sabato 31 gennaio 2015

Discussione/Dopo la Grecia - Giulio Montenero


    La vittoria piena di Tsipras in Grecia  impone al movimento italiano per l’Altra Europa di reimpostare  le proprie priorità  operative in ordine a:


  •  occupazione strategica dei vuoti determinatasi per la sconfitta degli avversari;
  •  prevenzione di eventuali ritorsioni sui fronti della propaganda di previsioni catastrofiche, dell’embargo finanziario e commerciale, delle violenze di piazza.

     Il miglior antidoto è l’ estrema chiarezza nell’enunciazione dei propri fini prioritari e nella determinazione di tutti gli aderenti a perseguirli con fermezza e senza valicarne i limiti.

     I nostri obiettivi sono stati definiti dai dieci punti del programma. dal documento di Marco Revelli, dall’ampio dibattito nell’Assemblea nazionale di Bologna.

     E’ inopportuno indulgere al piacere un poco masochistico di perfezionare l’elaborazione nelle sottigliezze di una casistica sempre più diramata. L’esperienza del PCI mostra ampiamente che codesta raffinata ermeneutica finisce per il riversarsi come materiale inerte di riempimento fra élite dirigenziali e  populismo delle masse.

Un abbozzo delle prime motivazioni in versione divulgativa potrebbe essere il seguente.


  1. Ribelliamoci all’umiliazione che subiamo con la truffa continua che ci accolla debiti che non abbiamo contratto, prestiti a Stati anche lontani, finanziamenti alle banche che operano specularmente con titoli falsi, corrispettivi di valori inesistenti.
  2. Rivendichiamo la libertà di spendere i frutti del nostro lavoro, principalmente per creare altro lavoro e senza il vincolo di pareggiare il bilancio pubblico.
  3. I nostri soldi, guadagnati con gravi sacrifici, debbono essere conservati con cura. Un tempo avevamo una sorta di salvadanaio di casa, controllato democraticamente da noi stessi e formato dalla Banca d’Italia, dalla Cassa depositi e prestiti, dalle Casse d Risparmio. Adesso quasi tutto è stato privatizzato e si opera con criteri imprenditoriali Gli istituti nazionali sono diventati il croupier della Troika che gioca in borsa.
  4. I capitali formati con le tasse e con il risparmio dei lavoratori debbono essere impiegati oculatamente nei servizi sanitari e scolastici e negli interventi per la conservazione dei beni naturali e artistici: Mai debbono venir sprecati in opere faraoniche e nelle manifestazioni effimere, fonti quasi sempre di corruzione.
In sintesi il compito che ci prefiggiamo è di subordinare la finanza all’economia e di governare democraticamente l’economia nell’Unione Europea. Si tratta dunque di creare un nuovo ”«soggetto politico» mediante un «processo costituente» di lunga durata, in grado di proiettare l’esperienza de L’Altra Europa, oltre le vicende, felicemente concluse, delle affermazioni elettorali e della vittoria in Grecia” ( Revelli). Premessa della riuscita è la consapevolezza, da parte degli aderenti a L’Altra Europa”, della lunga strada da percorrere, consapevolezza che forse si può raggiungere in tre tappe.


  1. APPELLO. Il singolare paradosso della situazione italiana è data dal fatto che mai un governo fu tanto avversato quanto quello di Renzi e mai l’opposizione fu tanto debole e frazionata quanto al presente. Da ciò la necessità di raccogliere i dissenzienti con parole d’ordine chiare che muovano idee forti, come ha fatto Tsipras in Grecia. Lasciamo da parte gli intelligenti sarcasmi sui nemici, i sottili ammiccamenti di complicità, i suggerimenti di complesse analisi sulle situazioni locali. Chiediamo a chi aderisce un unico impegno: rinunciare all’immediato vantaggio nel privato per conseguire un duraturo vantaggio collettivo. Se saremo persuasivi, sorgerà un’ intellighenzia animata dalla curiosità per il diverso, anziché dalla guardinga attenzione verso i propri simili quali potenziali concorrenti, nutrita dai piaceri dell’amicizia solidale e non avvelenata dall’irosa invidia emulativa.
  2. INGAGGIO. Il disamore per la vita pubblica, che è il partito maggioritario sulla scena politica italiana, può e deve essere superato offrendo agli scontenti una sponda su cui esercitare la propria capacità di critica e la propria energia disponibile alla ricostruzione di una società esente dalla corruzione e dalla mafia. Deve essere sviluppata “una proposta programmatica articolata e precisa, con un ventaglio di punti programmatici completo. dal lavoro e dai diritti, all’ambiente, alla sanità, ai trasporti, all’istruzione e ricerca, dalla politica estera alla questione dei migranti” (Revelli) fino alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e artistico.
  3. BERSAGLIO. Il nostro nemico è l’uomo invisibile. E’ un errore appiccicare su quel volto vuoto la maschera di Silvio Berlusconi o di Matteo Renzi. E’ un errore immaginare che dietro alla pochezza dei capi vi sia la congiura collettiva dei legami segreti, il complotto massonico o addirittura, cedendo noi all’abiezione razzistica, la solidarietà ebraica.

In realtà la compagine internazionale dei nostri avversari si forma spontaneamente e inconsapevolmente intorno al bersaglio che li accomuna: l’esasperata ricerca del successo. Per il successo essi rinunciano ai piaceri della vita e alla vita stessa, si sottopongono ad una disciplina più severa di quella imposta dagli ordini religiosi o militari, pronti a tradire qualsiasi ideale - religione, patria, famiglia - frapposto ai loro scolorati bisogni di possesso. Coprono tutto ciò con il moralismo e con la finzione, col nascondersi dietro un potere invisibile, la banca e la borsa. Ma devono pur scoprirsi, nel momento in cui impongono a noi il loro modello di vita, l’unico che, a loro dire, ci salverebbe dalla catastrofe planetaria.

Ed è qui la nostra risorsa. Possiamo far ricorso a una nostra virtuale alleanza più forte della loro effettiva alleanza. Nel concreto della particolare situazione odierna dell’Italia, dobbiamo essere solidali “con chiunque, in ogni sede, metta pietre d’inciampo al progetto renziano-berlusconiano, che nel pactum sceleris del Nazareno ha trovato la propria sanzione” (Revelli). In generale, “lo «spirito di scissione», di cui parlava Gramsci, si traduce oggi, nei nostri comportamenti quotidiani, nella totale estraneità della nostra soggettività politica, che faticosamente stiamo costruendo, alla sfera dei valori e dei ruoli impressi al modello sociale dalle classi dominanti” (Forenza a Bologna).


I valori attuali del modello sociale, oggi vigente in tutto il pianeta, sono stati imposti dopo aver diffuso mode culturali, sistemi normativi e consuetudini d’uso che hanno rovesciato completamente l’ordine preesistente. E’ un’operazione che ha radici remote.

Nell’assemblea di Tsipras a Bologna, Ugo Borgetto ha espresso il convincimento che l’origine del colossale debito che ci affligge è da ricercare nel Trattato di Maastricht del 1992. Paolo Ferrero ha proposto di retrodare alla separazione tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro nel 1981. Ma, considerando l’interdipendenza globale fra le economie nazionali, forse il principio del disastro va fissato ancora più indietro, nella notte di ferragosto del 1971, quando Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d’America, con decisione improvvisa e unilaterale, abrogò gli accordi di Bretton Wood e revocò la convertibilità del dollaro in oro. Sono questioni di storia della finanza non sempre del tutto note al grande pubblico, che pur ne subisce le conseguenze.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.