giovedì 19 novembre 2015

19 e 20 novembre - iniziative comitato Danilo Dolci


Con gentile preghiera di dare notizia delle due iniziative qui sotto riportate e supportate dalle motivazioni del documento di seguito trascritto. 
Per il Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci, Luciano Ferluga
  
Prima iniziativa:
Perché Parigi? Perché le ingiustizie producono le guerre? Perché le guerre producono anche il terrorismo? 
Quali responsabilità ha l’occidente sulle tragedie del nostro tempo? 
Discutiamone insieme giovedì 19 Novembre 2015 alle ore 18:30 nella sala del centro ItaloSloveno di via Valdirivo 30 - Trieste. 
Interverrà don Mario Vatta -della Comunità di San Martino al Campo e un rappresentante della comunità islamica di Trieste. 
Seguirà alle ore 20 e30 la proiezione del film “L’ospite inatteso” di Tom McCarthy della rassegna  “Cinema e Migranti- Popoli in cammino”. 
L’evento è promosso dal Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci e dal Circolo cinematografico Charlie Chaplin.


Seconda iniziativa:
No alle guerre - No al terrorismo - No all’odio religioso e razziale
8 giorni dopo il massacro di Parigi
A Trieste “Un ponte illuminato”
per ricordare le vittime e condannare le guerre e il terrorismo nelle varie parti del mondo.
Venerdi 20 novembre alle 17.30 al “ponte curto
di via Cassa di risparmio.
Portate una candela.Iniziativa del Comitato Pace Convivenza e Solidarietà “D.Dolci”  



Motivazioni: 
Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell'attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l'angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. 

La guerra è dentro le nostre società. E' dentro il nostro quotidiano. E' dentro il nostro modello di sviluppo. La nostra società si arricchisce con la produzione di armi che servono per fare le guerre che poi condanniamo e che vorremmo reprimere con nuove armi e nuove guerre. Una spirale che va fermata e sostituita con una diversa idea di società e di convivenza universale, fondata sugli stessi valori che oggi sono stati brutalmente attaccati in Francia: libertà, uguaglianza, fratellanza. 

Proviamo rabbia e delusione per il fallimento delle istituzioni, nazionali e internazionali cui tutti noi abbiamo delegato la sicurezza, il rispetto dei diritti umani, che non hanno fatto leva su diplomazia e cooperazione per prevenire e gestire i conflitti. 

Non vogliamo nuove spedizioni ed avventure militari. 

Vogliamo costruire la pace e fermare la spirale di violenza e di follia umana con il diritto, le libertà, il dialogo, la solidarietà, la cooperazione, la giustizia sociale, il lavoro dignitoso, il rispetto dell'ambiente, la costruzione di una difesa comune europea, a partire dalla difesa civile non armata e nonviolenta con l'istituzione dei Corpi Civili Europei di Pace. 

Non è più tempo di ipocrisie, di tolleranza e favoritismi politici, di deroghe ai principi fondanti della nostra società, di premiare gli interessi propri sottomettendo gli interessi universali, di giustificare le occupazioni, i regimi autoritari per non disturbare i mercati o il prezzo del petrolio. 

Basta produrre e vendere armi per fare le guerre. Basta dire che non esiste alternativa alla guerra. 

Il razzismo e i predicatori d’odio vanno fermati per impedire che la paura e la violenza dilaghino e che in nome della sicurezza siano demolite progressivamente le nostre libertà e le conquiste democratiche. 

Va contrastata concretamente la deriva politico culturale che spinge l’Europa verso un ritorno al passato, dove erigere muri e indicare lo straniero, il migrante, il rifugiato, come nemico, serve per raccogliere consensi elettorali e distrarre l’opinione pubblica dai problemi interni. 

L’islamofobia rischia di diventare un sentimento diffuso e di alzare dentro le nostre società muri invalicabili, producendo discriminazioni e divisioni. 
Spingendo una parte della popolazione, soprattutto le giovani generazioni, a ricercare identità e appartenenza tracciando confini invalicabili tra differenze religiose e culturali concepite come inconciliabili tra loro. 

Bisogna fare presto per fermare questa follia umana, con gli strumenti che già abbiamo a disposizione: le armi del diritto e della democrazia. Per evitare che l’Europa, il pianeta intero e i suoi abitanti vengano travolti in una spirale distruttiva irreversibile, a partire dagli impegni che gli stati debbono assumere alla COP21 che si terrà proprio a Parigi, dal 30 novembre prossimo, vero banco di prova del cambiamento necessario ed indispensabile. 

Abbiamo bisogno di fare società, tessere relazioni sociali, ricostruire spazi collettivi di confronto e di scambio culturale. 

Questo è il nostro impegno per ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita e i propri affetti a causa delle guerre che non ha voluto e della follia che non ha potuto fermare. 

Per questo invitiamo tutte le organizzazioni sociali a organizzare a partire da quanto prima iniziative, momenti di riflessione, assemblee nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei circoli, nelle sedi sindacali, nelle parrocchie per definire dal basso e facendo partire territorio un piano di azione contro il terrorismo, le guerre e il razzismo.


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