sabato 9 agosto 2014

Appello per l’ordinamento delle attività culturali nella Regione Friuli – Venezia Giulia

    Giulio Montenero
<montenerofoto@tin.it>

 Chiunque ama le arti e la scienza ha motivo di allarmarsi per  l’imminente approvazione della Legge regionale sui Distretti della cultura. Strana politica quella della Regione Autonoma Friulii Venezia Giulia! Nella Sanità compenetra istituti e territorio, nella  Cultura separa nettamente musei, biblioteche e castelli dalle attività vive, forse perchè li considera luoghi di morte.

La riforma (annunciata su “Il Piccolo”, 29.6.2014, pag.21) prevede per ogni richiesta di finanziamento le seguenti classificazioni:
di settore specifico (rappresentazioni, cinema,  audiovisivi, arti figurative,  fotografia), di eventuale inserimento nelle Residenze multidisciplinari, di tipologia della erogazione (coofinanziamento  nazionale, finanziamento triennale, finanziamento annuale via bando), dei parametri qualitativi e quantitativi di livello.  

Chi deciderà della sorte delle istanze diventerà esperto in tassonomia. La complicazione delle procedure è sempre il terreno poroso nel quale possono infiltrarsi gli arbitrii dei partiti e dei politici, al di fuori di ogni razionalità.

Sarebbe giusto invece affidare ai musei principali il compito di organizzare ogni tre-quattro anni (escludendo le nefaste celebrazioni degli anniversari e l’insana pratica dei subappalti) una manifestazione di livello internazionale secondo una rotazione stabilita per legge. Uno schema di distribuzione potrebbe configurare le  seguenti competenze:

Aquileia:  archeologia e archeologia cristiana
Cividale: preistoria e medioevo
Udine: rinascimento e contemporaneità
Tolmezzo: arti popolari ed etnografia
Gorizia. età moderna
Trieste: ottocento, novecento e contemporaneità
Pordenone: novecento e contemporaneità

Analogo criterio potrebbe essere applicato ai teatri, alla  musica, allo spettacolo, al  cinema.

Quanto alle iniziative private nuove, sarebbe  bene adottare un principio rigoroso: concedere finanziamenti parziali su consuntivo dopo tre anni di attività svolta in proprio, e a proprie spese, e qualificata  da almeno cinque  esperti nazionali del settore.

Non per vanitosa ostentazione, ma per rispetto di coloro che hanno prestato gratuitamente, e talvolta con duro sacrificio, la loro opera altamente qualificata, e che ora sono stati ingiustamente dimenticati, ricorderò che il Museo Revoltella, da me direttto,  ha promosso importanti attività extramurali: in ambito territoriale con le rassegne urbanistiche sul Carso e sulla Carnia e in ambito tematico sull’ educazione artistica nella regione e sull’ integrazione interdisciplinare nella computer art.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.