loro affiliazione venisse riconosciuta  il 1 maggio 2004 , dopo aver formato il trattato di adesione il 16 aprile 2003 ad Atene .Avevano diritto di voto  circa 342 milioni di Europei                                       


 (fonte: CISE- Università Luiss, “ L’evoluzione dell’affluenza alle elezioni europee dal 1979 al 2009 di  Nicola Maggini - 7 aprile 2014 )


I parlamentari da eleggere erano  732 , ci fu una netta affermazione del PPE (268 seggi) che raccoglieva i frutti delle politiche neoliberiste fatte digerire ai socialisti ed alle organizzazioni sindacali che cercavano di difendere le conquiste del welfare e i diritti del lavoro contro la deregolamentazione contrattuale e contro le dilaganti privatizzazioni rese possibili dalla liberalizzazione dei mercati. Il PSE si ferma sulla soglia dei 200 deputati. Segnaliamo per l’ Italia l’ elezione di Monica Frassoni nel gruppo dei Verdi e  la riconferma di Daniel Cohn Bendit ( eletto nel 1994) che nel 2002 era stato eletto co-presidente del gruppo parlamentare dei Verdi/ALE e che in  quell’ anno s impegno per dare forma strutturata al  Partito dei Verde Europei . (42 deputati).

4-7 giugno 2009.VII Legislatura. E’ già scoppiata al crisi  ma le conseguenze piu’ dure devono ancora venire, Nel frattempo  sono entrate nello spazio Schengen anche Bulgaria e Romania. I seggi da attribuire sono 736 e di li’a poco , per effetto del Trattato di Lisbona  il loro numero sarebbe ulteriormente cresciuto fino alle 751 unità.Il meomato PD di Veltroni e farnceschini si “ federa” , con qualche imabarazzo col PSE e col sotterfugio della dicitura “ Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici” ( tanto per non scontentare quelli della Margherita ed ex DC).in piu’ il governo Berlusconi modifica il 20/2/2009 la Legge Elettorale costruendo  una soglia di sbarramento , alle formazioni politiche che vi partecipano,  del 4% e col massimo di tre preferenze per la lista che si vota. La GUe perde 7 seggi anche a causa della debacle della sinistra di alternativa italiana , che divisa tra PRC , SEL e PCL disperde oltre due milioni di voti  voti senza superare il quorum  .

Nel 2014 una lista costruita dal basso e che si richiama alle esperienze di lotta ed opposizione sociale di SYRIZA - ed alla piattaforma di Salonicco per contenere gli effetti della crisi ed uscire dalle strettoie dell’ austerity e del debito-e che viene denominata come “ALTRAEUROPA con Tsipras” , riesce nella difficile impresa di riportare una rappresentanza di sinistra a Bruxelles .Ma le politiche neoliberiste , l’ austerity ed i ricatti delle lobbies che tengono banco a Bruxelles  hanno fatto accrescere disparità economiche tra gli statti, diseguaglianze sociali, ed alimentato  di conseguenza spinte antieuropeiste ( vedi il caso BREXIT )ma già nel 2005 da parte di Francia ed Olanda il rigetto del modello di Costituzione Europea nel tempo politiche sovraniste non disgiunte da critiche e mobilitazioni sindacali contro le politiche di privatizzazione del welfare e del patrimonio pubblico. Eppure ancora oggi la soluzione non è il ritorno agli stati nazionali, o peggio a piccole patrie  regionali e provinciali, ma una profonda trasformazione degli assetti , delle strutture , delle linee politiche su cui l’ Europa  è stata fondata; ed è di una trasformazione progressista  ed autenticamente democratica , con regole condivise  e senza il mantra della presunta efficienza e neutralità del mercato , che poi si traduce in subalternità alla finanza ed agli interessi speculativi delle lobbies e delle corporations.  La parola d’ ordine non puo’ piu’ essere “crescita” ma sviluppo nell’ uguaglianza , nella solidarietà, nel diritto alla piena occupazione e nel rispetto delle persone e dell’ ambiente.

IL 26 MAGGIO VOTA LA SINISTRA

SENZA LAVORO NON C’E’ SVILUPPO

LA FINANZA VA RIPORTATA AL SERVIZIO DELL’ ECONOMIA REALE
IL PROBLEMA NON E’ IL DEBITO PUBBLICO MA L’ ACCUMULAZIONE FINANZIARIA, L’ EVASIONE FISCALE,UNA TASSAZIONE INIQUA,LA CORRUZIONE ED IL MALAFFARE.

L’ EUROPA SI COSTRUISCE DALLA SOCIETA’ E NON DAGLI ALGORITMI DELLA FINANZA O DAGLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.