martedì 10 marzo 2015

PROPOSTA DI PIATTAFORMA DELL' ALTERNATIVA


RESPINGIAMO LE POLITICHE NEOLIBERISTE DEL GOVERNO RENZI

COSTRUIAMO LA PIATTAFORMA DELL' ALTERNATIVA E LA COALIZIONE SOCIALE E DEMOCRATICA
PER IL LAVORO, LA PACE , L'AMBIENTE
ED I BENI COMUNI
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note a cura del
GRUPPO DI LAVORO TEMATICO su LAVORO/OCCUPAZIONE/ECOMOMIA
in collaborazione col GLT AMBIENTE/RICONVERSIONE/BENICOMUNI


Premessa

L' APCS “TSXTSipras” , unitamente all'ALTRAEUROPA , ed ai comitati che si riconoscono nel progetto politico della GUE ( Sinistra Unitaria Europea) , aderirà alla mobilitazione sociale contro le politiche del Governo Renzi , proposta dalla FIOM per il prossimo 28 marzo a Roma.

Condividiamo pienamente il tema della costruzione di una ampia COALIZIONE SOCIALE , capace di riunire i soggetti che il neoliberismo vuole tenere divisi per continuare a colpirli nelle loro condizioni di vita e nei loro diritti.

L' orizzonte di questa coalizione è sicuramente quello europeo dove si è aperta una possibilità di cambiamento grazie alla vittoria di Syriza in Grecia .



I tempi sono quantomai urgenti: sono dentro i quattro mesi conquistati da Tsipras per consolidare il proprio progetto.

Stare dentro questo orizzonte significa costruire anche in Italia alleanze e lotte contro i provvedimenti con cui il governo Renzi ha assunto le prescrizioni della Troika a partire dal Job Act e dallo Sblocca Italia , ma che riguardano anche la scuola, il welfare, l' assetto costituzionale del paese .

Contro questi provvedimenti puo' essere giusto promuovere anche una larga campagna referendaria.
Occorre costruire una vera piattaforma di alternativa di società a partire dalla riunificazione del mondo del lavoro e del precariato e dall' assunzione piena del paradigma ambientale.

L' Altra Europa con Tsipras è impegnata nella costruzione di una casa comune della sinistra e dei democratici , ritenendo il bisogno di una rappresentanza politica alternativa a livello di quelle di Syriza e Podemos , questione fondamentale .

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SOSTEGNO ALLA PIATTAFORMA FIOM CGIL.

IL pieno sostegno della nostra associazione alla PIATTAFORMA FIOM CGIL di TRIESTE
“Lavoro e diritti : La tua firma per cambiare Trieste” si motiva in virtù della sua piena aderenza a quel quadro generale di sofferenza ed arretratezza in cui la città sta precipitando e perchè in quanto PIATTAFORMA DI PROGRAMMA , ha valenza generale, che puo' riunificare la città , non solo la sinistra e l' opposizione sociale, ma piu' in generale lavoratori e cittadini ormai rassegnati o disillusi dalla gestione tecnocratica e mercantile del territorio, impegnandone la forza e le disponibilità in una battaglia comune , in una lotta piu' generale , non limitata ed appiattita sulle emergenze , che pure vanno affrontate e risolte, ma sui diritti , sulla qualità del lavoro, sull' ambiente ed il futuro che si intende costruire .

l' APCS sostiene dunque le proposte avanzate dalla FIOM che sono le seguenti :
  • realizzare la riqualificazione e il risanamento ambientale delle zone industriali inquinate insediando nuove attività manifatturiere;
  • attuazione delle azioni di provincia Ts e Regione FVG dedicate alla ricollocazione lavorativa ex Sertubi espulsi dal ciclo siderurgico locale;
  • consolidare e rilanciare i centri di ricerca cittadini: internalizzazione delle attività , interconnessione con attività industriali e economiche, ricadute attratrici di investimenti sul territorio;
  • industrializzare le aree di Ex Sertubi :polo offshore/riparazioni servizi per mega yacht, utilizzo del bacino 4 di Fincantieri per le attività di grandi riparazioni navali ;
  • implementare la banda larga e gli investimenti nell' informatica pubblica regionale;
  • realizzare la piattaforma logistica, creare nel porto vecchio un progetto di sviluppo organico con le attività industriali presenti da sviluppare sul territorio.
  • eseguire una manutenzione straordinaria del territorio degli edifici pubblici che abbia come fine ambiente e risparmio energetico e le diminuzioni delle emissioni di CO2.

Riteniamo che su questi contenuti vi siano spazio e possibilità sia per la riapertura di un confronto politico a tutto campo nel merito dei temi che la piattaforma affronta, sia per ricostruire quella mobilitazione unitaria che serve a connettere coalizione sociale e coalizione politica, sia per contrastare le politiche economiche, sociali e istituzionali del governo; non solo, ma anche per prefigurare uno sbocco e una alternativa in Italia, come la Grecia ha iniziato a fare.
Si tratta di rimettere in discussione TUTTO: dalle scelte politiche e dagli indirizzi di fondo dei governi degli ultimi vent' anni, alle traduzioni e applicazioni, normative e amministrative sui territori.

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QUATTRO EMERGENZE a TRIESTE

Quali possibilità ci sono che la nostra città possa diventare un laboratorio di buone pratiche sociali, fondate sul mutualismo, sul solidarismo, sull' autogestione di progetti ed iniziative realizzate da esperienze collettive di cittadinanza attiva, in coesione con il protagonismo dei sindacati, delle associazioni, dei comitati e dei partiti democratici ?
Allo stato attuale ben poche.

1. Scadimento della qualità della vita. Trieste oggi è al 28° posto quanto a qualità della vita , in discesa libera quindi negli ultimi anni- occupava addirittura il 1° posto nel 2005- , ed anche se le statistiche spesso sono ingannevoli , qualche dato di verità esiste sempre.
Su cosa si fonda infatti questa pretesa qualità della vita?
Trieste è quarta per valore aggiunto, cioè - nonostante la crisi - la misura dell' incremento di valore determinatasi nell' ambito della produzione e distribuzioni di beni e servizi resta elevata, ed il patrimonio medio delle famiglie (49° posto) nella classifica 1000/ 1 si colloca tra i più alti nel paese (384mila euro), mentre l' importo medio pensione/mese (13° posto) e' di 1130euro, ma i consumi per famiglia su beni durevoli sono calati ( 1800 euro, 60° posto), nonostante l' inflazione si sia tenuta bassa (0,85) , e per finire il costo delle abitazioni , mentre si registrano in data odierna circa 500 minacce di sfratto, dal 2005 ad oggi ha subito una vera e proprio impennata: circa 2000 euro/m2 , un costo di molto superiore a quelli registrati PN , UD e GO .
Parlando di lavoro il quadro peggiora.
La pagella ci pone all' ultimo posto per lo spirito di iniziativa delle imprese, al 107° posto ( dati ottenuti da una elaborazione incrociata di Movimprese, Infocamere, Istat) e, quanto a propensione all' investimento , al 99° posto ( dati BankItalia, ABI).
Parlando di imprenditorialità veniamo superati da Nuoro, Olbia e Sassari , tant'è che a proposito di imprenditorialità giovanile ( nella fascia compresa tra i 18 e 29 anni X mille giovani) se a Prato il coefficiente è 71,34 , a Trieste non va oltre il 33,16 , Belluno che è ultima ha solo 2 punti in meno.
La città svetta invece per i debiti ( misurati come sofferenze in rapporto agli impieghi) che non si traducono pero' in problema economico diffuso , mentre al SUD è un disastro ma anche la vicina Gorizia non scherza , la situazione occupazionale ( 62, 95%) è peggiorata rispetto al 2013, l' export è stazionario.
Su servizi , ambiente, salute, la città si colloca al 10° posto , quindi apparentemente il welfare tiene , ma quanto ad ecologia, rispetto dell' ambiente, aria inquinata la città è ammalata (68° posto) ed è bassissima la speranza di vita media ( siamo tra Agrigento e Palermo al 98° posto); il tasso migratorio è altissimo ( siamo al quarto posto dopo Roma, Ragusa e Olbia) col 2,29 davanti ad una media del' 1,49, e- ma è solo una curiosità?- la nostra città è l'ultima , cioè la prima con 422 punti per truffe e frodi informatiche , in un quadro di microcriminalità diffusa ormai elevata (479 punti ) ed aumento di rapine , appartamenti svaligiati, ed estorsioni.

Possiamo far finta di ignorare che questi dati - statistici fin che si vuole, ma certo non contestabili -, non abbiano attinenza con quanto la crisi negli ultimi anni ha prodotto nel nostro paese ? Che non evidenzino cioè non solo una sperequazione ormai insopportabile fondata, all' interno di un quadro macroeconomico generale regressivo, sull' erosione di reddito e risorse provenienti da lavoro dipendente, pensioni , spesa sociale a favore del grande capitale , nelle sue piu' diverse accezioni, ma anche il suo inevitabile corollario di degrado , esclusione , impoverimento sociale e culturale?
Sicuramente insistono oggi a Trieste quattro grandi emergenze : quella occupazionale , quella ambientale, poi quella abitativa che trovano drammatica sintesi un una compiuta, ma non riconosciuta emergenza sociale ( neopauperismo ma non solo)

Quest' ultima si manifesta e si concretizza con i picchi di lavoro precario , nell' evidenza del fallimento del programma Garanzia Giovani, con il primato dei contratti di lavoro col voucher ,nel perdurare e dilatarsi delle varie crisi del settore manifatturiero, che conducono all' avanzare della desertificazione industriale .
Ed è anche attraverso l' analisi di questi fenomeni, crediamo, che inducono a frustrazione, impotenza e disagio sociale diffusi, ma non solo, che vanno indagate le radici e le giustificazioni che stanno alla base dei consensi che oggi raccolgono qui, formazioni come il Movimento Trieste Libera, altrove una inedita ripresentazione leghista che ostenta addirittura caratteristiche ipernazionaliste.

2. Emergenza occupazione e lavoro .
Tra il 2007 e il 2014 a Trieste hanno chiuso 2253 aziende , la disoccupazione è passata percentualmente da 4,5 all' 8% , toccando il numero di 45mila unità (ma il dato pecca evidentemente per difetto) di altrettanti posti di lavoro andati perduti, i contratti a tempo indeterminato sono passati dal 24% al 12,3% e con l' introduzione del decreto Poletti ( quel tipo di contratto per cui non serve causale , cioè veramente le imprese non hanno piu' nemmeno l' obbligo di precisare le esigenze produttive ed organizzative per cui intendono ricorrere a quel tipo di contratto a termine), la nostra regione, piu' di altre , registra l' innalzamento progressivo del primato della precarietà.
Il registro regionale 2014 infatti conferma l' innalzamento del lavoro a TD - cresciuta dal 42,7% del 2000 all' 88,3 % del 2012 , all' 89,4% del 2013- ed oggi + 13,4% ad aprile, + 18.8% a giugno a fronte del crollo dei contratti a TI ( nello stesso periodo - 34,4% e – 34,1%).
Se parliamo, com' è corretto fare , di persone in carne ed ossa parliamo di 6.615 disoccupati ( dichiarati) soltanto a Trieste , ma in un quadro regionale dove i precari sono ( dato 2014) 112.475, i disoccupati, 43mila , gli scoraggiati 10.628.
Per non parlare dell' utilizzo , improprio, ma legittimo date che a fare le leggi è pur sempre il Parlamento,del lavoro col voucher, per cui deteniamo il primato nazionale - circa tre milioni - di una forma di lavoro tanto odiosa quanto servile , poiché non prevede né diritti contrattuali, né diritti previdenziali, non presuppone possibilità di rappresentanza o organizzazione sindacale.
Prestazioni accessorie?!
Ma già nel luglio 2011 un' indagine aveva rilevato come la stragrande maggioranza dei voucher fossero assegnati al commercio! E l' allora assessore regionale al lavoro, Brandi , ne parlava positivamente come “ una soluzione sempre piu' praticata “ che consentiva “un sensibile alleggerimento burocratico per chi assume” e “ una scelta strategicamente opportuna” . Tanto felice ed opportuna è stata questa scelta che neanche l' utilizzo selvaggio ed indiscriminato del voucher ha però impedito al terziario di collassare nella nostra regione: l' anno successivo infatti , su 1328 imprese che avevano chiuso, ben 678 operavano nel commercio.
Forse non era il costo del lavoro la causa della crisi, ma tant'è.
Però l' utilizzo aveva preso piede e s' era dilatato al punto che oggi ne parla bene anche il Comune di Trieste, amministrato dal centrosinistra. .
Di fatto oggi il lavoro col voucher sostituisce il CCNL , e con l' attuazione del Job Act e del precedente decreto Poletti questa situazione sta determinando un ulteriore depotenziamento dell' iniziativa contrattuale del sindacato, e di riflesso dei diritti costituzionali del cittadino/lavoratore che precipita in una condizione di perenne subordinazione all'azienda..
Aggiorniamo questa amara considerazione con quanto riportato dal “Piccolo” di domenica 8marzo: “Il lavoro impossibile per gli under 35”, in cui si evidenzia il dato generazionale della disoccupazione che nella fascia d' età 15-24 è aumentato del 108% dal 2008, e dai 25 ai 34 del 115%!

3. Emergenza abitativa .
La denuncia dell' Assemblea Sociale della Casa è fondata ed argomentata.
Il solo differimento degli sfratti non serve.
Ora che in città il mercato delle vendite è crollato c'è chi pensa di poter continuare a fare soldi con quelli dell' affitto. Ma è la dimensione stessa del problema che rende impraticabile questo percorso : 11 mila appartamenti sfitti, in lista Ater ci sono quasi 5000 famiglie , un centinaio di appartamenti sono stati messi in vendita , un milione di m2 versano in stati di abbandono.
Nella riunione tenutasi in Prefettura giovedi 5 marzo abbiamo cercato di evidenziare questo dato di sofferenza e sollecitato la necessità di una moratoria, senza ricevere garanzie in tal senso, se non quella di una generica attenzione per i casi di morosità incolpevole , traducibile nel differimento della tempistica per l' attuazione dell' intervento da parte della forza pubblica ed in attesa dei fondi che lo Stato avrebbe inviato alla regione FVG , fondi peraltro insufficienti, per provvedere alle singole necessità. Quindi accettare il quadro esistente.
Ma non è nell' immobilismo , istituzionale o amministrativo , che possono essere trovate soluzioni adeguate all' emergenza che molte persone vivono.
Peggio, oltre a non servire, le sole risposte burocratiche, anche se autorevoli, non faranno che alimentare riprovazione, insoddisfazione e rabbia in larghi settori sociali, che - già colpiti dalle conseguenze della crisi, dalla mancanza di lavori o che pur lavorando, si ritrovano in condizioni di bassissimo reddito, vista l' iniquità dell ' aticipità contrattuale che caratterizza il MdL a Trieste,- non potranno non interpretare la risposta ricevuta in quella sede istituzionale, come l' ennesima conferma della sinecura con cui lo Stato risponde ai loro bisogni , alle loro legittime domande di assistenza e protezione , che costituzionalmente lo Stato dovrebbe riconoscere ai soggetti sociali piu' deboli , ed il danno che ne verrà sarà enorme, per la coesione sociale per la credibilità delle istituzioni, per la stessa democrazia.
Infatti, nel perdurare della sottovalutazione del problema , da parte dell ' organo periferico dello Stato, la situazione sarà destinata a peggiorare .
Ricordiamo che , secondo il direttore dell' ITIS , a Trieste vivono oltre 20mila persone, single e famiglie, giovani e over 80, in condizioni di povertà e che per farvi fronte servirebbero soluzioni innovative , dall' incremento dell' autorecupero degli spazi al cohousing , da un piano di spesa sociale mirato e quantitativamente significativo ( oggi con i fondi regionali a disposizione si copre appena il fabbisogno di 51 famiglie) e poi certamente un tavolo integrato tra tutte le realtà, sociali ed istituzionali che si relazionino a questo problema. Il Comune di Trieste ha votato una mozione in tal senso, ma non basta.

4.Emergenza ambientale.
Da tempo Trieste ha fama di essere città inquinata, la situazione ambientale del territorio è caratterizzata da criticità che riguardano tutti i comparti ambientali: aria, mare e acque interne, suolo, sedimento marino. L’aria presenta frequentemente sia nel centro urbano sia nell’area industriale sforamenti dei limiti di qualità, per il traffico, per i sistemi di riscaldamento o per le emissioni degli impianti industriali, in quest’ultimo ambito il maggior responsabile è l’industria siderurgica situata nel rione di Servola, recentemente acquisita dal gruppo Arvedi. Esiste un accordo di programma in cui è prevista l’ambientalizzazione dell’impianto per renderlo compatibile con il territorio. E’ auspicabile che gli enti pubblici che devono controllare e verificare se il processo produttivo diventerà effettivamente compatibile con ambiente e salute procedano con estrema e puntuale accuratezza nel determinare le prescrizioni che compariranno nell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Un problema rilevante è costituito dal sistema di depurazione delle acque reflue che dovrebbe essere risolto dal nuovo impianto di trattamento biologico. Restano i problemi del SIN triestino che deve essere bonificato per quanto riguarda sia i suoli che le falde acquifere dell’area industriale. Esistono ancora dei problemi di scarsa qualità delle acque di alcuni corsi d’acqua interni e dei sedimenti marini. La città è esposta a forme di dipendenza e servitù produttive ed energetiche, dovute ai traffici dell’oleodotto SIOT di cui sembra esistere un progetto di raddoppio e che sembrano responsabili di emissioni odorigene insopportabili nel territorio circostante in particolari condizioni climatiche durante le operazioni di gas free. Grande vigilanza deve manifestarsi da parte dei cittadini nei confronti dei gestori delle amministrazioni locali per impedire la realizzazione del progetto Gas Natural del rigassificatore nell’area di Zaule. E’ compito della buona politica di valorizzare le lotte dei cittadini e delle associazioni ambientali che hanno rappresentato l’argine più importante al degrado del territorio e dell’ambiente su cui le amministrazioni invece hanno dimostrato scarso e saltuario impegno. Il pericolo di un’ulteriore degrado del territorio permane.

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Come rispondere, come reagire .
Noi avanziamo alcune proposte: Trieste estrema propaggine del Nordest si propone come Laboratorio di una controproposta alternativa..
Cominciando proprio con questi primi passi:

Per abbattere l' emergenza occupazionale
  1. l' abolizione del lavoro col voucher; ( basta un disegno di legge o un decreto, come Renzi usa , per abolire gli art.70, 71, 72 del cd. “lavoro accessorio” elencati nella legge30/2003. )Inizialmente potremmo pensare anche ad una iniziativa di legge regionale che derogasse o applicasse altri criteri di trasparenza, riordino ed efficienza del MdL. Ma una campagna nazionale , anche dopo una vertenza o iniziativa pilota , sarebbe piu' incisiva .
  2. Riattualizzazione della legge 1369/60 sul divieto di intermediazione di manodopera attraverso la riscrittura di quanto previsto dalla 196/1997 e con la cancellazione di quanto previsto dal dlgs 276/2003 e successive modifiche. In parole povere la “fornitura di manodopera “ attraverso le agenzie interinali dovrebbe sottostare a leggi precise che salvaguardando i diritti e la dignità del lavoratore, attraverso un CCNL standard , parallelo a quello delle categorie del settore di riferimento si ponesse su un piano non concorrenziale , di uguaglianza normativa e giuridica , con il collocamento pubblico.
Per coniugare ambiente e lavoro:
  1. Piano straordinario per l' occupazione in lavori socialmente utili e di nuova occupazione attingendo sia a fondi regionali che statali ed europei. A Trieste , per integrare quanto scritto nella piattaforma FIOM sull' ambiente , insistono 6 siti pericolosi ed inquinanti, sono 32 in tutta la regione e per ciascuno deve essere studiato un intervento ad hoc: ricordiamo però che esistono piu' possibilità. C'è una proposta di recupero naturalistico in Val Rosandra , ed il recupero urbanistico già sollecitato dall' ASC , se trovasse attuazione all' interno di un progetto organico di ristrutturazione ecologica degli edifici, porterebbe ossigeno al calo drammatico dell' occupazione nel settore edile .
  2. Altra cosa è la messa in sicurezza del territorio. L' unica Grande Opera di cui oggi questo paese abbia veramente bisogno. Nella nostra Regione vi sono ben 201 comuni a rischio idrogeologico che coprono una superficie di 1212 km2 ( su 7845 km2) con una percentuale di pericolo dissesto del 92% . Quanti fondi pubblici vengono spesi e con che modalità si effettuano oggi gli interventi di prevenzione dei rischi e di effettiva e continuativa manutenzione del territorio? Se sono le briciole dello Sblocca Italia ( 110 milioni di euro comma 4 art.7, mentre per cemento ed asfalto se ne destinano 3890 - comma 1, art.3) ) il destino di questo paese è segnato.
Per un intervento pubblico a difesa dei benicomuni:
  1. Bloccare le privatizzazioni e la svendita degli ultimi grandi gruppi nazionali. I casi emblematici di ILVA, ALITALIA e TELECOM parlano e si commentano da sé , vere e proprie svendite e regalie che hanno impoverito il tessuto produttivo ed infrastrutturale del paese. E' tempo di richiedere un diverso, ma preciso e puntuale intervento della mano pubblica , non possiamo oggi svendere Poste, Eni, Enav, e manomettere la stessa CDP per fare cassa, per diminuire il debito pubblico. Ma se il governo facesse cio' dagli attuali 2166 MLD , con una crescita di soli 20 mld al mese, privatizzando o cedendo quote di tali aziende il debito si limiterebbe a scendere a 2164 mld! Oltretutto a chi gioverebbe lasciar decidere del futuro del nostro paese a qualche società privata? Magari a qualche multinazionale? COL TTIP in arrivo? Poste Italiane e CDP – che raccoglie circa 250 MLD di denaro pubblico .- devono rimanere pubbliche, vanno difesi e tutelati il servizio universale e la valenza pubblica della raccolta del risparmio postale e dei finanziamenti a tasso agevolato per gli investimenti di interesse generale degli enti locali.
  2. Sostenere la scuola pubblica , attraverso la LIP costruita dalle iniziative dei cittadini e dei Comitati che in tutta Italia già nel 2006 avevano raccolto oltre 100mila firme ed una cui delegazione è stata l' altra settimana ricevuta dal presidente Mattarella. Il paese deve investire su università e ricerca , a tale scopo noi proponiamo di finanziare le politiche di sostegno, di ammodernamento informatico, di manutenzione degli edifici, delle dotazioni di personale , etc attraverso una patrimoniale digitale che oggi le multinazionali del settore ( Google, Amazon, etc ) eludono sottraendo al fisco , solo con gli spot, mediamente due MLD di euro annui.
Non sono proposte impossibili, ma per essere praticabili richiedono lo sforzo di un impegno comune e se vogliamo impedire che la destra , in Italia ed in Europa, si appropri il disagio e la disperazione di larghe masse e settori popolari, bisogna lavorare assieme ed essere consapevoli che è tempo che l' opposizione sociale esprima un nuovo soggetto politico, come recentemente ha invitato a fare , dalle pagine del Manifesto, Piergiovanni Alleva. Infine :

  1. Referendum abrogativo su Job Act ed iniziativa di legge su “IL BUON LAVORO” un testo che riscriva, azzerandole , le leggi sin qui pensate ed ispirate alla filosofia neoliberista , condizionate dal fiscal compact e difese a spada tratta o imposte da Confindustria – come l' accordo del 31 maggio 2013 sulla rappresentanza sottoscritto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl -, da articolarsi nelle diverse realtà regionali , costruendo sinergie , alleanze, per saldare momento progettuale e rivendicativo, per dare risalto alle priorità e specificità del territorio e delle diverse realtà produttive;
Dobbiamo evidenziare all' opinione pubblica, e denunciare apertamente che è proprio in conseguenza di quelle politiche neoliberiste attuate con inusitata accelerazione negli ultimi tre anni dai governi Monti/Letta/Renzi che la disoccupazione in Italia ,all' 8,4% nel 2008 , è arrivata al 13% nel 2014, che dal 2007 il PIL è sceso del 9% e la produzione industriale del 25% ; che da allora ad oggi abbiamo perso circa 270 MLD di PIL e che le prospettive di una ulteriore diminuzione della ricchezza media nel paese , che finiranno per accrescere il divario sociale, geografico, di genere , rendendo ancora piu' inique ed inaccettabili le già troppe forme di diseguaglianza sociale sono ben piu' che una ipotesi .
Ma dobbiamo soprattutto dire che non intendiamo rassegnarci .
Vogliamo trovare tutti/e assieme la strada per venirne fuori , dall' austerità e dalla soppressione della democrazia, che non temiamo di affrontare questa sfida , anzi per sostenerne il peso e nel raccogliere le esigenze sociali che vorremmo rappresentare , per andare oltre le compatibilità che ci sembrano insormontabili, forse perchè imposte dall' Europa abbiamo piu' di un ragionevole motivo per essere fiduciosi.

La vittoria di Tsipras in Grecia, la breccia aperta nell' eurozona con l' apparire di un' altra politica, i consensi che crescono intorno ad un' altra idea di Europa , dimostrano che una strada diversa è possibile.


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