sabato 6 dicembre 2014

Emra Gasi Liberato dal CIE di Bari, ma non con le giuste motivazioni!

Aggiornamento ore 18:30
non è stato inutile aver sottoscritto l'appello: ha contribuito a ottenere la liberazione di Emra. 

Gli verrà rilasciato un permesso di soggiono, in attesa del riconoscimento dello status di apolide (non già di cittadino italiano...).

Certo
, la sua uscita dal Cie è l'esito di un compromesso, dato che il giudice ha riconosciuto, in base a una perizia medica (non crediamo psichiatrica), che Emra non è in grado di sopportare l'"ospitalità" nel Cie ('ospiti' definiva gli internati la Turco-Napolitano!), ma ha ritenuto legittimi il 'trattenimento' e l'espulsione di Emra.

Anche per questo la battaglia non si chiude qui.

Nei Cie ci sono altre persone nelle sue stesse condizioni; la legislazione italiana (con la Bossi-Fini e altro) resta quel che è; i centri di detenzione sono presenti nell'intero territorio dell'UE; la rivendicazione della cittadinanza europea di residenza conserva tutta la sua importanza.

Insomma, non demordiamo.


Aggiornamento ore 17:00
Emra Gasi e' stato liberato. MA NON E' UNA BUONA NOTIZIA IL MOTIVO, chiaramente ad hoc, per cui e' stato liberato!

Leggete:

"Care e cari,
apprendiamo adesso che, in tarda mattinata, Emra Gazi è stato liberato.
Questo è un primo aggiornamento, dal quale si può vedere che la questione è tutt'altro che chiusa, e che l'appello deve essere modificato, ma non dismesso.
http://www.veneziatoday.it/cronaca/liberato-emra-gasi-espulso-serbia.html

Qui il commento di Melting pot, che ha lanciato il primo appello.
http://www.meltingpot.org/IostoconEmra-Emra-Gasi-e-stato-liberato-Grazie-a-tutti.html#.VIMgY4d5_9o

La sentenza è individuale e si appella allo stato di salute mentale del ragazzo, lasciando intatto il dispositivo legale. Il caso ha aperto una questione enorme e si presta a diventare emblematico, anche per l'estrema debolezza della figura di Emra Gasi. Prendiamoci un paio di giorni per studiare la sentenza e capire come procedere, anche alla luce dei tanti interventi che si sono succeduti."

La normativa italiana rimane dissennata e feroce e farà altre vittime. La lotta continua.





Invitiamo a sottoscrivere l' appello  inviando mail a redazione@meltingpot.org; o andando direttamente sul sito www.meltingpot.org



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