lunedì 22 giugno 2015

SVILUPPO DELLA PORTUALITA'... Report dei lavori dell' Assemblea di Monfalcone sabato 20 giugno 2015



CONVEGNO sui temi:
“ SISTEMA INFRASTRUTTURE. SVILUPPO DELLA PORTUALITA'. CONNESSIONE RETI ENERGETICHE.IL FUTURO del' ECONOMIA DEL LITORALE GIULIANO .
L' incidenza dei progetti energetici il futuro del lavoro, la tutela del' ambiente. “



I lavori sono iniziati alle ore 10.15.

I lavori dell' assemblea sono stati aperti da ROBERTA RUSSI , responsabile delle Politiche Ambientali della Federazione Provinciale di Gorizia di SEL .che ha rivolto i saluti ai partecipanti e svolto un breve discorso d' apertura dopo la presentazione dei relatori e l' illustrazioni dei temi che le loro relazioni avrebbero affrontato.

Nel suo intervento Roberta Russi ha ricordato l' importanza della realtà portuale di Monfalcone , ed attraverso una breve cronistoria , che lega i cinque importanti “ progetti” cui il Porto monfalconese è stato oggetto di interesse negli ultimi anni: il “SuperPorto”, la piattaforma logistica, i raccordi ferroviari, i rapporti intermodali, i dragaggi dei fondali , la necessità di ripensare ad una strategia che consenta la realizzazione di vere politiche per lo sviluppo del territorio..
La marcia indietro del ministro Delrio, sulla riforma organizzativa delle AP , se pure positiva perchè riconosce l' autonomia delle AP, non risolve però i problemi del Porto di Monfalcone, - ha dichiarato - che è strutturato come Azienda Speciale e lascia , anche, indefinito il futuro di Porto Nogaro ,nel consorzio Aussa Corno, che resta un porto di 2° livello (20 operatori portuali e logistici, 150 addetti) non consentendo quindi una visione omogenea per una complessiva risoluzione dei problemi , anche per il diverso contesto legislativo di riferimento ( la legge nazionale 84/94 e quella Regionale 12/2012 ) e nel permanere dell' assenza di un PRGP in grado di garantire sviluppo e rilancio della sua potenzialità, quindi è importante affrontare anche il problema degli strumenti legislativi per dare un quadro di riferimento giuridico alle possibili soluzioni che riusciremo a trovare e per cui oggi servono i lavori di questa assemblea .”

MARINO CALCINARI , a nome del Circolo del Manifesto di Trieste “ Raffaele Dovenna” ha illustrato lo scenario europeo , e la recente approvazione in sede comunitaria di alcuni emendamenti ad un parere su un progetto UE che interessa la Macroregione Ionico-adriatica .

( Si riporta il testo integrale dell' intervento )

Tra le tante motivazioni che hanno ispirato e giustificano la necessità di questa iniziativa, la principale , anche alla luce degli ultimi sviluppi che si sono determinati in sede europea , cui accennerò , è l' importanza del contesto spaziale e geopolitico entro il quale troveranno accoglienza , o meno, le proposte che al termine dei nostri lavori ci sentiremo in grado di avanzare .
Proposte che abbiamo esemplarmente riassunto nel tema dei lavori di oggi e che rimandano a problemi che, se pure necessitano di un saldo ancoramento al territorio, di strategie e progetti di soluzione anche nazionali e locali ( penso alla cosiddetta riforma dei porti del ministro Delrio) , nondimeno essi parlano ad uno scenario piu' vasto e solo in un contesto allargato , quello europeo si potranno trovare riferimenti e soluzioni adeguate.
In questo non partiamo da zero.
Il 16 giugno a Bruxelles - in sede di europarlamento sono stati discussi ed approvati tre emendamenti a sostegno di un progetto di parere riguardante la Regione Ionico – Adriatica.

Gli emendamenti , che sono stati formulati dall' europarlamentare Eleonora Forenza del Gruppo della GUENGL-Sinistra Unitaria Europa, riguardano anche il nostro territorio e hanno trovato accoglienza come suggerimenti e critica ad un documento , prodotto dalla maggioranza SPD- PPE , che declinava in 33 punti le strategie di sviluppo e le politiche di interesse per questa macroarea .
Ricordo brevemente che il progetto di una euro regione IA era stata già definita nel 2000 e pensata allora come area allargata di iniziative intergovernative , di rafforzamento delle cooperazioni regionali al fine di promuovere, - dopo un decennio di instabilità divisioni , contrasti bellici ed interetnici, - stabilità politica e progresso sociale,su obiettivi di migliori prospettive di lavoro, di una migliore qualità ambientale, di una mobilità delle popolazioni piu' funzionali ad un disegno di rinnovata coesione sociale e politica , e cosi' via.
In questo progetto sono coinvolti attualmente otto paesi: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania, Grecia e ben 13 regioni italiane: FVG, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Marche Umbria , Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia .
Per cui le decisioni che saranno assunte in sede europea avranno ricadute sensibili , e in tempi ravvicinati, sulle economie marittime, infrastrutturali, ambientali ed ecologiche di tutta l' area, nessun paese escluso, ed alcuni aspetti riguardano anche , come dicevo , la nostra realtà.
Solo un anno fa la risoluzione 357 ( COM ) del 17.6 . 2014 evidenziava sei problemi , altrettante sfide per lo sviluppo della MRIA - al primo posto le disparità socioeconomiche, e poi, i trasporti , l' energia , l' ambiente, l' esposizione e la vulnerabilità alle conseguenze avverse del cambiamento climatico, le questioni amministrative ed istituzionali - , ora la riscrittura piu' aggiornata e recente , formulata , il 29 maggio scorso (2015) ha iniziato a scendere nei dettagli.
In essa di sono aspetti positivi ,altri generici e vaghi .
Ma in sintesi vi si ribadisce il rilancio dell' economia marittima e portuale, l'adozione dell' economia blu in tutte le sfaccettature della sua applicazione, la connettività ovvero il sistema di collegamento e posizionamento geografico e competitivo nella Macroregione all' interno della costruzione della rete centrale di trasporto come previsto dal Meccanismo di Collegamento Europeo (MCE), nè mancano in questa risoluzione , in perfetta continuità con le politiche precedenti, gli accenni alla qualità ambientale, alla tutela degli ecosistemi marittimi etc, ma inviti e sottolineature sembrano piu' parenetiche che prescrittive tant'è che se alcuni paragrafi sostengono misure di impronta ecologista ( ..” devono essere prese tutte le misure possibili per preservare l' ambiente marino e gli habitat terrestri transnazionali nonché per ridurre l' inquinamento del mare e le altre minacce alla biodiversità costiera e marina... , addirittura poi /(cap26) si sostiene che occorre “ … constatando l' inquinamento storico e transfrontaliero .. di bonificare i siti interessati dalla contaminazione industriale del suolo ,delle acque e dell' aria ed eventualmente dal' inquinamento prodotto dai conflitti militari.” altri indicano , pure nell' ottica della diversificazione delle fonti dell' approvvigionamento energetico, la necessità di sviluppare “stazioni di testa per il GNL in particolare in Croazia ed in Albania”.
Poiché sono complementari, par di capire, a quella rete di infrastrutture energetiche che riguardano sia la produzione che il trasporto di elettricità e gas in linea con la rete TEN- E ( Trans European Network Energy) e la UE a guida SPD- PPE è favorevole a tutti i progetti ( nucleare escluso) nel campo dell' energia
Ed anche, infine (p.9) , di fronte all' epocale tragedia che vediamo avvenire sulle sponde di questo mare , tragedia che il documento traduce in “ gravi problemi di migrazione nel Mediterraneo.. la raccomandazione è come sia essenziale tenere sotto controllo tali problematiche.. perchè nuocerebbero allo sviluppo” .
Di fronte a questi limiti, e contraddizioni della filosofia europea targata SPD/PPE che costruisce una ipotesi di deregolamentazione controllata ( e finanziata) delle attuali politiche neoliberiste , sono stati così accolti i seguenti due emendamenti , che interessano da vicino l' argomento principale dei lavori di oggi e che vi leggo.
“ La Commissione per l' ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ritiene che le caratteristiche del mare Adriatico- chiuso, poco profondo , inadatto a smaltire le sostanze inquinanti, caratterizzato su entrambe le sponde da una fiorente economia turistica- devono indurre al' introduzione di un divieto per nuovi progetti di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, in particolare non vanno autorizzate unità galleggianti di produzione, stoccaggio e scarico FPSO ( EMENDAMENTO 2 al par.6);
-ritiene di proporre alla Commissione di escludere per motivi di rischio ambientale e geologico nonché di sicurezza delle persone e di salvaguardia del territorio , la realizzazione di impianti di rigassificazione, on e offshore, tanto piu' in aree come il porto di Trieste, di Brindisi e Taranto, interessati da programmi di bonifica ambientale puntando invece sulla valorizzazione paesaggistica ed ambientale del territorio, tenendo conto in particolare che il mare Adriatico e lo Jonio rappresentano un patrimonio di biodiversità da salvaguardare.”( EMENDAMENTO 3 al par.6)
E' infatti opinione condivisa ,almeno nella SE che “ nessuna strategia macroregionale che voglia realmente perseguire la prosperità economica e sociale sostenibile dei territori interessati attraverso la creazione di occupazione, l' aumento del' attrattività, e della qualità della vita dei territori , possa essere pensabile se non si preservano l' ambiente e gli ecosistemi matittimi, e costieri , che oggi sono mesi fortemente in discussione dalle conseguenze nefaste delle politiche economiche e sociali liberiste perseguite dall' attuale Commissione “ ( dichiarazione/intervento di E.Forenza)
Tradotto nella politica nazionale questo significa dover fare i conti ad esempio con la legge Sblocca Italia , i decreti VIA del ministero dell' ambiente italiano, i progetti per incrementare la ricerca di idrocarburi in mare, i conseguenti pericoli di trivellazioni e prospezioni geosismiche.
Se vogliamo quindi affermare che le acque, le coste, il territorio del nostro litorale possono ancora rappresentare un elemento di valorizzazione a sostegno dello sviluppo della MRIA , oltre che di sviluppo ecocompatibile necessario alla tutela dell' ambiente e alla sicurezza delle persone , è anche da questi punti fermi che dovremo partire, in questo contesto vanno calate le proposte che saremmo in grado di elaborare.

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Cito, ai fini dell' utilità dei nostri lavori gli argomenti che interessano , e l' aggiornamento sulle e evoluzioni ed i cambiamenti di pensiero nel frattempo intervenuti.
Il primo problema è quello dei trasporti, la UE sostiene che la MRIA ha un notevole deficit nelle infrastrutture, in particolare tra gli stati membri dell' UE di lunga data e gli altri paesi con conseguente scarsa accessibilità , la rete stradale e ferroviaria dei Balcani occidentali andrebbe urgentemente ristrutturata rimuovendo le strozzature , ripristinando le connessioni mancanti, realizzando quindi connessioni intermodali, sistemi di gestione del traffico e il potenziamento della capacità. E' in crescita la congestione del traffico marittimo , e la capacità sorveglianza e coordinamento va potenziata.
Permangono tempi di attesa eccessivi e lunghe procedure alle frontiere che ostacolano il movimento complessivo, il trasporto multimodale è poco sviluppato.
Sull' energia la UE sottolinea come l' interconnessione delle reti elettriche sia inadeguata e cio' sia un fattore negativo che impedisce lo sviluppo di un mercato dell' energia integrato, limitando la capacità e ostacolando lo sfruttamento redditizio delle fonti di energia rinnovabile ; giudica cosi' necessario l' investimento nelle reti del gas compreso il GNL per assicurare una fornitura efficiente e diversificata.
D' altronde, per onestà intellettuale la UE riconosce nella voce dedicata al' ambiente la vulnerabilità del Mar Adriatico all' inquinamento, ma questo solo a causa della scarsa profondità , della sua natura semichiusa e del limitato ricambio delle sue acque con quelle del Mediterraneo. Aggravata dall' uso sempre piu' intenso delle aree marine e costiere che minaccia gli ecosistemi.
“La pesca eccessiva, l' attrezzatura per la pesca abbandonata e l' acquacoltura non ecologica minacciano tanto la biodiversità marina quanto la salute umana, poi le acque reflue, l' eutrofizzazione, insomma una lunga lista di danni e di malanni ben noti da tempo, cui pero' si potrebbero contrapporre alcune idee od opportunità sinora forse inesplorate .
Molta attenzione è rivolta alla “ CRESCITA BLU “ cioè creazione di posti di lavoro blu con politiche di sinergia tra sviluppo e crescita innovativi, pesca acquacoltura, strategie nazionale e regionali di ricerca e innovazione , la protezione e la difesa degli stock ittici, piattaforme di monitoraggio e piani di gestione della pesca comuni, un forte sostegno a favore del settore delle costruzioni navali, le autostrade del mare all' interno della macro regione, combinando mezzi di trasporto intermodali, soprattutto per il collegamento con l' entroterra ,
Infine si “ sottolinea l' importanza di sostenere e promuovere la pesca sportiva e familiare, soprattutto nelle isole , al fine di preservare le tradizioni culturali locali e lo stile di vita marittimo degli isolani e delle zone costiere di piccole dimensioni.”
Ma per realizzare queste politiche , ammesso che tale impostazione risulti oggettiva ad un piu' attento esame , servono alcune precondizioni, che in parte si citano in parte si omettono.
Sicuramente necessita il collegamento delle rotte dei trasporti marittimi e i porti con le altre Aree del' Europa, e dunque l' importanza delle interconnessioni con i corridoi TEN- T , quindi gli strumenti finanziari della BEI ed i Fondi strutturali e di investimento europei .
Non solo, il Parere del Comitato delle regioni pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell' UE in data 19/8/2014 dedicava due paragrafi (41, 42) al tema della “ connessione “ : il primo sottolineava la rilevanza dei temi “trasporti marittimi”, “entroterra intermodale” e “ reti energetiche” mettendo in risalto l' importanza di migliorare le infrastrutture di ITC immateriali.
Sulle reti energetiche meno di due anni fa il PRC ed il Circolo del Manifesto avevano promosso , con la GUE .NGL un incontro a Muggia, quei materiali sono ancora validi ed ovviamente disponibili.
Allora si ragionava sull' imminente votazione del regolamento CEF ( Connecting Europe Facility) che avrebbe dovuto predisporre le regole per poter accedere ad un cofinanziamento UE per infrastrutture energetiche, e che avrebbe potuto contare su una cifra di 5mld 126 milioni di euro per tutto il periodo 2014-2020.
La risoluzione COM 940 del 7/1/2014 che illustrava le priorità, i corridoi multimodali, le autostrade del mare, etc se da un lato lasciava intendere il disegno della strategia, era oscuro e contarddittorio sul nodo dei finanziamenti ( la cifra di 5mld era considerata irrisoria) , tant'è che il bilancio pluriannuale 2014-2020, fu oggetto di diatriba tar Consiglio e PE e fu adottato , col solo voto contrario della GUE , “in perdita” cioè per la prima volta nella storia della UE con somme ridotte rispetto al precedente bilancio.
Insomma, il nodo dei finanziamenti resta anche qui una incognita!
Poiché il cloud adriatico ionico rappresenta uno strumento per connettere le piattaforme esistenti al fine di standardizzare processi e protocolli condivisi, di rendere efficiente il trasporto intermodale di merci e passeggeri e di facilitare i servizi, la protezione del' ambiente , la sicurezza marittima ; il CDR altresì rilevava come la MRIA dovesse migliorare l' accesso del' Europa sudorientale al resto del mondo, inclusa l' area mediterranea attraverso l' estensione del corridoio baltico- adriatico lungo la dorsale adriatica, e quindi bisognasse rendere efficiente e rafforzare il sistema di trasporto intermodale al fine di migliorare il posizionamento della regione quale nodo di tarsporto in un quadro internazionale.
La BEI soprattutto potrebbe creare una piattaforma di investimenti dedicata per la regione ionico adriatica per consentire la mobilitazione di finanziamenti pubblici e privati e dunque progetti praticabili o spendibili per attrarre investitori.
La qualità ambientale , che è la conditio sine qua non per le politiche di sviluppo della MRIA , richiede però che la ricchezza degli ecosistemi terrestri, costieri e marini dei paesi partecipanti venga preservata con ogni iniziativa possibile – la regione FVG invece qui ha qualche ritardo-e che venga ridotto il livello di inquinamento del mare e le alte minacce alla biodiversità costiera e marina.; le autorità nazionali, regionali e locali , ma anche le comunità di ricerca, le ONG, etc vanno coinvolte in un progetto di pianificazione dello spazio marittimo ed alla gestione integrata delle zone costiere.
Addirittura si sollecita la creazione di un centro regionale per la preparazioni alle catastrofi , sia per la prevenzione di quelle naturali sia per quelle provocate da attività industriali, di trasporto o di altro tipo , come inondazioni, incendi, e attività di sfruttamento nell' Adriatico.
La risorsa del turismo che deve essere, nella versione UE “ sostenibile e competitivo” , per noi “alternativo e culturale” , è in entrambi i casi, una potenzialità che oggi è piegata a logiche consumistiche , invasive , dissipatrici , che non aiutano a far crescere una domanda di qualità , in sintonia col rispetto e la cura che il patrimonio culturale e storico di questa MRIA contiene e rappresenta.
Il documento della UE parla del gran numero di siti tutelati dall' UNESCO nella MRIA , ma non fa riferimenti precisi, si tratta, per la precisione di 8 siti in Croazia, 2 in Slovenia, 3 in Albania, 2 in Bosnia Erzegovina, 3 in Serbia, 2 in Montenegro, e 39 nelle regioni italiane interessate ( 5 solo in FVG ) quindi una offerta turistica diversificata (cioè una pluralità di offerte che tiene assieme parchi e itinerari turistici tematici, il turismo culturale, rurale, sanitario, medico, enogastronomico, congressuale e sportivo ) se volesse crescere , avrebbe bisogno di pianificare e dare spazio ad una scala prioritaria di opzioni per valorizzare questa potenzialità e appurare perchè l' economia di questo settore , nonostante i numerosi contributi ricevuti , non decolli, senza limitarsi a registrare che “ il potenziale turistico non viene sfruttato appieno soprattutto a causa di cicli stagionali molto marcati e delle carenze a livello di innovazione , sostenibilità, infrastrutture di trasporto, qualità del' offerta turistica , competenze delle parti interessate, e gestione del turismo responsabile ( appunto, quello delle GRANDI NAVI non lo è , perchè non riduce l' impatto ambientale del turismo di massa) .
Per questo riteniamo che la diversificazione ed il miglioramento dell' offerta possono essere perseguiti creando una piattaforma di ricerca , nell' ottica di una collaborazione interarea , su nuovi prodotti e servizi turistici , sviluppando itinerari culturali tematici e sostenibili , valorizzando maggiormente il patrimonio culturale della regione e promuovendo il turismo alternativo non stagionale .
La partita , insomma, è tutta da giocare.


La Relazione introduttiva è stata svolta da GIOVANNI IACONO , consigliere comunale SEL di Monfalcone.
Nel suo intervento il consigliere ha sottolineato come l' iniziativa sia rivolta a tutto il territorio del litorale giuliano ,e come i comuni che vi gravitano e che sono interessati a politiche di sviluppo e valorizzazione del territorio abbiano – o debbano avere - il diritto di prendersi la parola e pronunciarsi sui problemi che ci sono ed i progetti che si possono fare..
Per lo stato centrale, quest' area è sempre stata strategica , nel bene e nel male, - egli dichiara- ed oggi anche per i riflessi che le politiche europee determineranno nella nostra area , non possiamo permettere che i comuni e le popolazioni vengano espropriate del loro potere decisionale- la vicenda del gasdotto in Puglia è emblematica, anche le deroghe dello “Sblocca Italia “ , inventate dal governo, sono pericolose e non si puo' non essere preoccupati, perchè queste decisioni, questa politica, calpestano, fra le altre cose, oltre a regole democratiche, il rispetto per le comunità.
Mentre per noi le persone contano, ancora e sempre di piu'.”
Il progetto Smart Gas è stato un campanello d' allarme cui però i cittadini hanno saputo reagire. Essi si sono opposti ad una politica che imponeva prima i progetti ed i profitti, dopo il territorio, le loro persone e i diritti , e da ultimo il lavoro. Non hanno accettato questa logica .
Ed in questa assemblea si ribadisce il principio che non possono essere barattati diritti con diritti né esser messi gli stessi in contrapposizione tra loro.
Anzi, è soprattutto al mondo del lavoro che questa assemblea si rivolge , a quei lavoratori del porto che qui, pur lavorando assiduamente e e continuamente risultano essere assunti come “ somministrati “ cioè “ interinali”, quindi lavoratori “temporanei” o precari. Questa situazione è inaccettabile.
LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI INTERINALI E' UN PUNTO IRRIUNCIABILE DELLE PROPOSTE CHE L' ASSEMBLEA PONE.
Si richiede anche anche un rapporto piu' corretto ed equilibrato tra iniziativa pubblica e iniziativa privata, perchè il precedente dell' ILVA di Taranto è preoccupante , ed è un esempio quantomai negativo che non deve ripetersi altrove .
ALTRA RICHIESTA - che il consigliere Iacono evidenzia con forza è la necessità di scrivere il PIANO REGOLATORE DEL PORTO DI MONFALCONE , prima che si facciano cose dannose ed irreversibili!
Bisogna infine allontanare definitivamente il pericolo del progetto del minirigassificatore , ed anche questo è un motivo della riflessione dei lavori di oggi, né si puo' dimenticare la grevità della situazione lavorativa, drammatica , perchè condizionata da pericoli di illegalità , e da presenza di mafie , nella realtà di FINCANTIERI.
Che fare? Di sicuro non è posibile congelare l' esistente , ma intanto “ diciamo cosa non siamo disposti a sopportare. Primo, non accetteremo alcun baratto tra mini e maxirigassificatore, non consegneremo il territorio alle multinazionali ed ai padroni privati! “ Vogliamo costruire un' alleanza , stabilire un collegamento tra esperienze sindacali ed ambientali, perchè questi temi debbono viaggiare insieme, quindi l' obiettivo è un PATTO dei COMUNI COSTIERI , da Monfalcone a Muggia , che serva da concertazione per il raggiungimento di obiettivi concreti , per sostenere progetti condivisi di sviluppo del territorio, quindi un PATTO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE , in difesa del lavoro, dell' ambiente della sicurezza.”

PAOLO MASCHIO , presidente dell' AS Porto di Monfalcone ha esordito sottolineando l' importanza di una riforma dei porti e della governance territoriale, argomenti di cui si parla ormai da vent' anni ma con scarso costrutto.
Oggi l' AS Porto è “solo un organo della CdC di Gorizia “ per cui valgono le competenze stabilite dall' art 14/ legge 84/94 , come Chioggia, insomma, mentre la programmazione è in capo, per effetto della LR12/2012 alla Regione FVG .
Un breve accenno alla cosiddetta riforma Delrio, “ che aveva previsto due poli organizzativi del Nord Italia, e che però non ha avuto fortuna , ma se fosse rimasta così com' era stata presentata all' inizio , avrebbe forse avuto solo la capacità di dividere anziché fare sinergie , tra una realtà settentrionale ( piu' forte, quella nordtirrenica e nordadriatica ) e quella meridionale, (strutturalmente piu' debole ) , con ricadute pesanti ,per lo sviluppo di entrambe , mentre serve una capacità di relazione tra i porti, tra le loro politiche industriali cui possano avvantaggiarsi i territori , ed una adeguata rete infrastrutturale “.
E poi una riflessione su tema della attuale governance dei porti, che non è veramente un tema banale, ma su cui bisogna cercare di mettere ordine.
Il presidente Maschio pone l' accento sull' esigenza di una omogeneizzazione delle politiche gestionali ed amministrative , capaci di intervenire sia sull' ordinaria amministrazione sia sui progetti di cui oggi i porti hanno bisogno, per agire con efficienza ed intelligente operosità sullo scenario globale .E si tratta di scegliere, possibilmente, una soluzione di discontinuità.
Oggi si è davanti a due scenari possibili: o prendiamo quello che privilegia un modello di governance tarata principalmente o esclusivamente sul sistema del porto entro una dimensione regionale, o viceversa optiamo per un modello espansivo , che aggreghi, agganciato alle aree industriali, ai consorzi, alle aree logistiche e che operi una dialettica vera col sistema portuale nella sia interezza e complessità.”
Il sistema portuale regionale del FVG è infatti parte di un sistema europeo, dove i 2/3 del traffico di merci sono destinati al mercato Centroeuropeo , ed è un mercato che cresce, ma in modo difforme da Venezia a Rijeka – a parte la realtà di Trieste condizionata dal portopetroli- e si rileva come dal 2007 al 2014 i volumi di traffico siano cresciuti con punte dal 5% al 7% annue , e nonostante la crisi le possibilità di crescita permangono , “ ma bisogna superare l'anarchia della gestione e la mancanza di una direzione operativa “.
E' necessaria UNA PROGRAMMAZIONE “CREATIVA” DEL SISTEMA PORTUALE DEL LITORALE , comprendente l' area da Porto Nogaro alla Provincia di Trieste che dia capacità di co-competere ( termine usato da Paolo Costa a Venezia) per avere una prospettiva .
Bisogna SVILUPPARE UNA POLITICA INDUSTRIALE legata alle esigenze dei porti , per superare la falsa dicotomia tra porto commerciale e porto industriale, e poi per individuare leve ed opportunità di crescita , con un maggior coinvolgimento di imprenditori ed operatori marittimi.
Monfalcone nei primi mesi dell' anno ha comunque aumentato del 15% il suo volume di traffico , ma la situazione resta aleatoria.
Si opera infatti prevalentemente su quattro settori : cellulosa, prodotti siderurgici, automobili, carbone per la centraleA2A , che però non danno garanzie di continuità e di consolidamento , sia per motivi contingenti e/o legati alla crisi (auto) , sia per il loro reimpiego- solo il 15% della cellulosa che riceviamo resta in zona -e con le stesse materie si è in competizione con Livorno , ma avendo molta minore attrezzatura e strumentazione di quella realtà, il porto di Monfalcone, essendo solo una AS, resta sfavorito.
Per motivi legati alla burocrazia amministrativa ci vogliono anni per fare un piazzale – sottolinea il presidente -mentre ad esempio il porto di Capodistria è più concorrenziale proprio sul piano dei servizi e dei tempi di realizzazione dei medesimi!Creare situazioni procedurali adeguate è il minimo che oggi si possa richiedere alla politica di fare”
L' idea è REALIZZARE UNA ATTREZZATURA SELETTIVA DEL PORTO per aumentare le capacità ricettive dell' attuale struttura , per traguardare il rafforzamento degli attuali traffici verso non solo il centroEuropa, ma quel “ far east” cui ad esempio sta già guardando alla Germania, dato che ormai i porti del Nord sono saturi.
Dunque AMPLIARE LE AREE PORTUALI e DISCUTERE NEL MERITO DI UN PIANO INDUSTRIALE PER IL PORTO.

GIOVANNI SGROI , responsabile nazionale di SEL del FORUM BETA , ha invece affrontato il problema del rigassificatore e delle fonti energetiche rinnovabili (FER) il cui impiego ha sì fatto segnare un notevole balzo in avanti, nel nostro paese, ma non ha risolto il problema dell' utilizzo delle fonti fossili, che continua anche a fronte di un serio pericolo , quello dei grandi cambiamenti climatici – come il rapporto IPCC del settembre 2013 ha ricordato- che dovrebbe ragionevolmente indurre ad una svolta di indirizzo il che non avvenendo comporta, come effetti e conseguenze , non solo inquinamento ed impoverimento delle risorse ma anche il crollo dell' edilizia tradizionale, non sostenuta da modelli di efficienza energetica meno costosa, con poche risorse a disposizione per la bioarchitettura, l' efficientamento energetico, etc.
Eppure è dalla consapevolezza di CAMBIAMENTI CLIMATICI IRREVERSIBILI che si deve partire , poiché essi stanno definitivamente incrinando il modello del combustibile tradizionale e l' idea di sviluppo e consumo ad esso legato.
Il relatore ha invitato quindi a RIPENSARE IL RIEQUILIBRIO ECONOMICO anche attraverso il dispiegarsi di un' altra politica energetica , dicendo no alle trivellazioni , no al carbone e alla dissipazione di energia non rinnovabile.
Purtroppo non aiuta – ricorda- che l' industria dei fossili- carbone,gas, petrolio , per la sua continuità, riceva quasi ogni anno dal FMI , in maniera diretta o indiretta aiuti economici per 5300 MLD di dollari! pari al 6,5% del PIL mondiale.
Rinnovabili, energia verde, marginalità del nucleare, consentirebbero invece di investire sulla TRANSIZIONE dalle ENR alle FER : in Italia siamo in ritardo, continuiamo a mantenere nell' Adriatico 114 piattaforme offshore di idrocarburi , la Strategia Energetica Nazionale , che è di competenza del MISE è ferma al 2013, ma nei contenuti è un piano inefficace anche se si spinge, in un tentativo di pianificazione e di programmazione sino al 2020, e nella sua finalità punta a far diventare il nostro paese il principale HUB del mercato europeo del gas .
In piu' non c' alcuna road-map per lo sviluppo delle reti infrastrutturali , non si parla di risparmio energetico, quando invece servirebbero indicazioni chiare in tal senso.
L' unica strada percorribile sarebbe quella di intervenire con progetti (DECARBONIZZAZIONE) ed interventi pubblici per favorire questo esito... “ invece si utilizza ancora il sistema di incentivi per le fonti fossili (quasi 18 mld annui), e si spendono oltre 50mld di euro l' anno per l' approvvigionamento di fonti fossili dall' estero.
Infine lo “Sblocca Italia “ di Renzi che definisce strategici i rigassificatori , destina ad essi un incentivo del 7,5% , anche in caso di incompleta realizzazione , ma è un rischio calcolato, il costo ANCHE in questo caso sarebbe fatto ricadere sulla bolletta del' utenza! “
Sul pericolo, i rischi e le incongruenze del rigassificatore di SMART Gas è stata a suo tempo compiuta un' ampia disamina , che si è successivamente tradotta in un documento inviato al Ministero del' Ambiente , nel mentre si ribadisce l' ASSOLUTA CONTRARIETA' AL PROGETTO “ che non può essere definito strategico né per per il Piano Energetico nazionale né per il piano energetico regionale del FVG e per questo motivo non lo si puo' valutare in termini di coerenza con le esigenze energetiche e si considera che , un' area portuale destinata ad altri progetti di sviluppo , definita sensibile ai sensi del Dlgs 152/2006 ( norme in materia ambientale, VAS, VIA, AIA)non possa essere destinata ad ospitare un impianto di dubbia utilità per la comunità ed il territorio circostante”.

L' intervento di CRISTIANO GILLARDI, già responsabile regionale di LegAmbiente per il settore Energia, fa il punto della situazione con l' ausilio di alcune slides .
“Per lo sviluppo delle infrastrutture , esigenza che nessuno nega (NdR) , - sostiene- vanno però garantite ed osservate, alcune priorità di valenza universale: la conservazione dell' ambiente , l' oculata gestione delle risorse non rinnovabili, ed una altrettanto oculata, di quelle rinnovabili!quindo la tutela della salute e dei fabbisogni primari . Ragionando in termini globali ci si rivolge ad una realtà di quasi 7 miliardi di individui su cui insistono l' effetto serra e le conseguenze dei cambiamenti climatici , le risorse vanno centellinate, ' inquinamento idrico e quello termico sono in in espansione e c'è la riprova nelle misurazioni sulla quantità di CO2 prodotta ed emessa nel' atmosfera, dal 1958 ad oggi ( il riferimento è alla stazione laboratorio di Mauna Loa) , per cui lo scenario è inquietante.
L' alternativa sta in POLITICHE DELL'AMBIENTE CHE AIUTINO L' OCCUPAZIONE .
Nella realtà del litorale giuliano servirebbero politiche di pianificazione , con aspetti di compatibilità ambientale, facendo conto coi limiti , la sostenibilità, del territorio, e dunque interrogandosi sulle cautele da prendere, ponendosi le giuste domande.
Gillardi ne avanza alcune: “ Quali limiti all' aumento del trasporto via mare e via terra? Quali aree vanno cementate?” e poi: “ Quale futuro per la centrale A2A ?Va bene il trasporto annuo di circa 800 mila tonnellate di carbone per alimentare la centrale??”
In realtà i cittadini dovrebbero essere messi in grado di controllare le situazioni, le leggi, che sinora hanno regolato il quadro macroeconomico della nostra realtà .
VAS, VIA , AIA sono quindi adeguate per dare il giusto peso a questi aspetti ed a queste priorità , che le nostre domande indirettamente pongono? Quante emissioni di gas serra si produrranno, permanendo la situazione attuale, nel breve periodo?
Infine l' inquinamento non è imputabile solo alla centrale A2A, ma di questo vanno informate le persone, anche altri progetti sarebbero estremamente impattanti per il territorio, non solo il minirigassificatore, ma lo stesso sviluppo del porto va controllato, davvero servirebbe una seconda cassa di colmata davanti a Duino ? In ogni caso è necessario coinvolgere le persone , ascoltarle, in un dialogo che deve affrontare problemi di questa complessità.
Gillardi invita quindi i presenti a leggere qualcosa di Herman Daly , l' economista statunitense propugnatore dell' idea dello “ sviluppo sostenibile “ .

LUIGI D' AURIA , operaio, attuale coordinatore Sel di Monfalcone, informa l' assemblea sulla situazione dei lavoratori interinali applicati presso il porto, circa una trentina, molti dei quali avrebbero voluto partecipare al' iniziativa di oggi, ma che, incredibilmente , con singolare tempismo , sono stati chiamati al lavoro anche oggi.
Il timore però non è tanto la condizione di precarietà , che pure pesa, ma incide di piu' la prospettiva , oltremodo realistica , che laddove passasse il progetto di Smartgas, cio' impedirebbe o condizionerebbe non solo la normale attività del porto, ma inciderebbe negativamente sullo sviluppo del traffico portuale e marittimo, che ne risentirebbe , e i lavoratori precari sarebbero i primi a pagarne le conseguenze, percio' si richiede la stabilizzazione in tempi brevi di tutti . Per dare almeno sicurezza di reddito, continuità di lavoro e sostegno alle famiglie .
Denuncia anche il recente licenziamento di un operaio saldatore della Fincantieri , avvenuto per motivi alquanto pretestuosi e come il clima che si respira nel grande cantiere , come la cronaca ha recentemente evidenziato dopo la dura presa di posizione della CGIL regionale , non sia proprio dei migliori , “ ...è una situazione vergognosa”.

RENATO KNEIPP , segretario provinciale della FILT CGIL di Trieste conferma come oggi, qui ed altrove , il dramma sia quello della precarietà che è diffusa ovunque, ma in FVG particolarmente e di piu'.
Anche a Trieste c'è stata una pesante ristrutturazione del lavoro portuale, non solo in termini numerici, ma di applicazione di politiche che hanno colpito i diritti e la dignità delle persone. Concorda con le osservazioni espresse dai relatori che l' hanno preceduto , illustrando la linea della CGIL come sia interesse oggettivo , in questa fase , seguire una politica di collaborazione e sinergia valorizzando specificità e potenzialità dei porti di Trieste, Monfalcone, san Giorgio di Nogaro in una logica di rete con le altre infrastrutture del territorio.
Sugli impianti di rigassificazione e le politiche energetiche ricorda ancora come a suo tempo vennero fatte iniziative di informazione “ persuasiva” anche in Cgil e come risultò necessario, dopo tante sospette insistenze, acquisire qualche elemento di conoscenza e di verità in piu' per opporsi al progetto Gasnatural ( … “ molti anche in CGIL erano convinti che ci sarebbero stati benefici ,ci vennero presentati due progetti addirittura, ma non era vero niente!”) , quindi fare battaglia per opporsi coerentemente a tutti quei progetti che similmente , oggi come ieri, nulla potrebbero garantire , a politiche di sviluppo vero del territorio , e di certo va tenuta ancora adesso alta la guardia.
Sicuramente un problema , molto sentito , e che ha ripercussioni sulla produttività e l' efficacia del nostro sistema portuale è quello della LOGISTICA, ma che non puo' essere sbrigativamente affrontato come ieri ha detto di voler fare la Presidente Deborah Serracchiani al convegno di Trieste sui Corridoi Europei , avendo aggiunto, ad alcune dichiarazioni , una battuta non proprio felice .
( Kneipp ha riportato nel suo intervento una frase colta al volo : “ E' ora di farla finita coi piccoli comuni che bloccano le grandi iniziative..” - il riferimento era però al raccordo Milano – Chiasso su cui qualcuno pare abbia obiezioni , mentre il quotidiano locale riportava una dichiarazione della stessa ,che qui trascriviamo vista l' importanza e la connessione con l'argomento della nostra assemblea: “Lo scalo triestino così come l' Autostrada A4 è stato confermato quale infrastruttura strategica d' interesse europeo e gli sono state riconosciute le caratteristiche per diventare progetto pilota adatto alla sperimentazione di nuovi strumenti di finanziamento... in particolare per il Corridoio Adriatico- baltico sono stati identificati tre progetti , due coinvolgono il porto fluviale di Vienna , il terzo è centrato sul porto di Trieste , potenziale beneficiario degli strumenti standard della BEI – la Banca Europea per gli Investimenti- NdR) .
Secondo Kneipp stiamo entrando in una fase che necessita di scelte e passaggi di condivisione democratica con i cittadini e gli enti Locali.. quelli che ci saranno ancora se dovesse passare la LR221!
Il resto del quadro è desolante. “ Sulla “ riforma” dei porti le OO.SS non sono mai state sentite, s'è chiesta una riforma della L84/94 e non c'è stata risposta, le linee ferroviarie qui sono sottoutilizzate, il MdL nei porti è stato frammentato e precarizzato , cosa si vuole ancora? Addirittura sino a pochi mesi fa, quando c'era ancora Lupi si parlava di una liberalizzazione ancora piu' completa?!
Come se la tragedia di due anni fa nel porto di Genova , quando una portacontainer ha tirato giu' la Torre di controllo della Capitaneria, facendo sette morti , non avesse ancora fatto aprire gli occhi a chi ci governa sul significato di questa parola!!”
E' necessario rivendicare piu' regole e tutele, invece: a Trieste c'è un numero spropositato di Aziende art.16, fin troppo lavoro precario, veramente negli ultimi 20 anni qualcosa non ha proprio funzionato, e negli ultimi 18 mesi abbiamo avuto due morti . Dobbiamo richiedere UN POOL DI MANODOPERA SICURA E STABILE , non politiche sempre a vantaggio dei terminalisti” sono le sue conclusioni.

ALDA SANCIN, dell' associazione NOSMOG di TRIESTE , riporta nel suo intervento , servendosi delle immagini filtrate dal computer , la situazione ambientale del quartiere di Servola e dei suoi dintorni, della zona di costa del litorale di Trieste che guarda verso Muggia , mentre la FERRIERA , lo stabilimento siderurgico la cui costruzione risale al 1896 , quando quel rione era l' estrema periferia della città, ora all' interno di un' area densamente abitata , occupando un terreno cui per anni sono mancate politiche di bonifica , di manutenzione e mesa in sicurezza degli impianti, ancora adesso dopo essere stata “salvata” da Arvedi , imprenditore del' acciaio di Cremona , nonostante la firma di un Accordo di Programma che imponeva immediate misure di bonifiche e messa in sicurezza delle aree, dei carbonili, etc, continua ad eruttare fumi , polveri, tra rumori incessanti e molesti , con grave pregiudizio per la salute di chi lavora all' interno del suo perimetro, ed anche , soprattutto di chi vive nei pressi .
I parchi carbone della Ferriera avrebbero dovuto essere chiusi, ricoperti , messi in sicurezza, mentre come si è visto col parziale nubifragio di domenica14 giugno, una immensa nuvola nera s'è alzata dalle banchine dello stabilimento e si' è abbattuta su Servola, sui rioni adiacenti , dirigendosi poi verso il Centro Città.
Se parliamo di DIRITTI NON NEGOZIABILI , quello della SALUTE lo è, E COME QUELLO DEL LAVORO , non si possono mettere l' uno contro l' altro.
La signora Sancin denuncia una situazione che dura sin da troppo tempo e che ancora non si risolve , poiché – sappiamo- che in ballo non sono soltanto i posti di lavoro,( nel permanere della crisi non tutti i lavoratori, finita la gestione Lucchini, sono stati riassunti , NdR) ma una idea stessa di democrazia e di gestione dei problemi sociali che non puo' prescindere, tanto piu' se essi coinvolgono il ruolo delle istituzioni , dalla piena applicazione di leggi ed accordi che queste, poste a rappresentanza e tutela di interessi collettivi , devono far rispettare. Purtroppo , di questi tempi, sembra proprio di chiedere l' impossibile:
“ L' AIA non controlla niente , l' altoforno che è un sistema chiuso butta fuori tutto , fumi, fuochi, nuvolaglie rossastre , le valvole di sicurezza , che dovrebbero aprirsi , almeno ogni tanto, sembrano disattendere al loro compito,la situazione delle abitazioni è minacciata dalla vicinanza della cokeria, a 150 metri in linea d' aria da noi ! la centralina dell' ARPA che si trova troppo vicina alle case (ed alla Ferriera ) viene addirittura contestata da Arvedi , qui la gente sta male, servirebbe una indagine epidemiologica ,.. “
Effettivamente le analogie con il quartiere Tamburi di Taranto sono anche troppe. “ E sicuramente non c'è stata alcuna DISMISSIONE, ma neanche alcuna RICONVERSIONE , anzi si faranno i lavori per costruire un laminatoio a freddo.. insomma aumenterà l' inquinamento senza alcun vantaggio reale per i lavoratori e la nostra salute!
Almeno in Germania – la signora Sancin cita l' esempio di Duisburg, - le acciaierie sono state RICOLLOCATE , e continuano a produrre lontano dai centri abitati, ed i vecchi impianti sono stati riconvertiti e recuperati come PARCHI ARCHEOLOGICO- INDUSTRIALI, in tal modo si sono salvaguardati l' ambiente ed i posti di lavoro !”

L' ultimo intervento prima delle conclusione di Serena Pellegrino è quello di LINO SANTORO , già presidente regionale di Legambiente , del Gruppo di Lavoro Tematico sull' Ambiente dell'Associazione Politica per la Costituente della sinistra / AltraEuropa con Tsipras (APCS/AET) che svolge il tema del pericolo connesso all' insediamento degli impianti di rigassificazione in quanto come obiettivi potenzialmente sensibili di attacchi terroristici di nuovo tipo , non solo militari, come fu quello attuato col tritolo ai serbatoi della SIOT di Dolina il 4 agosto del 1972 a Trieste, ma cyberattacchi che potrebbero essere ben piu' devastanti e micidiali:
I rigassificatori sono infrastrutture energetiche a rischio d’incidente rilevante per il territorio in cui vengono realizzate. Attualmente, per ridurre il rischio, la tendenza è di localizzarli in aree molto distanti dai centri urbani (on shore), oppure al largo (offshore), in arre marine su cui vengono fissati dei vincoli alla navigazione. Per quanto riguarda il rischio incidentale si è attualmente orientati a una valutazione deterministica (cioè si considerano le conseguenze di un’eventuale evento negativo alle strutture e alle persone) piuttosto che probabilistico (qual è la probabilità dell’evento negativo), cioè non conta tanto tener conto dei dati statistici su eventi negativi quanto delle obiettivi effetti di un incidente grave, per quanto poco probabile ma possibile. E quindi è opportuno ricordare la differenza fra hazard, tradotto con il termine pericolo, cioè una situazione che potenzialmente comporta un rischio, cioè può creare un danno a strutture e persone e risk ovvero la probabilità che si verifichi un evento negativo in un determinato intervallo di tempo. Se esiste la possibilità di un evento catastrofico, anche di bassa probabilità, l’analisi di rischio (AdR) dovrebbe indurre a collocare lontano dai centri abitati un’infrastruttura anche se ritenuta fondamentale per l’economia di un territorio. Dal punto di vista economico è ormai dimostrato che i rigassificatori funzionano a percentuali molto basse rispetto alla loro capacità annua di rigassificazione (Panigaglia 5%, Porto Viro 50-55%, Livorno 0%). Sono gli incentivi previsti per le infrastrutture strategiche a stimolare le multinazionali energetiche a presentare progetti di rigassificatori.
L’11/06 A Roma è stata convocata la Conferenza dei Servizi, per l’autorizzazione unica al progetto del rigassificatore di Zaule. Oltre agli enti locali (provincia di Trieste, comuni di Trieste e Muggia) alla Regione FVG all’Autorità portuale anche la prefettura di Trieste si è pronunciata sui rischi derivanti dalla presenza di infrastrutture energetico in un ambiente di mare ristretto come la valle di Zaule, dove è già presente il terminale SIOT, per cui una ulteriore infrastruttura energetica come un terminale di rigassificazione rappresenterebbe un obiettivo per attentati terroristici devastanti per un territorio fortemente urbanizzato. Sono soprattutto i serbatoi di stoccaggio di GNL sia delle gasiere che lo trasportano, sia i serbatoi a terra e la gestione di tutte le fasi di trasferimento a rappresentare un obiettivo di atti terroristici. Eventi catastrofici possono essere causati da violenti fenomeni di rollover dovuti a mescolamenti non regolati delle stratificazione che si generano nei serbatoi criogenici per l’immissione di GNL di diversa provenienza che avendo composizione diversa hanno proprietà chimico-fisiche diverse: può p.e. verificarsi un brusco aumento della pressione interna causata da una violenta evaporazione (boiloff) dei componenti più volatili, a causa dei flussi termici dall’esterno all’interno dei serbatoi, che pur se coibentati non eliminano la trasmissione di calore dall’esterno, tanto che se la temperatura interno è di –160 gradi, quella della loro superfice estrno si aggira ai –20gradi. Ma più che rischio di attentati fisici oggi come oggi esiste la possibilità del terrorismo informatico ovvero l’attacco alla gestione della strumentazione di controllo, di regolazione e di attuazione che ormai passa attraverso la trasmissione di comandi informatizzati, che in qualche modo sono connessi alla rete Internet, quindi è possibile l’accesso da malicious hacker esterni ma anche l’accesso dei sistemi di controllo, regolazione e attuazione da parte di malicious insider operanti nell’impianto o occasionalmente presenti per alcune operazione (p.e. trasportatori, tecnici della manutenzione etc.).
La possibilità del terrorismo cibernetico (ciber terrorismo) e i possibili interventi per combatterla è diventata un importante settore di analisi. Al di là di quanto è strato prodotto in merito dalle strutture di Intelligence degli USA e di altri stati è interessante richiamare la Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio e al Parlamento Europeo dal titolo La protezione delle infrastrutture critiche nella lotta al terrorismo, in cui si di considerano le conseguenze di un attacco ai sistemi di controllo industriali, un attentato di tipo informatico potrebbe causare gravi danni a infrastrutture vitali, e in particolare un attentato informatico comporterebbe un gran numero di vittime e gravi danni materiali a impianti chimici o di gas naturale liquefatto. Un consorzio di 20 partner europei con capofila il PRA (Pattern Recognition and Spplication) Lab dell’università di Cagliari ha visto finanziato dalla Commissione Europea il Progetto CyberROAD per redigere il piano di ricerca europeo su crimini informatici e gli atti di terrorismo informatici. Il Centro militare di studi strategici (CeMISS) ha elaborato una ricerca su Prospettive della sicurezza in ambito marittimo: infrastrutture critiche e dimensione marittima della security, infrastrutture che possono rappresentare un bersaglio per azioni di tipo terroristico, condotte sia con metodi tradizionali sia tramite i cyberspace. Una relazione Sulla politica dell’informazione per la sicurezza è stata prodotta in diverse successive versioni per la Presidenza del Consiglio dei ministri dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. L’ultima versione rimarca l’alto grado di priorità annesso dall’intelligence al contrasto alla minaccia cyber. Il terrorismo informatico ha delle caratteristiche particolari: è pervasiva, sofisticata ed eseguibile con strumenti di facile accesso e uso. E’ interessante la lettura della pubblicazione di Stefano Baldi, direttore dell’Istituto Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri dal titolo Nuove minacce alla sicurezza internazionale: hacktivism e ciberterrorismo .E’ uno studio approfondito sulla potenzialità e sui rischi di attacchi informatici a infrastrutture critiche. Nella sua analisi distingue fra hacker non negativi, cioè esperti informatici potenzialmente in grado di penetrare siti protetti, ma senza intenzioni di creare danni a persone o infrastrutture e malicious hacker che sono ciberterroristi, cioè che mettono a disposizione di stati o organizzazioni le loro conoscenze al fine di danneggiare persone e impianti, producendo una serie di guasti amplificata dai sistemi informatici di controllo automatico. Stefano Baldi sottolinea in particolare le asimmetrie dell’attacco informatico: chi compie un attacco informatico gode di vantaggi enormemente superiori rispetto ai danni di chi subisce l’attacco riguardante il rapporto fra costi e rischi.

SERENA PELLEGRINO , deputata di Sel al parlamento e capogruppo SEL alla Commissione ambiente e lavori Pubblici ha esordito dicendo che la sua partecipazione è stata motivata soprattutto dal fatto di avere informazioni, di essere venuta quindi per ascoltare per capire, perchè la conoscenza aiuta a comprendere e ad affrontare con metodo i problemi che poi devono essere risolti.
Da deputata, che intende assolvere ai suoi compiti senza vincolo di mandato , ribadisce quindi un concetto che oggi viene messo in discussione ma che va invece deve essere difeso a spada tratta: ella ritiene importante, ed intellettualmente onesto , non essere piu' legata all' appartenenza politica di partito di quanto non si debba invece esserlo verso tutti i cittadini in quanto elettori ,d' altronde , però , è questo il significato vero di quanto recita l' art.67 della Costituzione: “ ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”, e questo aspetto non è secondario nel momento in cui anziché essere governati da parlamentari o ministri che hanno giurato fedeltà alla Costituzione, capita di accorgersi che di fatto il nostro paese sembra o forse è, governato dalla finanza, dalle multinazionali, dai poteri forti, di conseguenza che – ad esempio- con lo Sblocca Italia s' è fatta una regalia immensa ai vari Gavio, Benetton , etc per cui qualcuno senza muovere un dito riceverà finanziamenti e risorse gratis dallo stato, e pressoché niente riceverà invece la Ferriera di Servola.
Inoltre molti lavori partiranno senza autorizzazione ambientale, - parlando a braccio cosi' l' on Pellegrino racconta la sua visione d' insieme sul problema - la TAV Bari Napoli bypasserà le regole e le leggi ambientali, in quel decreto c'è di tutto e di peggio , e se noi non riusciamo a ribaltare questo paradigma, il paese scivolerà sempre piu' nella crisi e nell' arretratezza. Se Renzi dice di voler seguire Obama ,che significa? . ma il quadro globale è compromesso, perché è evidente come ormai Obama abbia fallito , poi è venuta l'altroieri l' Enciclica del Papa ; ma è una consolazione farci dettare l'agenda politica del Vaticano? Ora che i buoi sono fuori dal recinto? Ma se fosse così , ed io mi reputo una cristiana ecologista – afferma- cosa dicono al riguardo su queste leggi i cattolici del PD? Vanno bene le trivellazioni? E che dicono degli airgun per le prospezioni petrolifere? Meno male che dopo anni siamo riusciti a far passare la legge sugli ECOREATI, anche se già da subito qualcuno ha iniziato a pensare a come poter cambiare qualche dettaglio “
La deputata quindi informa , con molto stupore dei presenti in sala, come , proprio mentre si tratta di darsi da fare per vigilare e proteggere l' ambiente , stia prendendo corpo alla camera un DDL , che verrà presentato dal' on . Rosato , un DDL che prevede la soppressione del Corpo forestale dello Stato, quindi si sottrarrebbero le unità , le forze , le sentinelle che materialmente hanno il compito, di accudire e controllare l' integrità del nostro territorio, del suo patrimonio ambientale, agroforestale e paesaggistico: “ un bel modo per combattere gli ecoreati!”
Nel merito degli interventi che si sono susseguiti , la on. Pellegrino , pur condividendone in larga parte i contenuti, invita ad uscire dall' eccessiva settorializzazione, poiché “ si tratta di tenere tutto assieme.”
I porti , le politiche di governance, le infrastrutture , la tutela dell'ambiente, i diritti del lavoro. Invita a guardare con attenzione il valore del SIN ( sito di interesse nazionale) cui brevemente nel suo intervento l' ing. Maschio aveva fatto cenno come “ risorsa” spendibile per incrementare lo spazio fisco del' attività portuale, mente l'on. Pellegrino invita a cautela, anche perchè difficilmente un suo utilizzo o riconversione servirebbe ad aumentare sensibilmente il PIL , mentre è certo che tale utilizzo andrebbe a scapito di qualche cosa.
E ricorda come, in pochi anni questa Regione abbia di molto ridotto il suo spazio per l'agricoltura, le coltivazioni , abbia si' ampliato la zootecnia , ma questo fatto di per sé non costituisce elemento di equilibrio o di compensazione per un recupero di valore del territorio; ribadisce la propria contrarietà ai rigassificatori , ma ricorda come sia stato il PD, segnatamente Bersani, a suo tempo a tirare la volata a queste realizzazioni .
Conclude citando “PETROLIO”, il romanzo, ultimo ed incompiuto di un grande scrittore e poeta di qusta terra: Pier Paolo Pasolini, che in quel testo, aveva denunciato, le malefatte della DC di allora ,il malcostume e le regressioni, etiche e politiche della classe dirigente di allora ; su questa falsariga e con questa ispirazione, bisogna continuare a denunciare ed a dare battaglia.


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I lavori dell' Assemblea sono terminati alle ore 14.00.
I lavori sono stati videoregistrati e verrà fornito e/o messo in rete filmato dell' evento , curato da Alessandro Mendizza.
Vi sono stati 11 interventi sui 12 previsti ( il presidente di “ART.17 Porto di Monfalcone “ non ha potuto partecipare per motivi di salute)

In sintesi le proposte dell' assemblea:

1. PATTO PERMANENTE DI CONSULTAZIONE DEI COMUNI DEL LITORALE GIULIANO sui problemi ambientali , occupazionali e di protezione e sviluppo dei territori
2 .OMOGENEITA' NELLE POLITICHE DI GOVERNANCE DELLE AP E AS
3. COLLABORAZIONE E SINERGIE dei PORTI DEL LITORALE GIULIANO
4. MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE E SVILUPPO DELL' INTERMODALITA'
5. POLITICHE DI TUTELA DELL' AMBIENTE, DI SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO 6. STABILIZZAZIONE DEL LAVORO PORTUALE
7. PROGETTI DI DECARBONIZZAZIONE ; INTERVENTI CONTRO L' INQUINAMENTO E FUORUSCITA DALLE ENR
8. CONTRARIETA' AI RIGASSIFICATORI ED ALLE TRIVELLAZIONI
9. OPPOSIZIONE ALLA LEGGE “SBLOCCA ITALIA”
10. PREFERENZA -E POLITICHE DI SOSTEGNO- ALL' UTILIZZO DELLE FER

(MC)

DOCUMENTAZIONE


  1. Bruxelles. 30/11/2012: “UNA STRATEGIA MARITTIMA PER IL MARE ADRIATICO ED IL MARE JONIO .
  2. Bruxelles. 17/10/2013: “ La nuova politica delle infrastrutture dei trasporti della UE”- ( informazioni di base )
  3. Meccanismo per Collegare l' Europa (MCE) 2014-2020
  4. Bruxelles.11 dicembre 2013. REGOLAMENTO UE N° 1316/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce l' MCE e che modifica il regolamento UE N° 913/2010 e che abroga i regolamenti CE N° 680/2007 e CE N° 67/2010
  5. Bruxelles .7/1/2014 . Doc. : COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE “ Costruzione della rete centrale di trasporto:corridoi della rete centrale e MCE”
  6. Bruxelles , 17/1/2014 ( Comunicazione personale )Lettera Roberto Lopriore su regolamenti 1315(TEN-T) e 1316(CEF)
  7. Bruxelles .17/6/2014: doc.: COMUNICAZIONE della Commissione al PE, al Consiglio , al Comitato economico e sociale europeo ed al comitato delle regioni RELATIVA ALLA STRATEGIA DELLA UE PER LA REGIONE ADRIATICA E IONICA. (2 copie)
  8. Parere del Comitato delle Regioni – EUSAIR- rif.: COM (2014) 357,SWD (2014)190 e 191 (final),
  9. Bruxelles. 29/5/2015: PTOGETTO DI RELAZIONE ( rel: Ivan Jakovcic) su UNA STRATEGIA DELL' UE PER LA REGIONE ADRIATICA E JONICA (33 punti )


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CARTEGGIO email

1. 19/5/2015 “PROGETTO DI PARERE “ . Suggerimenti da integrare ed emendare
2. 14/6/2015 mail da R.TECCE su “ PARERE in Comm.Ambiente (ENVI) sulla Regione Ionico- Adriatica.
3. 14/6/2015 mail da MC inviata a R.TECCE con documentazione situazione triestina.
4. 15/6/2015 e SUGGERIMENTI con altre indicazioni di contenuto e proposta per emendamenti integrativi al progetto di parere richiesto.
5. 17/6/2015 mail da R.TECCE : INTERVENTO MEP ELEONORA FORENZA in commissione Ambiente .Gli emendamenti sono stati accettati. In particolare sul 6bis ( blocco delle trivellazioni petrolifere nell' Adriatico) è stato prodotto un COMUNICATO STAMPA.

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DOCUMENTI RECENTI

17.6.2015 . COMMISSIONE ENVI del Parlamento europeo . EMENDAMENTI presentati da
Eleonora Forenza ( rel. Marco Affronte): Emendamento 1 al par.4; Emendamento 2 al paragrafo 6; Emendamento 3 al paragrafo 6; (*)
17.6.2015 . INTERVENTO MEP di ELEONORA FORENZA ( testo integrale) sul parere del rapporteur AFFRONTE sulla STRATEGIA PER LA REGIONE AFRIATICA E IONICA.COMMISSIONE ENVI , 16 giugno 2015.

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