lunedì 4 agosto 2014

Sintesi dei lavori della Conferenza Stampa

Sintesi dei lavori della Conferenza Stampa di sabato 2 agosto  indetta dal Comitato di Trieste "L'AltraEuropa con Tsipras".

In questi giorni il Comitato Cittadino che fa riferimento alla Lista  Tsipras/Sinistra Unitaria Europea sta diffondendo via rete e nelle  strade cittadine un comunicato che denuncia quanto il governo intende  realizzare manomettendo - entro la fatidica data dell' 8 agosto -  quella parte della nostra Costituzione che riguarda le Camere del  Parlamento e la forma di governo.

Parliamo di manomissione, e non di riforma (semmai sarebbe una  controriforma) del Senato, a ragion veduta.

Se si attuasse quanto previsto da Renzi, il Senato verrebbe esautorato  dei suoi poteri, ridotto a mero organismo consultivo, senza più il  ruolo di vigilanza e correzione rispetto all'iter di formazione delle  leggi, che già oggi è compromesso dalla decretazione governativa e  dalla ingerenza delle lobbies europee che di fatto impongono agli  Stati nazionali linee guida e parametri legiferativi ben definiti  soprattutto in materia economica; nel nuovo Senato i Senatori non  saranno eletti dai cittadini ma scelti dal Governo.

In tal modo senza il bicameralismo il nostro sistema parlamentare  lascerebbe in vita un'unica camera legislativa, dove però  prevarrebbero quelle anomalie ed una rappresentanza eletta, o meglio  nominata, con i metodi previsti dalla bozza dell' "Italicum": liste  bloccate, alta soglia di sbarramento per i partiti cosiddetti  "minori", un abnorme premio di maggioranza per il partito e la  coalizione di Governo.

Dunque il Senato non potrà più controllare il Governo nè votare le  leggi, mentre questo potrà imporre disegni di legge non emendabili da  approvare entro 60 giorni.

Province e CNEL (quest' ultimo organismo di rilevanza costituzionale)  sarebbero definitivamente aboliti, e con ciò la possibilità di poter  sviluppare una migliore e più efficiente articolazione dello stato  democratico sul territorio, elementi questi che sarebbero d'ostacolo  alla gestione populista ed autoritaria che Renzi si immagina di poter far digerire al Paese.

I cittadini sarebbero poi espropriati di quegli strumenti di  democrazia diretta che la nostra Costituzione prevede, proprio per  supplire, talvolta - ma è quello che accade oggi! - ad un deficit di  attenzione e di intervento dell'organo legislativo, cioè leggi di  iniziativa popolare e referendum, per cui si innalzerebbe la soglia  numerica delle firme da raccogliere ed autenticare.

La figura del capo dello Stato verrebbe sostanzialmente stravolta con  la modifica del' art.83, egli non sarebbe  più eletto dal parlamento,  come capo dello Stato e  dunque rappresentante dell' unità nazionale,  ma direttamente dai cittadini, e dunque inevitabilmente di una parte  di essi; inoltre controllando la Camera, il capo del Governo potrà  influire sulla scelta del Presidente della Repubblica.

Non dimentichiamo infine che  l'attuale maggioranza di governo è  frutto di una legge che la Consulta ha dichiarato incostituzionale, di  fatto quindi, per noi è certamente delegittimata oltreche priva di  autorevolezza politica e di competenza tecnica per metter mano ad una  operazione che non è di riforma, che non procede sulla strada del  rinnovamento delle istituzioni, ma di fatto le cancella e rende  ininfluente i principi della partecipazione democratica,della  valorizzazione del lavoro, della gestione consapevole ed attiva della  cosa pubblica, di cui invece i cittadini dovrebbero essere  avvantaggiati, e non esclusi.

Lo stravolgimento dell'art.81 della Costituzione, quello sul bilancio,  dovrebbe avere illuminato il paese su quale sia oggi il livello di  commissariamento delle nostre istituzioni, imposto dalla troika,  e  come agisca in questo momento il principio dell'eterodirezione  nel  quadro che il governo delle larghe intese sta predisponendo per il  Senato. Crescita zero, austerità, stagnazione, disoccupazione.

Questo è il contesto in cui avviene la cosiddetta "riforma del Senato"!!

Dunque per fermare questa deriva autoritaria, la sola opposizione  parlamentare non basta.

Per difendere la democrazia, cioè le condizioni materiali della nostra  convivenza sociale, il lavoro, la dignità, una politica pulita, una  economia non piu' orientata al mercato ed al profitto, occorre che l'  opposizione esca dal parlamento e riempia le piazze, che si  costruiscano le condizioni politiche per arginare i populismi e la  demagogia governativa, che non si esiti a ricorrere e ad organizzare  lo sciopero generale nazionale per dire NO a questo disegno!

Noi lavoreremo affinchè queste condizioni si realizzino al piu' presto.


Marino Calcinari
Comitato di Trieste " L'Altra Europa con Tsipras"
Sinistra Unitaria Europa

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